Spending review - COMUNICATO STAMPA 5/7/2012
Il Consiglio dei Ministri ha approvato oggi il decreto legge “disposizioni urgenti
per la riduzione della spesa pubblica a servizi invariati” (spending review).
Fin dall’insediamento, il Governo ha deciso di procedere non mediante tagli lineari, bensì
con interventi strutturali rivolti a migliorare la produttività delle diverse articolazioni della
pubblica amministrazione.
Con gli interventi odierni il risparmio per lo Stato sarà di 4,5 miliardi per il
2012, di 10,5 miliardi per il 2013 e di 11 miliardi per il 2014.
Una prima serie di interventi è stata deliberata con il “Provvedimento della PCM e
del MEF sullo “snellimento delle strutture e la riduzione degli organici” (Comunicato
stampa del 15 giugno 2012). Le nuove disposizioni di revisione della spesa pubblica
mirano a tre obiettivi:
- Il primo obiettivo è quello di iscrivere il funzionamento dell’apparato
statale – e le relative funzioni – entro un quadro razionale di valutazione e
programmazione. Si tratta di un’operazione strutturale, il cui buon fine è legato alla
ottimizzazione delle procedure e delle articolazioni dello Stato, inclusa quella giudiziaria,
all’accorpamento o alla dismissione degli enti non necessari e alla progressiva riduzione
degli organici, privilegiando la distribuzione razionale delle risorse umane e materiali a
disposizione delle pubbliche amministrazioni.
- La riduzione della spesa non incide in alcun modo sulla quantità di
servizi erogati dalle pubbliche amministrazioni a favore dei cittadini ma mira
a migliorarne la qualità e l’efficienza. Stimola, così, la crescita e la competitività del
Paese, in linea con le best practices europee e con le sollecitazioni degli investitori
internazionali.
- L’eliminazione degli eccessi di spesa – ed è questo il terzo obiettivo – produrrà una
serie di benefici concreti per i cittadini. Permetterà, anzitutto, di evitare l’aumento di
due punti percentuali dell’IVA per gli ultimi tre mesi del 2012 e per il primo
semestre del 2013.
Grazie al risparmio ottenuto sarà inoltre possibile estendere la clausola di
salvaguardia in materia pensionistica prevista dal decreto legge “Salva Italia”
ad altri 55.000 soggetti, anche se maturano i requisiti per l’accesso al pensionamento
successivamente al 31 dicembre 2011. Complessivamente, l’importo a favore dei lavoratori
“salvaguardati” è di 1,2 miliardi ( a partire dal 2014).
Sono infine previsti stanziamenti per la ricostruzione delle zone
danneggiate dal sisma. 500 milioni sono stati già stanziati con il decreto d’urgenza per
le zone terremotate. La spending garantirà ulteriori risorse: 1 miliardo per il
2013 e 1 miliardo per il 2014.
Sarà adottato un terzo provvedimento di spending review. Esso riguarderà le
agevolazioni fiscali, la revisione strutturale della spesa e i contributi pubblici sulla base
delle analisi effettuate, per incarico del Governo, dal Professor Giuliano Amato e dal
Professor Francesco Giavazzi.
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La riduzione degli eccessi di spesa delle pubbliche amministrazioni, per la parte
relativa ai beni e servizi, è frutto dell’analisi svolta del Commissario straordinario
per la spending review, Enrico Bondi. L’analisi ha permesso di individuare un
benchmark di riferimento – o indicatore di valore mediano di spesa – in base al
quale stimare l’eccesso di spesa in capo alle amministrazioni (lo Stato centrale, le Regioni,
le Province, i Comuni e gli enti pubblici non territoriali). L’indicatore, che tiene conto delle
peculiarità di ciascuna amministrazione, costituisce la base analitica per superare una
metodologia di riduzione della spesa che colpisce nella stessa proporzione i soggetti
virtuosi e quelli meno virtuosi, disincentivando il perseguimento di comportamenti
efficienti. Il nuovo metodo allinea i centri di spesa meno performanti a quelli efficienti ed
è, quindi, la premessa per operare riduzioni di spesa selettive.
Per calcolare la mediana sono stati prese in considerazione 72 merceologie
(prendendo spunto anche dalle lettere dei cittadini). Tra queste, ad esempio, le spese di
cancelleria e quelle per i carburanti; il consumo di energia elettrica; le spese di pulizia e
quelle postali, i buoni pasto, le spese per pubblicità, quelle per la somministrazione di pasti
nelle scuole e ospedali. Per ciascuna di queste merceologie è stata confrontata la spesa di
ciascuna amministrazione con quelle omologhe, prendendo in considerazione il numero di
dipendenti e la popolazione residente.
