Vorrei condividere una riflessione: la casella PEC del SUAP può essere chiusa?
La casella si definisce chiusa quando riceve solo da caselle certificate ma può inviare anche a caselle ordinarie.
La logica mi porta a dire di sì perchè permette alla struttura di aumentare l'efficienza del servizio.
Mi spiego meglio: sul sito istituzionale sono riportate due caselle ad uso degli utenti:
- una ordinaria per porre quesiti e chiedere appuntamenti,...
- una certificata per inviare pratiche e integrazioni, ... ovvero di usare questo indirizzo solo se il documento inviato è di importanza tale che, nel caso di spedizione tradizionale, lo si sarebbe inviato con Raccomandata con ricevuta di ritorno.
Ma da un punto di vista legale è possibile?
L'unico riferimento che ho trovato è [url=http://www.altalex.com/index.php?idnot=50389]http://www.altalex.com/index.php?idnot=50389[/url] di cui riporto l'estratto a mio avviso significativo:
[i]3. La configurazione della PEC “chiusa”
Lo spam che ci sta invadendo tutti i giorni si sta progressivamente allargando alla casella di PEC. Premesso che esiste anche una sorta di spam anche tra PEC e PEC, va chiarito in modo fermo che le caselle dovranno essere configurate dal gestore (o direttamente dall’utente) come “chiuse”, cioè dovranno poter ricevere messaggi e documenti esclusivamente da altri vettori qualificati. Quindi, con una PEC si scrive a un’altra PEC.
Si tratta, in buona sostanza, di un consiglio “salvavita”, al fine di evitare che tutto ciò che prima veniva veicolato attraverso l’e-mail semplice venga ora trasferito nell’ambito della casella certificata.
Nel caso di invio da parte di terzi di un messaggio di posta elettronica semplice a una casella PEC, il mittente riceverà un messaggio di anomalia, cioè una busta di “mancata consegna” direttamente dal gestore.
Tutto ciò deve avvenire al fine di non rendere inefficace la natura giuridico-probatoria dello stesso messaggio di PEC, il cui utilizzo si fonda proprio nella comunicazione tra due vettori qualificati.
[color=red]Non si tratta, come paventa qualcuno, di un vulnus alla democrazia in quanto un cittadino non potrebbe così godere del diritto di scrivere a una casella di PEC, semplicemente perché esiste un obbligo di legge per le amministrazioni pubbliche di istituire una casella di posta istituzionale (art. 47, comma 3 del CAD, già previsto dall’art. 15 del DPCM 31 ottobre 2000), alla quale il cittadino potrà rivolgersi, senza dunque ricorrere alla PEC[/color].
Insomma, oltre a una puntuale regolamentazione, da inserire tra i casi previsti dal Manuale di gestione del protocollo informatico (art. 3 e 5 del DPCM 31 ottobre 2000), serve la consapevolezza a tutti i livelli che non si può pensare di trasferire tutta la corrispondenza ordinaria alla PEC, che anzi verrà utilizzata esclusivamente in tutti quei casi in cui serve il parallelo digitale della cartolina di ricevimento di una raccomandata a/r. Non dunque un uso massivo, ma un uso limitato ai soli casi necessari, senza contare il fatto che con le future applicazioni del web 2.0 con ogni probabilità l’utilizzo dei sistemi di trasmissione digitale saranno progressivamente sostituiti da sistemi di “autoamministrazione” attraverso i siti istituzionali compatibili con la registrazione, gestione e selezione di documenti informatici born digital, in ambienti idonei a garantirne nel tempo l’autenticità, l’integrità e intelleggibilità.
Per questo è necessario implementare un software per la gestione documentale e il protocollo informatico aggiornato alle nuove funzioni richieste per la tenuta e la conservazione degli oggetti digitali prodotti in ambito PEC, cioè messaggi, documenti informatici allegati e buste.[/i]
Grazie
A mio avviso è BEN POSSIBILE ed anzi è la soluzione ORDINARIA di molti provider (es. tutti i Comuni della Toscana con casella Aruba hanno attiva di default questa funzione).
A mio avviso non vi sono vulnus a condizione che l'indirizzo sia inserito nell'elenco su http://indicepa.gov.it/documentale/index.php così da consentire la ricezione anche da parte delle CEC-PAC (www.postacertificata.gov.it), gli indirizzi PEC gratuiti per i cittadini.
Considerando che tutte le imprese (tranne le sole ditte individuali) e tutti i professionisti iscritti in albi SONO TENUTI ad avere una PEC e che una casella costa 6 euro/anno (meno di un decino dei normali diritti SUAP per un solo procedimento) NON VEDO PROBLEMI!!!!!!!!!!
Anzi è la soluzione che CONSIGLIAMO ANCHE NOI per evitare spam e dichiarazioni di irricevibilità di pratiche pervenute con mail ordinarie.