Un soggetto aveva acquistato un capo di abbigliamento (prima dell'inizio dei saldi) riportandolo però al negoziante in quanto difettoso: non avendo al momento un'altro capo dello stesso modello, il negoziante ha fatto un buono del valore del capo (ad es. 50 Euro).
Il soggetto è tornato al negozio dopo l'inizio dei saldi e, avendo visto che quel capo era stato riassortito, lo voleva ricomprare ma al prezzo in saldo (ad es. 30 euro). Il negoziante però ha affermato che, siccome lo aveva acquistato prima dei saldi, lo deve pagare a prezzo pieno: chi ha ragione?
Un soggetto aveva acquistato un capo di abbigliamento (prima dell'inizio dei saldi) riportandolo però al negoziante in quanto difettoso: non avendo al momento un'altro capo dello stesso modello, il negoziante ha fatto un buono del valore del capo (ad es. 50 Euro).
Il soggetto è tornato al negozio dopo l'inizio dei saldi e, avendo visto che quel capo era stato riassortito, lo voleva ricomprare ma al prezzo in saldo (ad es. 30 euro). Il negoziante però ha affermato che, siccome lo aveva acquistato prima dei saldi, lo deve pagare a prezzo pieno: chi ha ragione?
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Premesso che quella descritta NON è una vicenda di diritto amministrativo ma di diritto civile (cioè il Comune non deve metterci bocca) nel merito nel momento in cui il soggetto ha accettato il buono sconto ha implicitamente rinunciato al primo acquisto ed ha ottenuto un credito per equivalente monetario.
Questo credito può usarlo per la merce in vendita al prezzo corrente senza poter pretendere il medesimo trattamento di sconto dei saldi.
Ovviamente potrà fare causa e fra 15 anni circa avere una sentenza civile ....... ma penso che gli convenga comprare un altro capo e cambiare poi negozio per i suoi acquisti!