Buongiorno, un'associazione di produttori agricoli vorrebbe organizzare, con cadenza settimanale, la vendita di prodotti all'interno di un edificio di cui ha la disponibilità. Sotto il profilo normativo, come si configurerebbe la cosa? Si tratterebbe di un mercato agricolo così come definito dal D.M. del 20/11/2007 e quindi soggetto a presentazione di domanda da parte dell'associazione con conseguente autorizzazione/silenzio-assenso e redazione di un disciplinare con il Comune? Oppure si tratta di vendita diretta come prevista dall'art. 4 del D.Lgs. 228/2001 e quindi richiede solo comunicazione preventiva al Comune, oltre al fatto che all'attività non si applica la disciplina sul commercio nè è richiesto cambio di destinazione d'uso dei locali?
Grazie e cordiali saluti
Dipende da cosa intendono fare...
Per come descritto e soprattutto se c’è rotazione degli agricoltori a mio avviso si configura come mercati agricoli.
Il D.M. 20/10/2007 all’art. 1 c. 3 infatti prevede tale forma anche su aree private.
Il d.lgs. 228/01 seppur all’art.4 c. 1 parli di imprenditori agricoli singoli o associati, tra le forme di vendita quella in locale aperto al pubblico ha più le caratteristiche dell’attività continuativa (almeno stagionale). Inoltre gli agricoltori in quella sede devono aprire un’unità locale.
Innanzitutto, grazie come sempre per la risposta. Quindi, nel caso si tratti, come sembra essere nelle intenzioni, di una tipologia di attività che ricade nelle previsioni del D.M. 20/11/2007 (oltre a tutto, ci sarebbe anche l'intenzione di organizzare contemporaneamente attività simili a quelle previste dall'art. 4, comma 2, del decreto in questione), la stessa dovrà necessariamente inquadrarsi come mercato agricolo con quanto ne consegue? Mi può confermare che non ci sono gli estremi perchè i singoli produttori possano avviare l'attività di vendita presentando la comunicazione prevista dall'art. 4, comma 4, del d.lgs. 228/2001 oppure si trattadi una strada percorribile?
Ringrazio ancora per l'aiuto fornito.
Buongiorno, riprendo questo post per avere un chiarimento rispetto a quanto chiesto da ultimo che probabilmente è sfuggito; posto che la tipologia di attività di vendita descritta nel primo post (associazione di produttori agricoli che intende avviare un'attività di vendita di propri prodotti all'interno di un immobile di proprietà privata e con cadenza settimanale/max bisettimanale, oltre a iniziative didattiche e similari) sembra configurarsi come mercato agricolo ai sensi del D.M. 20/11/2007, la mia domanda è questa: potrebbe questa associazione di produttori agricoli non avviare l'attività come mercato agricolo (quindi in sostanza senza un disciplinare alla base), ma far presentare ad ogni singolo produttore la comunicazione prevista dall'art. 4 comma 4 del d.lgs. 228/2001? La cosa sarebbe legittima? Oppure data la natura e le modalità dell'attività da intraprendere, la stessa dovrebbe configurarsi come mercato agricolo? E in questo caso, in base a quale normativa? Molte grazie e cordiali saluti.
riferimento id:45904A mio avviso si tratta di mercato.
Ma se proprio si vuole percorrere la strada della vendita diretta ci sono alcuni aspetti non irrilevanti da considerare:
1. vero è che l'art. 4 c. 8-ter del d.lgs. 228/01 dispone che l'attività di vendita diretta dei prodotti agricoli non comporta cambio di destinazione d'uso dei locali ove si svolge la vendita e può esercitarsi su tutto il territorio comunale a prescindere dalla destinazione urbanistica della zona in cui sono ubicati i locali a ciò destinati, ma ciò non toglie che in tali locali devono essere [i]osservate le disposizioni vigenti in materia di igiene e sanità[/i] (cfr. art. 4 c. 1). Punto da verificare con la locale ATS;
2. inoltre dovrà essere verificata la disponibilità di idonei parcheggi;
3. l'Associazione dovrà prevedere un regolare contratto d'affitto dei locali/spazi con i singoli agricoltori.