Per la parte restante, relativa alla riduzione delle dotazioni organiche delle
pubbliche amministrazioni, la razionalizzazione del patrimonio pubblico, l’organizzazione
degli enti pubblici e la soppressione di enti e società, la riduzione della spesa si basa
sull’elaborazione svolta dai Ministeri, ciascuno per la parte di propria competenza.
Un valido supporto è giunto infine dagli oltre 135.000 messaggi di cittadini che
hanno aderito alla consultazione pubblica sulla spending review, segnalando al
Governo sprechi e inefficienze. Singoli cittadini e associazioni hanno scritto individuando,
in modo puntuale ed esaustivo, i disservizi nell’azione delle pubbliche amministrazioni.
Nella distribuzione geografica – che vede un sostanziale equilibrio tra Nord e Sud – il
primato per numero di segnalazioni spetta a Lombardia, Lazio, Emilia Romagna,
Campania e Sicilia. Amministrazioni territoriali (37% del totale), spese sanitarie (14% delle
segnalazioni), acquisti di beni pubblici (8%), personale (7%), efficienza energetica (6%):
sono questi i temi delle segnalazioni che hanno contribuito a orientare l’azione di
ricognizione del Commissario e dei Ministeri. Tra le iniziative segnalate più
frequentemente come esempi di buone prassi spiccano “Cielobuio” (che propone una
riduzione dei tempi e dei punti di illuminazione negli edifici pubblici), l’esternalizzazione
del trasporto pubblico locale (già sperimentata con successo da alcune amministrazioni
locali) e la riduzione del parco auto (con oltre il 20% della segnalazioni) ricorrendo a
soluzioni alternative come il car sharing o il car pooling.
Di seguito, in sintesi e suddivisi per argomento, gli interventi previsti dal decreto:
A – RIDUZIONE PER L’ACQUISTO DI BENI E SERVIZI E TRASPARENZA DELLE PROCEDURE
Il primo insieme di interventi riguarda l’attività negoziale delle pubbliche
amministrazioni, riducendo la spesa per l’acquisto di beni e servizi e incentivando la
trasparenza delle procedure.
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Dall’analisi svolta dal Commissario Enrico Bondi è emerso un divario significativo
tra il volume di acquisti presidiati da Consip – la società per azioni del Ministero
dell’Economia e delle Finanze che gestisce il Programma per la razionalizzazione degli
acquisti nella P.A. – e gli approvvigionamenti che le amministrazioni effettuano in
autonomia.
Per ridurre il gap tra i due valori e attribuire a Consip (come prevede la legge) il
ruolo di “centrale acquisti” dello Stato, sono previste le misure elencate di seguito (che non
si applicano al servizio sanitario nazionale, per il quale è prevista una specifica
regolamentazione):
- viene stabilita la nullità dei contratti che non siano stati stipulati
attraverso gli strumenti di acquisto messi a disposizione da Consip. Sono
naturalmente fatti salvi i contratti stipulati tramite diverse centrali di committenza, se
questi prevedono condizioni più favorevoli per le Amministrazioni pubbliche;
‐ si prevede che il Commissario straordinario Bondi istituisca, tramite Consip, un
albo delle varie centrali di committenza e che riceva notizia in tempo reale
dell’avvenuta stipula dei contratti stipulati dalle stesse centrali di committenza. Consip
provvederà a pubblicare i dati relativi a detti contratti e convenzioni;
- con riferimento a determinate categorie di beni e di servizi – per il momento si
tratta dei seguenti, con facoltà per il futuro di aumentare il numero: energia elettrica, gas,
carburanti - rete ed extra-rete, combustibili per riscaldamento e telefonia - fissa e mobile –
viene stabilito l’obbligo assoluto per le pubbliche amministrazioni di acquistare
attraverso gli strumenti di acquisto e di negoziazione messi a disposizione da
Consip ovvero dalle centrali di committenza regionali. I contratti stipulati in
violazione di tale regola sono nulli e costituiscono illecito disciplinare e sono causa di
reponsabilità amministrativa;
- le amministrazioni pubbliche possono effettuare acquisti autonomi
esclusivamente per la durata e la misura strettamente necessarie, in attesa della
stipula della convenzione messa a disposizione dalla Consip e dalle centrali di committenza
regionali;
- nei contratti in essere, validamente stipulati, viene inserita ex lege una clausola
che attribuisce alle amministrazioni il diritto di recesso, qualora le imprese
non adeguino il contenuto delle prestazioni ancora da effettuare alle migliori
condizioni previste in convenzioni Consip successive alla stipula dei contratti
stessi. Il mancato esercizio del diritto di recesso è comunicato dalla Amministrazione alla
Corte dei Conti al fine del controllo successivo sulla gestione del bilancio e del patrimonio;
- viene poi introdotto un meccanismo di riduzione delle condizioni
economiche in favore delle amministrazioni che fanno ricorso alle
convenzioni-quadro Consip e delle centrali di committenza regionali;
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- i piccoli comuni potranno, in alternativa all’obbligo di costituire una centrale
di committenza, utilizzare gli strumenti elettronici di acquisto gestiti da Consip
o da altra centrale di committenza;
- Le Amministrazioni statali centrali già dal 2012 assicurano una riduzione di spesa
per l’acquisto di beni e servizi per importi, che sono accantonati e resi indisponibili degli
stati di previsione dei singoli Ministeri, indicati in un apposito allegato. Resta salva la
facoltà per i titolari dei singoli Dicasteri di indicare entro il 10 settembre una
differente ripartizione della riduzione degli importi nell’ambito del proprio
stato di previsione;
B – RIDUZIONE DELLE DOTAZIONI ORGANICHE DELLE PUBBLICHE AMMINISTRAZIONI
Alla riduzione della spesa per l’acquisto di beni e servizi seguono le misure relative
alle dotazioni organiche delle pubbliche amministrazioni, la cui finalità principale è il
recupero dell’efficienza della macchina burocratica e, per i casi virtuosi,
l’ottimizzazione nell’allocazione delle risorse umane.
