Buongiorno, il titolare di una attrazione viaggiante, già munita di codice identificativo, concesso da regione diversa rispetto alla sua attuale residenza, vorrebbe richiedere la revoca al comune che ha rilasciato il codice in parola, per poi procedere a sottoporre il mestiere alla verifica della CCVSLPS presso il comune di residenza. Per quanto sopra chiedo se è nelle facoltà del proprietario agire in tal senso. Grazie
riferimento id:56354Non comprendo il fine della procedura. La targhetta /codice, una volta registrata e apposta sull'attrazione resta quella vita natural durante. Il comune registrante terrà le fila delle sorti giuridiche di quell'attrazione: gestirà tutti i passaggi di proprietà/utilizzo volturando il codice ai diversi possessori. Mentre la licenza ex art. 69, per prassi, è rilasciata dal comune sede dell'attività, la targhetta/registrazione è assegnata da qualsivoglia comune e tale comune resta titolare amministrativo di quel codice.
La normativa, quindi, non può contemplare un'ipotesi del genere. Io indicherei vivamente di non procedere perché si va a ingenerare una spirale procedurale del tutto superflua che comporta lavoro non dovuto da parte della PA.
Detto questo, il soggetto potrebbe aggirare l'invito a non procedere, simulando una dismissione presso il comune che ha registrato l'attrazione riconsegnando il tutto: (art. 4 del DM 18/05/07) [i]Nel solo caso di dismissione, il gestore dovrà consegnare anche la targa ovvero certificarne l'avvenuta distruzione[/i]. Fatto questo può presentarsi presso un altro comune e chiedere la registrazione come fosse una nuova attrazione non registrata.
Certo è che il comune competente sulla licenza art. 69 TULPS deve poi aggiornare la stessa andando a cancellare l'attrazione con codice XXX e inserendo l'attrazione (guarda caso lo stesso nome) con codice YYY