Buongiorno,
mi servirebbero delle info su una situazione a mio avviso un po' confusa, la domanda di residenza (in affitto) in un immobile senza agibilita'
Spiego la mia situazione: tra poco andro' a vivere in affitto in un loft accatastato come C3, quindi per definizione senza agibilita'. Pero' ci vivro', quindi a meno di rispostare la residenza dai miei genitori, la soluzione piu' corretta sarebbe di spostarla in quel locale.
Da cio' che ho capito leggendo in giro, cio' che conta per l'accettazione del comune (Milano in questo caso) della richiesta di residenza, e' solamente l'effettivo "vivere" in un determinato posto, ho capito bene? Oppure il Comune ha facolta' di rigettare la domanda?
Non ho comunque capito se, per chi presenta domanda di residenza in locale C3 e' prevista una qualche forma di sanzione amministrativa / penale. Ho trovato riferimenti di sanzioni in un articolo di un RD del 1934 che, pero', mi pare sia stato abrogato da una norma successiva. Non si riesce neppure a capire se eventuali sanzioni siano a carico di chi fa domanda di residenza, oppure del proprietario dell'immobile
La materia mi pare confusa, vi ringrazio se c'e' modo di chiarirmi le idee
Una buona giornata
Buongiorno,
mi servirebbero delle info su una situazione a mio avviso un po' confusa, la domanda di residenza (in affitto) in un immobile senza agibilita'
Spiego la mia situazione: tra poco andro' a vivere in affitto in un loft accatastato come C3, quindi per definizione senza agibilita'. Pero' ci vivro', quindi a meno di rispostare la residenza dai miei genitori, la soluzione piu' corretta sarebbe di spostarla in quel locale.
Da cio' che ho capito leggendo in giro, cio' che conta per l'accettazione del comune (Milano in questo caso) della richiesta di residenza, e' solamente l'effettivo "vivere" in un determinato posto, ho capito bene? Oppure il Comune ha facolta' di rigettare la domanda?
Non ho comunque capito se, per chi presenta domanda di residenza in locale C3 e' prevista una qualche forma di sanzione amministrativa / penale. Ho trovato riferimenti di sanzioni in un articolo di un RD del 1934 che, pero', mi pare sia stato abrogato da una norma successiva. Non si riesce neppure a capire se eventuali sanzioni siano a carico di chi fa domanda di residenza, oppure del proprietario dell'immobile
La materia mi pare confusa, vi ringrazio se c'e' modo di chiarirmi le idee
Una buona giornata
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Non esistono limitazioni particolari per richiedere la residenza in ambienti anche privi di agibilità per civile abitazione. La si può chiedere in locali commerciali, in albergo, in aree a verde ... purchè si dimostri la dimora abituale presso dette strutture.
L'uso tuttavia per finalità residenziali di immobili commerciali potrebbe portare a conseguenze anche sanzionatorie:
- es. mutamento di destinazione d'uso incompatibile
- accatastamento non conforme
Inoltre l'organo accertatore potrebbe ritenere che le caratteristiche non siano tali da considerare sussistente la dimora abituale. Quindi potrebbe pretendere un riscontro circa la presenza di cucina, servizi igienici e contratti idonei per fornitura di acqua, luce, gas.
Buongiorno! grazie mille per l'esaustiva risposta... le eventuali sanzioni sono a carico del locatore, dell'inquilino o di entrambi?
Grazie mille!
Buongiorno! grazie mille per l'esaustiva risposta... le eventuali sanzioni sono a carico del locatore, dell'inquilino o di entrambi?
Grazie mille!
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Principalmente dell'inquilino. Ma in base alla L. 68/1981 il proprietario è responsabile IN SOLIDO se non dimostra che ha informato l'interessato o l'attività è stata svolta a propria insaputa