Il programma di riduzione – che non si applica al comparto scuola e AFAM, per cui
restano valide le specifiche discipline di settore, alle strutture del comparto sicurezza, al
Corpo nazionale dei vigili del fuoco, al personale amministrativo operante presso gli Uffici
giudiziari e al personale della magistratura – si articola nei seguenti interventi:
- le Amministrazioni dello Stato, incluse quelle ad ordinamento autonomo, le
agenzie, gli enti pubblici – economici e non – e gli enti di ricerca, fermo restando la
riduzione degli organici da operare ai sensi del decreto legge 138 del 2011, devono
procedere ad una ulteriore riduzione degli uffici di livello generale e di livello
non generale, e delle relative dotazioni organiche, non inferiore al 20% di
quelli esistenti. Devono inoltre procedere a una rideterminazione delle dotazioni
organiche del personale non dirigenziale non inferiore al 10%.
La riduzione favorirà l’equilibrio nelle piante organiche, migliorando la gestione dei
flussi decisionali. Lo conferma il fatto che, alle riduzioni, il decreto associa l’obbligo di
razionalizzare gli assetti strutturali. Il riassetto organizzativo è realizzato con un
ampio ventaglio di interventi. Anzitutto, con il riordino delle competenze degli uffici e
l’eliminazione delle duplicazioni. Si prevede poi una riorganizzazione degli uffici periferici
su base regionale o interregionale, una unificazione delle strutture con funzioni logistiche e
strumentali (gestione del personale e dei servizi comuni) e si procede alla tendenziale
eliminazione degli incarichi di studi e ricerca ai dirigenti non titolari di uffici.
- le Forze armate ridurranno il totale generale degli organici in misura
non inferiore al 10%.
- Un capitolo importante del decreto riguarda la gestione del personale in
soprannumero. Per costoro si procede, in primo luogo, alla risoluzione unilaterale
del rapporto di lavoro nei confronti dei dipendenti che, in base alla disciplina
vigente prima dell’entrata in vigore dell’ultima riforma introdotta dal decreto
legge n. 201 del 2011, avrebbero ottenuto la decorrenza del trattamento
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pensionistico entro il 31 dicembre 2014. Il trattamento di fine rapporto sarà
corrisposto al momento della maturazione del diritto alla corresponsione. In subordine, si
applicheranno le regole ordinarie previste per la mobilità.
C – RIDUZIONE DI SPESE IN MATERIA DI PUBBLICO IMPIEGO
Le razionalizzazione delle piante organiche delle amministrazioni non esaurisce le
misure di spending review dedicate al pubblico impiego. Il decreto, infatti, prevede un
insieme di misure complementari che, pur nella diversità di contenuto che le caratterizza,
perseguono lo stesso obiettivo: la migliore allocazione delle risorse disponibili,
nell’ottica dell’efficienza e del buon andamento dell’azione amministrativa. Gli
interventi riguardano le spese in materia di parco auto, gli incarichi consulenziali, la
disciplina dei buoni pasto, delle ferie, dei riposi spettanti al personale, oltre al sistema di
pagamento dei cedolini.
Per quanto riguarda il parco auto si introduce, a partire dal 2013, un limite pari
al 50% della spesa sostenuta per il 2011 da applicarsi all’acquisto,
manutenzione, noleggio ed esercizio di autovetture, oltre che all’acquisto di
buoni taxi. Il limite può essere derogato, per il solo 2013, esclusivamente per i contratti
pluriennali già in essere. Altre eccezioni sono previste per il Corpo nazionale dei vigili del
fuoco e per i servizi istituzionali di tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica. I contratti
di locazione o noleggio in corso possono essere ceduti alle Forze di polizia e gli autisti sono
assegnati a differenti mansioni ovvero, qualora provenienti da altra amministrazione, sono
restituiti all’amministrazione di appartenenza.
