Salve,
ho notato che è prassi comune adibire oppure locare immobili abitativi per uso ufficio o studio professionale, sebbene sarebbe corretto modificare la categoria catastale in A10 e la relativa destinazione d’uso da abitativa a direzionale. Infatti, dato che la maggior parte delle attività dei liberi professionisti non necessita di comunicazione e specifiche autorizzazioni (es. Scia), sarebbe sufficiente, ad esempio, stipulare un contratto di locazione ad uso diverso dall’abitativo (6+6) per detrarre i costi e comunicare all’ufficio smaltimento rifiuti lo svolgimento dell’attività professionale. (L’imu rimarrebbe uso abitazione).
Vi chiedo: quali potrebbero essere le conseguenze di un tale comportamento?
Salve,
ho notato che è prassi comune adibire oppure locare immobili abitativi per uso ufficio o studio professionale, sebbene sarebbe corretto modificare la categoria catastale in A10 e la relativa destinazione d’uso da abitativa a direzionale. Infatti, dato che la maggior parte delle attività dei liberi professionisti non necessita di comunicazione e specifiche autorizzazioni (es. Scia), sarebbe sufficiente, ad esempio, stipulare un contratto di locazione ad uso diverso dall’abitativo (6+6) per detrarre i costi e comunicare all’ufficio smaltimento rifiuti lo svolgimento dell’attività professionale. (L’imu rimarrebbe uso abitazione).
Vi chiedo: quali potrebbero essere le conseguenze di un tale comportamento?
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Occorre distinguere il professionista che realizza il proprio studio a casa propria, e quindi rimane residenziale se non fa opere destinate al cambio d'uso dallo studio associato o impresa che utilizza una civile abitazione, modificandone le caratteristiche. In questi casi, a meno che non vi sia un uso foresteria e quindi un utilizzo ancora parzialmente residenziale, occorre passare al direzionale.