Nel 2009 è stata rilasciata un’autorizzazione per l’esercizio di nuovo impianto di carburanti, a favore di una ditta a cui era stato concesso in affitto il terreno. Sette mesi fa l’autorizzazione è stata revocata per mancata comunicazione di sospensione dell’attività. In questi giorni è stata pervenuta da altra ditta una richiesta di rilascio di nuova autorizzazione per l’esercizio di impianto di carburanti nella stessa area, con allegato, tra gli altri, parere preventivo dei vigili del fuoco e dell’Agenzia delle dogane e contratto di affitto dal quale si evince che il titolare del terreno ha concesso in locazione al nuovo affittuario sia il terreno che gli impianti/attrezzature esistenti (serbatoi interrati, colonnine per la distribuzione dei prodotti petroliferi, pensilina, ecc.).
Come mi devo comportare per il rilascio dell’autorizzazione?
Devo rilasciare un’autorizzazione precisando che l’esercizio dell’attività di distribuzione carburanti è subordinata alla dichiarazione/certificazione di collaudo dell’impianto rilasciata da un professionista (art. 10, comma 1, d.p.r. 160/2010) oppure è opportuno effettuare un collaudo tramite commissione comunale?
Infine, cosa mi consigliate per le opere edilizie esistenti? Il tecnico mi dovrà dichiarare nella perizia giurata che le stesse sono conformi al precedente certificato di agibilità?
L?autorizzazione ? rilasciabile quando puoi mettere insieme la conclusione positiva degli ?n? sub-procedimenti attivati contestualmente (o almeno di parte di questi, di quelli necessari all?avvio effettivo, da vedere caso per caso). Tuttavia, l?impianto non pu? essere messo in esercizio prima del collaudo effettuato da un professionista abilitato, ai sensi dell'articolo 10 del DPR n. 160/2010 . Non applicare l?autocollaudo porterebbe a probabili responsabilit? per aggravio ingiustificato del procedimento.
Ogni quindici anni dall?ultimo collaudo dovr? essere presenta una perizia giurata al SUAP.
Non entro nel merito della premessa che hai fatto. Semmai sar? il vecchio titolare che potr? ricorrere in via giudiziale qualora ritenga di avere anche delle posizioni giuridiche attive sull'azienda o sul terreno.