Si introduce poi il divieto di attribuire incarichi di studio e consulenza a
soggetti, già appartenenti ai ruoli dell’amministrazione e collocati in
quiescenza, che abbiano svolto, nel corso dell’ultimo anno di servizio,
funzioni e attività corrispondenti a quelle oggetto dell’incarico di studio o
consulenza. Viene inoltre abrogata la normativa in materia di vice dirigenza.
Per quanto riguarda il valore dei buoni pasto attribuiti al personale, anche
di qualifica dirigenziale, viene stabilito a 7 Euro il limite al valore nominale. Tutte le
disposizioni normative e contrattuali più favorevoli cessano di avere applicazione a partire
dal 1 ottobre 2012.
Le ferie e i riposi spettanti al personale, anche di qualifica dirigenziale,
sono obbligatoriamente fruiti secondo quanto prevedono gli ordinamenti
dell’amministrazione di appartenenza e in nessun caso danno diritto alla
corresponsione di trattamenti economici sostitutivi. La violazione della norma
comporta il recupero delle somme indebitamente erogate ed è fonte di responsabilità
amministrativa e disciplinare per il dirigente responsabile.
L’ultimo intervento di razionalizzazione riguarda i cedolini. In base all’analisi
svolta dal Commissario Bondi, la disomogeneità nei servizi di pagamento delle retribuzioni
dei dipendenti pubblici contribuisce all’aumento della spesa pubblica. Per eliminare
l’anomalia il decreto stabilisce che le amministrazioni stipulino convenzioni
con il MEF per omogeneizzare il sistema di pagamento degli stipendi, oppure
rinegozino i contratti vigenti, con un abbattimento del costo del servizio non
inferiore al 15%.
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D – RAZIONALIZZAZIONE DEL PATRIMONIO PUBBLICO E RIDUZIONE DEI COSTI PER LE
LOCAZIONI PASSIVE
Il quinto ordine di misure riguarda il patrimonio pubblico, che viene razionalizzato,
e i costi delle locazioni passive, che vengono ridotti. In particolare:
- per il triennio 2012 – 2014, non si applica l’aggiornamento all’indice
Istat del canone dovuto da tutte le amministrazioni pubbliche (comprese le
Regioni, gli enti locali, gli enti pubblici e le autorità indipendenti) per l’utilizzo in
locazione passiva di immobili per finalità istituzionali, prevedendo la facoltà
del locatore di recedere dal contratto;
- si consente l’uso gratuito in favore dello Stato degli immobili di
proprietà degli enti territoriali a condizioni di reciprocità;
- si avvia la rinegoziazione delle locazioni passive di immobili ad uso
uffici di proprietà di terzi (di norma almeno un anno prima della loro scadenza) al fine
di giungere alla riduzione del 15% dei canoni. La rinegoziazione presuppone la permanenza
delle esigenze allocative all’esito dei piani di riorganizzazione delle strutture
amministrative previsti dalle norme vigenti e la presenza di adeguate disponibilità
finanziarie;
- si riducono gli spazi ad uso ufficio a disposizione delle
amministrazioni statali. Negli uffici di nuova costruzione (o che, in generale, abbiano
strutture tali da consentire una notevole flessibilità nella configurazione degli spazi interni)
il parametro di riferimento è compreso tra i 12 e i 20 metri quadrati per addetto. Negli
uffici che non sono di nuova costruzione (o hanno limitata flessibilità nell’articolazione
degli spazi interni) il parametro di riferimento è fissato tra i 20 e i 25 metri quadrati per
addetto. Spetterà all’Agenzia del demanio il compito di definire gli strumenti e le
indicazioni metodologiche di supporto alle amministrazioni per il monitoraggio e la
redistribuzione;
- si introducono norme tese a ridurre gli spazi destinati agli archivi delle
amministrazioni statali. Le amministrazioni procedono, entro il 31 dicembre di ogni
anno, allo scarto di atti di archivio e comunicano annualmente all’Agenzia del demanio gli
spazi resi disponibili;
- si procede ad una ricognizione degli immobili di proprietà degli enti
pubblici non territoriali affinché sia verificata la possibilità di utilizzarli in
locazione passiva dalle Amministrazioni dello Stato per proprie finalità
istituzionali, prevedendo il pagamento di canoni agevolati (30% valore locativo);
- si accelera la procedura di vendita degli alloggi di servizio di proprietà
del Ministero della difesa;
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- l’Agenzia del demanio opera quale centrale di committenza che stipula
accordi quadro con operatori del settore per la realizzazione di interventi manutentivi posti
a carico del conduttore sui beni immobili di proprietà dello Stato ovvero di terzi utilizzati a
qualsiasi titolo dalle Amministrazioni, al fine di conseguire risparmi connessi alle maggiori
economie di scala ed all’abbattimento dei costi amministrativi;
- una parte degli avanzi di gestione dell’Agenzia del demanio sono
destinati all’acquisto di immobili per soddisfare le esigenze allocative delle
