Accesso abusivo a sistema informatico anche se si è APICALE
[color=red][b]Cassazione penale n. 48895/2018[/b][/color]
http://www.italgiure.giustizia.it/xway/application/nif/clean/hc.dll?verbo=attach&db=snpen&id=./20181025/snpen@s50@a2018@n48895@tS.clean.pdf
Partendo da tali premesse la giurisprudenza di questa Sezione in tema
di accesso abusivo ad un sistema informatico afferma che occorre far
riferimento ai limiti dell'autorizzazione di accesso caratterizzanti la competenza
del soggetto agente: integra pertanto il delitto previsto dall'art. 615-ter cod.
pen., la condotta di colui (nel caso: collaboratore di uno studio legale, cui sia
affidata esclusivamente la gestione di un numero circoscritto di clienti) che
acceda all'archivio informatico dello studio provvedendo a copiare e a duplicare,
trasferendoli su altri supporti informatici, i files riguardanti l'intera clientela dello
studio professionale e, pertanto, esulanti dalla competenza che gli era stata
attribuita. (Sez. 5, n. 11994 del 05/12/2016 - dep.2017, Grigolli, Rv. 269478).
Infatti l'accesso abusivo ad un sistema informatico consiste nella obiettiva
violazione delle condizioni e dei limiti risultanti dalle prescrizioni impartite dal
titolare del sistema per delimitarne l'accesso, compiuta nella consapevolezza di
porre in essere una volontaria intromissione nel sistema in violazione delle regole
imposte dal dominus loci, a nulla rilevando gli scopi e le finalità che abbiano
soggettivamente motivato tale accesso (Sez. 5, n. 33311 del 13/06/2016,
Salvatorelli, Rv. 267403; Sez. 5, n. 44403 del 26/06/2015, Morisco, Rv.
266088).
La qualifica di dirigente spetta al prestatore di lavoro che, come alter ego
dell'imprenditore, sia preposto alla direzione dell'intera organizzazione aziendale
ovvero ad una branca o settore autonomo di essa, e sia investito di attribuzioni
che, per la loro ampiezza e per i poteri di iniziativa e di discrezionalità che
comportano, gli consentono, sia pure nell'osservanza delle direttive
programmatiche del datore di lavoro, di imprimere un indirizzo ed un
orientamento al governo complessivo dell'azienda, assumendo la corrispondente
responsabilità ad alto livello (cd. dirigente apicale) (Sez. L., Sentenza n. 7295
del 23/03/2018, Rv. 647543 - 01).
La preposizione ad una branca o un settore autonomo dell'impresa non
implica però necessariamente l'accesso indiscriminato a tutte le informazioni in
possesso dell'imprenditore preponente, perché una compartimentazione
dell'accesso informativo è pienamente compatibile, sul piano logico e giuridico,
con il carattere settoriale della preposizione.