Salve, avrei un quesito da porre in merito ad una onlus che ha intenzione di effettuare all'interno di un locale una sorta di mercatino dell'usato che nello specifico riguarderebbe la vendita di oggetti usati quali vestiti, piccoli elettrodomestici etc..
I miei dubbi sono:
1) se la vendita fosse ad offerta, come si configura? E' comunque un'attività commerciale che necessita di SCIA di vicinato + tenuta registro usato? Se invece fosse un'attività libera, significa che non devono comunicare nulla al Comune e che non hanno l'obbligo di tenuta del registro?
2) Nello specifico della tenuta del registro dell'usato, dal momento che l'art. 247 del regolamento di attuazione del Tulps stabilisce che quanto disposto dall'art. 128 Tulps non si applica a cose usate prive di valore o di valore esiguo, nella pratica ciò cosa implica? Nel caso in cui il Comune non abbia quantificato il "valore esiguo", il commerciante come si deve comportare? C'è qualche indicazione a riguardo o deve essere soggettivamente valutato cosa annotare nel registro e cosa no?
3) Sempre invece nel caso di una onlus che volesse vendere, per un periodo limitato alle festività natalizie, oggetti artigianali da loro acquistati e rivenduti ad offerta libera, il cui ricavato andrebbe in beneficienza, come deve configurarsi questa attività? Quali sarebbero in questo caso gli adempimenti amministrativi?
4) Se l'attività descritta al punto 3) fosse organizzata da un privato (volontario dell'associazione) invece che dall'associazione, cambierebbe qualcosa?
Come sempre ringrazio per il prezioso aiuto.
1) se la vendita fosse ad offerta, come si configura?
[color=red]Siamo fuori dal commercio[/color]
E' comunque un'attività commerciale che necessita di SCIA di vicinato + tenuta registro usato?
[color=red]No se non ha natura commerciale. GUarda che non ha natura commerciale neanche se mettono i prezzi (l'escamotage dell'offerta libera non è rilevante).
Ciò che conta è il carattere non imprenditoriale dell'attività.
Quindi se sono ONLUS mettano pure i prezzi invece di far finta scrivendo (offerta libera minimo x euro)!!!![/color]
Se invece fosse un'attività libera, significa che non devono comunicare nulla al Comune e che non hanno l'obbligo di tenuta del registro?
[color=red]Confermo[/color]
2) Nello specifico della tenuta del registro dell'usato, dal momento che l'art. 247 del regolamento di attuazione del Tulps stabilisce che quanto disposto dall'art. 128 Tulps non si applica a cose usate prive di valore o di valore esiguo, nella pratica ciò cosa implica?
[color=red]50 euro a prodotto potrebbe essere un valido riferimento. Alcuni Comuni hanno disciplinato stabilendo una cifra, alcuni 25, altri 50, altri 200 ... 50 è la più gettonata[/color]
Nel caso in cui il Comune non abbia quantificato il "valore esiguo", il commerciante come si deve comportare?
[color=red]Faccia una scelta, es. 50 euro, e lo scriva sul registro! In caso di controllo lo giustifica bene[/color]
C'è qualche indicazione a riguardo o deve essere soggettivamente valutato cosa annotare nel registro e cosa no?
[color=red]Vedi sopra[/color]
3) Sempre invece nel caso di una onlus che volesse vendere, per un periodo limitato alle festività natalizie, oggetti artigianali da loro acquistati e rivenduti ad offerta libera, il cui ricavato andrebbe in beneficienza, come deve configurarsi questa attività? Quali sarebbero in questo caso gli adempimenti amministrativi?
[color=red]Vedi sopra, nessuno![/color]
4) Se l'attività descritta al punto 3) fosse organizzata da un privato (volontario dell'associazione) invece che dall'associazione, cambierebbe qualcosa?
[color=red]Come sopra[/color]
Molte grazie, è stato chiarissimo!
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