La Suprema Corte di Cassazione, [b]con sentenza n. 7011/2021, conferma[/b] la condanna alla pena della reclusione per l'insegnante responsabile del [b]reato di abuso dei mezzi di correzione, per aver insultato e offeso con aggressività i suoi alunni adolescenti[/b], determinando in questo modo un concreto pericolo per la salute mentale dei ragazzi, di età compresa tra i 14 e i 15 anni.
In particolare la Corte nel respingere le doglianze avanzate avverso la sentenza di II grado evidenzia la linearità e logica consequenzialità della sentenza impugnata, dalla quale emerge che "[i]l'imputata interagiva con gli studenti con r[b]eiterate condotte pesantemente offensive e fisicamente aggressive,[/b] così da travalicare le finalità proprie del normale processo educativo. Le continue aggressioni, verbali e fisiche, e le umiliazioni subite, con speciale riguardo alla intima sfera sessuale, avevano determinato[b] un concreto pericolo per la salute mentale dei giovani alunni di 14-15 anni, ancora adolescenti e tendenzialmente fragili sotto l'aspetto psichico.[/b] E ciò in linea con il costante in[b]segnamento giurisprudenziale di questa Suprema Corte[/b], secondo cui,[b] in tema di abuso dei mezzi di correzione o di disciplina, la nozione di malattia è più ampia di quelle concernenti l'imputabilità o i fatti di lesione personale, estendendosi fino a comprendere ogni conseguenza traumatica e rilevante sulla salute psichica del soggetto passivo[/i]."[/b]
https://www.studiocataldi.it/articoli/41237-carcere-per-la-professoressa-che-insulta-gli-studenti.asp
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