Vi segnalo questa pagina che, al momento, è il miglior esempio di "informativa privacy adeguata al GDPR" che ho trovato in rete.
[img width=300 height=156]https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/39999730_10218062653347134_8037651138318696448_n.jpg?_nc_cat=0&oh=adfca2f3c37bb34fc767318150248ced&oe=5BEDB6B0[/img]
[size=18pt]https://www.ipzs.it/ext/privacy.html[/size]
Oltre al carattere stratificato, al linguaggio semplice, alla facile accessibilità alle varie sezioni, alla differenziazione delle informative in relazione agli interessati, contiene anche lo "storico" delle informative, cookie law, elenco responsabili ecc... e come prima informazione i riferimenti (anche nominativi) del DPO.
Un buon esempio per tutti.
Un caso ben raro a fronte di moltissimi cattivi esempi in cui si è presi in giro.
A un festival si è informato il fesso che nome data di nascita e indirizzo servono per l'accesso alla sala. Neppure l'ombra di una giustificazione o spiegazione di che uso ne venga fatto e perché non se ne possa fare a meno. Potevano ugualmente informare che per andare al cesso servono le impronte digitali, tanto mica se ne può discutere.
Scrivendo che la posta elettronica è facoltativa, non si spiega nel caso uno la lasci se riceverà messaggi pubblicitari o magari porno.
Andrebbe stabilito che la data di nascita si può chiedere solo per sconti riservati a anziani o ragazzi, ovvero se l'evento è vietato ai minori. Se l'identificazione è per i soliti motivi di sicurezza, una volta concluso l'evento senza attentati si devono eliminare tutti i dati, e non c'è consenso che tenga. Ancora, la registrazione dovrebbe essere permessa solo ad agenti di polizia pubblica, così ci si penserà se val la pena di ingaggiarli. Va puntualizzato che le false generalità sono perseguibili solo se date a pubblici ufficiali.