Data: 2019-12-05 10:56:25

vendita produttori agricoli

Una collega di un comune limitrofo mi ha rappresentato la seguente problematica: è pervenuta all'ufficio commercio la scia di vendita in locale aperto al pubblico da parte di due produttori agricoli che utilizzano degli spazi comuni (bagno e ripostiglio) e a metà il resto della superficie di vendita. Hanno allegato la notifica sanitaria che poi è stata trasmessa alla competente azienda sanitaria. Il dirigente della Asl ha contestato tale promiscuità e la confusione nell'attribuzione delle responsabilità in base al regolamento 852/2004 anche per l'applicazione di eventuali sanzioni visto che vi sono degli spazi comuni con la conseguente impossibilità di individuare il soggetto responsabile al quale erogare eventuali sanzioni o effettuare accertamenti. L'ufficio commercio, che ha constatato che i due produttori vendono solo prodotti sigillati di loro produzione e una modesta quantità di prodotti provenienti da altri, non ritiene corrette tali valutazioni della Asl anche perché viene fatto un generico riferimento alla normativa sopra richiamata. La Asl non propone soluzioni alternative  ma addirittura la chiusura delle attività da parte del Comune. L'ufficio ritiene però che: se i produttori hanno violato una disposizione igienico sanitaria, l'azienda sanitaria ha la possibilità di sanzionare e comunicare il verbale al Comune che provvederà ad applicare le opportune sanzioni. In ogni caso se il problema fosse davvero la coesistenza di due attività in uno stesso locale, lo stesso potrebbe essere risolto con l'apertura a nome di un solo produttore (che sarebbe il responsabile) il quale poi affitterà all'altro parte dei locali. In ogni caso, il Comune, a quali norme di legge dovrebbe far riferimento per imporre una diversa organizzazione delle attività?

riferimento id:52644

Data: 2019-12-06 06:59:38

Re:vendita produttori agricoli


Una collega di un comune limitrofo mi ha rappresentato la seguente problematica: è pervenuta all'ufficio commercio la scia di vendita in locale aperto al pubblico da parte di due produttori agricoli che utilizzano degli spazi comuni (bagno e ripostiglio) e a metà il resto della superficie di vendita. Hanno allegato la notifica sanitaria che poi è stata trasmessa alla competente azienda sanitaria. Il dirigente della Asl ha contestato tale promiscuità e la confusione nell'attribuzione delle responsabilità in base al regolamento 852/2004 anche per l'applicazione di eventuali sanzioni visto che vi sono degli spazi comuni con la conseguente impossibilità di individuare il soggetto responsabile al quale erogare eventuali sanzioni o effettuare accertamenti. L'ufficio commercio, che ha constatato che i due produttori vendono solo prodotti sigillati di loro produzione e una modesta quantità di prodotti provenienti da altri, non ritiene corrette tali valutazioni della Asl anche perché viene fatto un generico riferimento alla normativa sopra richiamata. La Asl non propone soluzioni alternative  ma addirittura la chiusura delle attività da parte del Comune. L'ufficio ritiene però che: se i produttori hanno violato una disposizione igienico sanitaria, l'azienda sanitaria ha la possibilità di sanzionare e comunicare il verbale al Comune che provvederà ad applicare le opportune sanzioni. In ogni caso se il problema fosse davvero la coesistenza di due attività in uno stesso locale, lo stesso potrebbe essere risolto con l'apertura a nome di un solo produttore (che sarebbe il responsabile) il quale poi affitterà all'altro parte dei locali. In ogni caso, il Comune, a quali norme di legge dovrebbe far riferimento per imporre una diversa organizzazione delle attività?
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MAH ... certo che possono operare negli stessi locali con promisquità. La ASL può sempre identificare i responsabili e sanzionare e nel dubbio fa verbale a entrambi.
Non è questa motivazione sufficiente per non consentire attività.
Altrimenti chiudiamo i centri commerciali!

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