Amministrazioni dello Stato, oppure interventi di manutenzione per il recupero di
immobili statali;
- si rendono più efficaci talune disposizioni relative alla valorizzazione ed
utilizzazione a fini economici di beni immobili di proprietà dello Stato;
- si estende il regime fiscale di favore previsto per le SIIQ (società di
investimento immobiliare quotate) alle società di gestione e valorizazione di
immobili pubblici promosse dall’Agenzia del demanio;
E –SOCIETÀ PUBBLICHE E IN HOUSE
Un capitolo importante del decreto per la revisione della spesa pubblica fa
riferimento all’articolazione complessiva della macchina dello Stato, incidendo in
particolare sulle società pubbliche. Le misure principali sono le seguenti:
- Vengono previste disposizioni sulla composizione dei consigli di
amministrazione delle società a totale partecipazione pubblica. I CDA di
queste società dovranno essere composti da non più di tre membri. Di questi,
due devono essere dipendenti dell’amministrazione titolare della partecipazione, in caso di
società a partecipazione diretta; oppure due dipendenti della società controllante, per le
società a partecipazione indiretta. Il terzo componente ha funzioni di presidente e
amministratore delegato. Viene, comunque, consentita la nomina di un amministratore
unico;
- è fatto divieto alle pubbliche amministrazioni di detenere
partecipazioni in società controllate, direttamente o indirettamente che
abbiano conseguito per l’anno 2011 un fatturato da prestazione di servizi a
favore di pubbliche amministrazioni superiore al 90%. Le società a partecipazione
totalitaria verranno sciolte entro il 31 dicembre 2013, ovvero, in caso di mancato
scioglimento, non potranno ricevere affidamenti diretti di servizi;
- a decorrere dal 1° gennaio 2013 le pubbliche amministrazioni possono
acquisire a titolo oneroso servizi di qualsiasi tipo, anche mediante la stipula
di convenzioni, da enti di diritto privato soltanto in base a procedure previste
dalla normativa nazionale e comunitaria. In tal caso gli enti privati non possono
ricevere contributi a carico delle finanze pubbliche. Restano escluse da tale disposizione le
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fondazioni istituite con la finalità di promuovere lo sviluppo tecnologico e l’alta formazione
tecnologica;
- dalla data di entrata in vigore del decreto (e fino al 31 dicembre 2015) i limiti per
le assunzioni previsti per le società controllanti si applicano anche alle società
controllate inserite nel conto economico consolidato della pubblica amministrazione;
- sempre dalla data di entrata in vigore del decreto è fatto divieto, a pena di
nullità, di inserire clausole arbitrali in sede di stipulazione di contratti di
servizio intercorrenti tra società a totale partecipazione pubblica e le
amministrazioni statali;
- al fine di evitare distorsioni della concorrenza e del mercato e di assicurare la
parità degli operatori nel territorio nazionale, a decorrere dal 1° gennaio 2014 le
pubbliche amministrazioni devono acquisire sul mercato di beni e servizi
mediante le procedure concorrenziali previste dal codice appalti;
- dal 1° gennaio 2014 l’affidamento diretto può avvenire solo a favore di
società a capitale interamente pubblico nel rispetto della normativa
comunitaria per la gestione in house, a condizione che il valore economico del
servizio o dei beni oggetto di affidamento sia pari o inferiore a 200mila euro annui.
F – RIDUZIONE DELLA SPESA DEI MINISTERI
Il decreto contiene un capitolo relativo alla riduzione della spesa dei singoli
Ministeri, realizzata prevalentemente attraverso la riduzione dell’ammontare dei contributi
erogati a fondi e agenzie. Per i Ministeri e gli enti statali sono stati eliminati eccessi di
spesa per un importo di 1 miliardo e mezzo per il 2012 e 3 miliardi a partire dal 2013
Per quanto riguarda in particolare il Ministero dello Sviluppo economico e il
ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti le misure di razionalizzazione
prevedono:
- soppressione dell’Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni private e
di interesse collettivo (ISVAP) e della Commissione di vigilanza sui fondi
pensione (COVIP). Le funzioni dei due enti saranno accorpate dall’IVARP, che nasce
come unico istituto per la vigilanza sulle assicurazioni e sul risparmio
previdenziale, nel pieno rispetto delle indicazioni comunitarie in materia. Il nuovo ente
funzionerà in stretta sinergia con le strutture della Banca d’Italia, così da
assicurare una piena integrazione dell’attività di vigilanza nei settori finanziario,
assicurativo e del risparmio previdenziale, anche attraverso un più stretto collegamento
con la vigilanza bancaria. L’istituto diventerà operativo entro 120 giorni dall’entrata in
vigore del decreto, realizzando un risparmio di costi pari ad almeno il 10% delle spese di
funzionamento dei due enti soppressi.
