Garante Privacy - No alla raccolta punti "acchiappa consensi"
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[b]Si deve peraltro considerare che la “raccolta” (al pari della “conservazione”) dei dati personali è in sé - a prescindere da eventuali ulteriori trattamenti (quale l’invio di comunicazioni per finalità promozionale, che peraltro risulta essere stato effettuato dalla Società nell’ambito delle proprie campagne di marketing) - un'operazione di trattamento rilevante ai fini della normativa in materia (v. art. 4, comma 1, lett. a. del previgente Codice; in questo senso, v., fra agli altri: i provv.ti 27 ottobre 2016, cit.; 20 novembre 2014, doc. web n. 3657934). Pertanto, i suindicati profili di illiceità sono da ritenersi assorbenti rispetto all’ulteriore violazione ravvisabile, in capo alla Società, nella mancata acquisizione, in sede di raccolta dei dati, di un libero e specifico consenso degli utenti per l'invio di comunicazioni automatizzate (quali le e-mail) a contenuto promozionale ai sensi degli artt. 23, comma 3, e 130, commi 1 e 2, del Codice.[/b]
TESTO COMPLETO: https://www.gpdp.it/web/guest/home/docweb/-/docweb-display/docweb/9120218
Ben peggio è acchiappare registrazioni, specialmente faccia a faccia e quindi in forma non solo scritta. Chi vuole riservarsi il posto fornirà dati per la prenotazione, ma per occupare l'ultimo minuto quelli rimasti liberi non è assolutamente giustificato registrarsi, meno che mai con la pagliacciata di essere informati che in qualunque momento ci si può cancellare. Se tutti i dati sono eccedenti le finalità, deve essere vietato acquisirli, mentre il consenso diventa un insulso appesantimento.
Occorre attribuire alle forze dell'ordine specifiche funzioni di pronto intervento per impedire agli uscieri manichino di estorcere registrazioni e sequestrare quelle già estorte. In rete evento privato è quello visibile solo agli amici, non quello in cui cani e porci devono inserirsi per il bel muso degli organizzatori.