La Seconda Sezione penale della Corte di Cassazione con la sentenza n[b]. 37818 del 30 dicembre 2020 h[/b]a affermato che: "[i]l[b]'espianto di ovociti dall'utero di una donna[/b], realizzato in ambiente clinico contro la sua volontà, da personale medico, configura il [b]delitto di rapina,[/b] in quanto gli ovociti possono essere considerati "[b]cose mobili" nel momento in cui vengono distaccati dal corpo umano e da tale momento sono pienamente detenuti dalla donna,[/b] attesa la possibilità della stessa sia di utilizzarli che di donarli a coppie con problemi di sterilità, sicché gli stessi sono passibili di sottrazione e impossessamento"[/i].
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