- soppressione dell’Ente nazionale per il Microcredito, dell’Associazione
Luzzatti e della Fondazione Valore Italia. La soppressione dell’Ente nazionale per il
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Microcredito avverrà entro 30 giorni dall’entrata in vigore del decreto. Soppressione
immediata per l’Associazione italiana studi cooperativi “Luigi Luzzatti”, ente strumentale
del ministero dello Sviluppo Economico – che dunque ne assorbe le competenze – per
promuovere la cultura cooperativa. Con l’entrata in vigore del decreto, viene soppressa
anche la Fondazione Valore Italia, il cui scopo era la promozione del design italiano, anche
attraverso la realizzazione di un’esposizione permanente. Le sue attività vengono trasferite
nell’ambito dell’attività ordinaria del ministero dello Sviluppo economico.
- soppressione della società Arcus spa, società vigilata dal Mibac e dal Mit, la
cui mission è la promozione di iniziative legate ai beni culturali e al mondo dello
spettacolo. Le attività finora svolte dalla società saranno eseguite dalle competenti
strutture del ministero dei Beni culturali.
- ulteriori misure riguardano l’annullamento dell’accordo tra Mit, Comune di
Catanzaro, Provincia di Catanzaro e Regione Calabria relativo a Centro Tipologico
Nazionale; la razionalizzazione Comitato Centrale per l’albo degli autotrasportatori; la
riduzione dei compensi degli organi delle Autorità portuali; infine, la riorganizzazione
assetto operativo uffici periferici non coperti da dirigente.
G – RIDUZIONE DELLA SPESA DEGLI ENTI TERRITORIALI
Un capitolo ulteriore riguarda gli enti territoriali. Si riducono di 700 milioni di
euro per l’anno 2012 (e di 1.000 milioni di euro a decorrere dall’anno 2013) i
trasferimenti dello Stato alle Regioni a statuto ordinario, escludendo dalla
riduzione le risorse destinate al Servizio Sanitario Nazionale. La ripartizione tra le Regioni
di tale riduzione sarà determinata dalla Conferenza Stato-Regioni, considerando la
virtuosità e gli eccessi di spesa di ciascuna Regione rilevati dal Commissario straordinario
per la spesa pubblica, Enrico Bondi;
Analoghe misure sono previste nei confronti dei Comuni e delle Province. Per questi
la Conferenza Stato Città provvede alla ripartizione della riduzione dei
trasferimenti. Per i Comuni la riduzione è pari a 500 milioni di euro per l’anno 2012 e
2.000 milioni di euro a decorrere dall’anno 2013. Per le Province la riduzione è di 500
milioni di euro per l’anno 2012 e 1.000 milioni di euro a decorrere dal 2013.
La partecipazione delle Regioni a statuto speciale e delle Province
autonome di Trento e Bolzano alla realizzazione degli obiettivi di finanza
pubblica avviene, secondo modalità stabilite in attuazione dei rispettivi statuti, per un
importo di 500 milioni di euro per l’anno 2012, di 1.000 milioni di euro per l’anno 2013 e
di 1.500 milioni di euro a decorrere dal 2014 (prevedendo, in fase di prima applicazione,
un accantonamento annuale a valere sulla compartecipazione ai tributi erariali, sulla base
di un accordo in sede di Conferenza Stato-Regioni).
Inoltre, si riduce ulteriormente il limite entro cui gli enti territoriali
possono procedere alla spesa per assunzione di personale e si pone il divieto
per le Province di assumere personale a tempo indeterminato, fino a che non
sarà data attuazione alla riduzione e razionalizzazione delle Province stesse.
A partire dal 1° gennaio 2011 i crediti maturati nei confronti delle regioni, degli enti
locali e degli enti del Servizio sanitario nazionale per somministrazione, forniture e appalti,
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possono essere compensati con le somme dovute a seguito di iscrizione a ruolo. A tal fine il
creditore acquisisce l’apposita certificazione e la utilizza per il pagamento, totale o parziale,
delle somme dovute a seguito dell’iscrizione a ruolo. Viene ora previsto che qualora la
Regione, l’ente locale o l’ente del Servizio sanitario nazionale non versino all’agente della
riscossione l’importo oggetto della certificazione le somme sono recuperate mediante
riduzione delle risorse dovute, a qualunque titolo, dallo Stato all’ente territoriale
inadempiente.
