Egregi colleghi,
Diversi cittadini ci hanno segnalato la presenza di numerosi gatti randagi all’interno di un giardino privato e, vista l’abitudine stanziale degli animali in quel luogo, alcuni di loro hanno suggerito l’istituzione di una colonia felina.
Intervenuti sul posto ci siamo accorti che effettivamente nelle adiacenze bivaccavano una ventina di felini che si introducevano liberamente nel giardino vista anche l’assenza di recinzioni e siepi divisorie con l’esterno, ed era lo stesso proprietario ad attirarli, piu o meno involontariamente, mentre dava il pasto quotidiano ai suo gatti. Secondo quest’ultimo,la maggior parte di loro vi stanzierebbe gran parte del giorno tranne la notte quando alcuni si trasferiscono dai vicini , fatto questo accertato da ulteriori ispezioni nelle case vicine, e che escluderebbe la natura randagia di molti di loro.
Ammesso e non concesso lo status di randagi di questi gatti è’ possibile a vostro avviso istituire o riconoscere una colonia felina in area privata anche senza il consenso del proprietario e nel qual caso, fermo restando l’impossibilita del Comune per carenza di personale, la gestione della colonia a chi farebbe capo non essendoci al momento un associazione o volontari dichiaratisi disponibili ?
La normativa nazionale non chiarisce quale soggetto debba istituire la colonia felina (prob. il Comune) né se tale procedura debba essere attivata d’ufficio o su istanza motivata di privati. La legge Regionale 21/94 (Regione Sardegna) a cui dovremmo far riferimento niente innova a riguardo se non le direttive applicative che, tra l’altro, dicono “i Comuni, tramite le Associazioni o cittadini volontari, devono censire e gestire le colonie feline; per impedire un incremento numerico dei felini concordano con le ASL appositi piani di sterilizzazione”.
Egregi colleghi,
Diversi cittadini ci hanno segnalato la presenza di numerosi gatti randagi all’interno di un giardino privato e, vista l’abitudine stanziale degli animali in quel luogo, alcuni di loro hanno suggerito l’istituzione di una colonia felina.
Intervenuti sul posto ci siamo accorti che effettivamente nelle adiacenze bivaccavano una ventina di felini che si introducevano liberamente nel giardino vista anche l’assenza di recinzioni e siepi divisorie con l’esterno, ed era lo stesso proprietario ad attirarli, piu o meno involontariamente, mentre dava il pasto quotidiano ai suo gatti. Secondo quest’ultimo,la maggior parte di loro vi stanzierebbe gran parte del giorno tranne la notte quando alcuni si trasferiscono dai vicini , fatto questo accertato da ulteriori ispezioni nelle case vicine, e che escluderebbe la natura randagia di molti di loro.
Ammesso e non concesso lo status di randagi di questi gatti è’ possibile a vostro avviso istituire o riconoscere una colonia felina in area privata anche senza il consenso del proprietario e nel qual caso, fermo restando l’impossibilita del Comune per carenza di personale, la gestione della colonia a chi farebbe capo non essendoci al momento un associazione o volontari dichiaratisi disponibili ?
La normativa nazionale non chiarisce quale soggetto debba istituire la colonia felina (prob. il Comune) né se tale procedura debba essere attivata d’ufficio o su istanza motivata di privati. La legge Regionale 21/94 (Regione Sardegna) a cui dovremmo far riferimento niente innova a riguardo se non le direttive applicative che, tra l’altro, dicono “i Comuni, tramite le Associazioni o cittadini volontari, devono censire e gestire le colonie feline; per impedire un incremento numerico dei felini concordano con le ASL appositi piani di sterilizzazione”.
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Suggerimenti:
1) fare ulteriore istruttoria
2) chiedere parere ASL
3) se vi sono i presupposti il riconoscimento avviene con determina dirienziale: http://albo-online.tavarnellevp.it/getAllegato.php?CodiceRegistro=307&Anno=2015&Progressivo=7&IdAllegato=1
Info: https://www.comune.pisa.it/it/ufficio-scheda/24133/COLONIE-FELINE.html