H – RIDUZIONE E ACCORPAMENTO PROVINCE
Il decreto interviene anche sulle province, prevedendone la riduzione e
l’accorpamento, con l’obiettivo di dimezzare il numero attuale.
La riduzione avverrà sulla base di due criteri: il primo è la dimensione
territoriale, il secondo è la popolazione. La definizione esatta dei parametri per la
dimensione territoriale e la popolazione sarà completata entro 10 giorni dalla data di
entrata in vigore del decreto, con apposito provvedimento del Consiglio dei Ministri.
All’accorpamento e riduzione si giunge attraverso una procedura che vede il ruolo
attivo degli Enti territoriali. Il Governo trasmette al Consiglio delle autonomie locali,
istituito in ogni regione, la propria deliberazione con i criteri. Successivamente, ogni
Consiglio approva il piano di riduzione entro 40 giorni. Entro la fine dell’anno sarà
completato il piano di accorpamenti.
I Comuni capoluogo di Regione sono esclusi dagli interventi di accorpamento e
riduzione. Le province che “restano in vita” avranno le seguenti competenze:
ambiente (soprattutto per il settore discariche); trasporti e viabilità (anche per quanto
attiene la costruzione, la classificazione e la gestione delle strade). In attuazione del decreto
“Salva Italia”, vengono devolute ai Comuni tutte le altre competenze che finora lo Stato
aveva attribuito alle province.
Entro il 1° gennaio 2014 vengono istituite le Città metropolitane, dieci in
tutto: Roma, Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Bari, Napoli, Reggio
Calabria. Contestualmente, verranno soppresse le relative province.
I – PUBBLICA ISTRUZIONE, UNIVERSITÀ, ENTI DI RICERCA
Per quanto riguarda la pubblica istruzione, l’Università e gli Enti di ricerca le misure
principali sono le seguenti:
- servizi di tesoreria per le scuole e fondo per il loro finanziamento. Viene
istituito un servizio di tesoreria unica per le scuole nel quale confluiranno tutte le risorse
finanziarie attualmente depositate presso istituti bancari privati. In questo modo Banca
d’Italia disporrà di una maggiore disponibilità di cassa di circa 1 Miliardo di euro, con
conseguente economia data dal miglioramento dei saldi di cassa e una minore spesa di
interessi sul debito pubblico quantificabile in circa 8 milioni per il 2012 e 29 milioni a
regime. Le scuole a questo punto potranno gestire la propria liquidità come fanno già ora
gli enti di ricerca.
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- Contabilità speciali scolastiche. Attraverso un’opera di razionalizzazione nella
gestione delle risorse finanziarie del ministero, 30 milioni verranno messi a disposizione
delle scuole per le proprie spese di funzionamento mentre una ulteriore somma di pari
importo andrà a contribuire ai miglioramenti dei saldi di cassa.
- controllo di regolarità amministrativa e contabile. In linea con un orientamento
di maggiore equità, la spesa per compensi aggiuntivi al personale impegnato nell’attività di
controllo sull'attività amministrativa e contabile delle istituzioni scolastiche porterà un
risparmio annuo alle scuole quantificabile in 8 milioni.
- personale del Miur presso scuole estere e MAE. Si opera una riduzione del
personale scolastico comandato presso il MAE con funzioni di coordinamento e gestione
delle scuole italiane all'estero. Di concerto, si opera una ulteriore riduzione anche del
personale dei docenti impiegati presso le scuole italiane all'estero. Da entrambe queste
misure sono attesi risparmi per 2,6 nell'anno in corso e di 16 Mln a regime.
- personale inidoneo a insegnamento. Con questa norma si prevede di impiegare il
personale dichiarato inidoneo all'insegnamento ma con mantenuta capacita lavorativa, in
attività amministrative presso le stesse scuole, nell'ambito regionale. Da questa misura si
ottiene una riduzione di spesa nell'immediato di 38,5 milioni, che a regime supereranno i
100.
- visite fiscali. Viene trasferita alle regioni una somma forfettaria di 23 milioni circa che
consentiranno alle scuole di poter usufruire senza oneri finanziari e amministrativi delle
visite fiscali.
- utilizzo del personale docente in esubero. In linea di continuità con il processo che
mira al pieno impiego di tutto il personale scolastico, viene previsto l'utilizzo in particolare
dei docenti senza cattedra per attività di docenza in materie affini. Fermo restando
l'accertamento delle competenze necessarie a garantire il risultato didattico atteso. In
particolare verificando il possesso degli idonei titoli di studio.
- vincoli al turn over per il sistema universitario statale e per gli enti di
ricerca. Si prevede per le università e gli enti di ricerca l'adeguamento alla normativa già
in vigore preso le altre pubbliche amministrazioni, in materia di limitazione alle nuove
assunzioni.
- Altre disposizioni di carattere finanziario ed esigenze indifferibili. Vengono
stanziati 10 milioni per le università non statali. Questa cifra è inferiore a quella assegnata
negli scorsi anni agli atenei privati, pari a 20 milioni. Si destinano 90 milioni in più per il
diritto allo studio. In questo modo si riporta lo stanziamento al valore storico. Infine, si
destinano 103 milioni per la gratuita dei libri di testo nella scuola secondaria di primo
grado ( per le primarie i libri di testo sono assicurati gratuitamente dai Comuni). In questo
caso lo stanziamento rimane invariato rispetto a quello degli scorsi anni.
L – SANITÀ
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L’analisi della spesa sanitaria delle diverse Regioni, delle singole Aziende sanitarie
locali e ospedaliere ha evidenziato una notevole variabilità dei costi sostenuti per l’acquisto
di beni e servizi (sanitari e non sanitari) di farmaci e di dispositivi medici. Si è quindi
deciso di concentrare gli sforzi per una riduzione dei costi sanitari su 4 capitoli di spesa:
- condizioni di acquisto e fornitura di beni e servizi. Si prevede anzitutto la
rideterminazione degli importi e delle prestazioni previsti nei singoli contratti di fornitura
nella misura del 5%, a decorrere dall’entrata in vigore del decreto legge e per tutta la durata
del contratto. Tale misura straordinaria - finalizzata ad anticipare già nel 2012 le misure
sui beni e servizi previste dal decreto legge n. 98 del 2011 – produrrà pienamenti i suoi
effetti a decorrere dal 2013 e sarà basata sull’obbligo per le centrali di acquisto di tenere
conto dei nuovi contratti dei prezzi di riferimento che via via l’Autorità di controllo sui
contratti pubblici renderà noti e disponibili.
Per i contratti già stipulati è prevista invece una rinegoziazione tra
Azienda sanitaria e fornitori, oppure la possibilità di recesso da parte della
struttura pubblica, nel caso di significativi scostamenti (20%) tra i prezzi in vigore e
quello di riferimento (in deroga all’articolo 1171 del Codice civile).
- spesa per farmaci. Per il 2012 è previsto un aumento dello sconto
obbligatorio che le farmacie e le aziende farmaceutiche praticano nei
confronti del Servizio Sanitario Nazionale. Lo sconto passa, per le farmacie, da
1,82% a 3,85% ed è variabile, a partire dall’entrata in vigore del decreto, per il 2012, 2013, e
2014. Per le aziende farmaceutiche lo sconto passa da 1,83% a 6,5%, per il solo anno 2012,
a partire dall’entrata in vigore del decreto. Per gli anni successivi la revisione della spesa
viene operata tramite una ridefinizione delle regole che prevedono un tetto di
spesa sia per la farmaceutica convenzionata territoriale che per la
farmaceutica ospedaliera. Per la farmaceutica territoriale viene individuato un nuovo
tetto di spesa pari all’11,5% (rispetto al precedente 13,3%). Per la farmaceutica ospedaliera
il nuovo tetto è del 3,2% (rispetto al precedente 2,4%).
Nel caso di sfondamento del tetto della farmaceutica territoriale viene
confermato il meccanismo di ripiano totalmente a carico della filiera farmaceutica
(aziende, grossisti, farmacisti); per lo sfondamento della spesa farmaceutica
ospedaliera, che fino ad oggi è stato tutto a carico delle Regioni, viene introdotto un
meccanismo di ripiano che pone a carico delle aziende farmaceutiche il 50% del totale.
- spesa per dispositivi medici. Per il solo secondo semestre 2012 viene previsto
un abbattimento del 5% degli importi e dei volumi di fornitura. Mentre nel 2013
la revisione della spesa viene realizzata tramite la fissazione di un tetto di spesa pari al
4,8% per tali dispositivi. Le Regioni sono chiamate a garantire tale tetto di spesa sia
attraverso l’utilizzo dei prezzi di riferimento, sia attraverso interventi di razionalizzazione
nella fase di acquisto, immagazzinamento e utilizzo degli stessi nelle attività assistenziali.
- acquisto di prestazioni sanitarie da soggetti privati accreditati. La
misura prevista consiste in una riduzione del budget assegnato alle singole strutture pari
all’1% per il 2012 e al 2% per il 2013, rispetto al budget 2011.
http://www.governo.it/backoffice/allegati/68634-7826.pdf