Data: 2018-07-11 06:51:36

Apertura di una associazione sportiva dilettantistica

Buongiorno

sono intenzionato ad aprire una associazione sportiva dilettantistica nella città di Bergamo. In particolare, vorrei adibire uno spazio a palestra con attrezzi per fitness, piccolo ufficio, spogliatoio e bagni. L'associazione non effettuerebbe attività commerciale come vendita di prodotti e indumenti e verrebbe istituita come 'non riconosciuta'. Le dimensioni della palestra limitano l'utilizzo ad un massimo di 7-10 persone alla volta.
Ho contattato la ASL e ho ricevuto da loro le normative (rapporti aeroilluminanti, docce ecc ecc). Non dovrei avere problemi a soddisfare questi punti.
Su altre questioni, invece, vi chiedo chiarimenti perchè dai tecnici del comune ricevo risposte contraddittorie e non riesco capire come devo agire:

1) A livello catastale, l'immobile dove farei la palestra è stato affittato fino ad ora come 'commerciale (ufficio)'. Vi chiedo conferma sul fatto che la palestra dell'associazione possa insediarsi in questo spazio.

2) E' necessario inviare la SCIA al comune? Sono stato da loro e, dopo avermi rimbalzato in vari uffici perchè non sapevano come aiutarmi mi hanno detto di inviare la stessa scia per l'apertura di una palestra aperta al pubblico. Il fatto è che una associazione non è aperta al pubblico, pertanto tale documento mi sembra inappropriato. A tal proposito, ho letto in questo forum varie risposte a quesiti simili. Ho appurato che in linea di massima la scia non è necessaria (se non si fanno attività commerciali) ma dipende anche dalla regione/comune. Spero mi sappiate dare qualche dritta.

3) C'è una normativa riguardo l'agibilità per disabili? Purtroppo l'immobile ha scale all'ingresso e non ha ascensore, inoltre non ha bagni per disabili. L'adeguamento comporterebbe una spesa molto onerosa, a tal punto che potrebbe seriamente minare il progetto.

4) E' necessaria una persona laureata in scienze motorie per creare una palestra gestita come associazione sportiva?

Confidando in un vostro aiuto, vi ringrazio anticipatamente

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Data: 2018-07-11 07:33:50

Re:Apertura di una associazione sportiva dilettantistica

Se svolta dall'associazione esclusivamente per i soci (circolo privato) è attività libera.
Quindi nulla va comunicato al Comune, fatto salvo che si faccia somministrazione.
Ciò non toglie che i locali debbano avere i requisiti di legge (edilizi e igienico-sanitari).

La destinazione d'uso e la categoria catastale sono cose diverse: dovete verificare con l'UTC del Comune la compatibilità della destinazione d'uso.
L'art. 71 c. 1 del D.Lgs. 3 luglio 2017, n. 117 (Codice del Terzo settore, a norma dell'articolo 1, comma 2, lettera b), della legge 6 giugno 2016, n. 106) dispone in materia di locali utilizzati quanto segue:
[i]Le sedi degli enti del Terzo settore e i locali in cui si svolgono le relative attività istituzionali, purché non di tipo produttivo, sono compatibili con tutte le destinazioni d'uso omogenee previste dal decreto del Ministero dei lavori  pubblici 2 aprile 1968 n. 1444 e simili, [u]indipendentemente dalla destinazione
urbanistica[/u][/i].

Per la questione barriere architettoniche ti rimando a questo post: [url=http://www.omniavis.it/web/forum/index.php?topic=13660.0]http://www.omniavis.it/web/forum/index.php?topic=13660.0[/url]

L'art. 9 c. 1 della l.r. 26/2014 prevede che i[i] corsi per lo svolgimento di attività motorie e sportive, tenuti a fronte del pagamento di corrispettivi a qualsiasi titolo [u]anche sotto forma di quote sociali di adesione[/u], devono essere [u]svolti da istruttori qualificati o da istruttori di specifica disciplina[/u] responsabili della loro corretta conduzione. È inoltre necessaria la presenza di almeno un operatore e dei necessari presidi di primo soccorso nel rispetto della normativa vigente[/i].

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Data: 2018-07-11 18:55:28

Re:Apertura di una associazione sportiva dilettantistica

Ti ringrazio per la risposta veramente esaustiva.

Tra i progetti per la associazione ci sarebbe anche quello di fare attività istituzionale (corsi) ai non soci ovvero una attività che rientra nell'ambito del commerciale. Il luogo in cui verrebbero svolti questi corsi é diverso dalla palestra.
Se si concretizzasse questa ipotesi l' associazione verrebbe dotata di partita Iva. 
Ribadisco invece che non verrà effettuata somministrazione di alimenti e bevande.

In questo caso la comunicazione al comune è necessaria?

Grazie per l aiuto

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Data: 2019-03-09 11:37:13

Re:Apertura di una associazione sportiva dilettantistica

Buongiorno. Interessato per altre motivazioni, legate alla ricerca della categoria catastale da dare ad un locale che esplica una Attività Sportiva Dilettantistica, mi sono imbattuto in varie discussioni simili che, a mio giudizio, riportano errori di fondo e costituiscono motivo di grande confusione. In particolare gli elementi di confusione appaiono: la destinazione d'uso e la categoria catastale. Circa la destinazione d'uso, il citato DM 1444 fa riferimento alle zone territoriali omogenee di un Piano Regolatore Generale. Ciò comporta "solamente" che le sedi delle attività in essere possono trovare collocazione in ogni zona del territorio comunale senza nessuna limitazione. L'ufficio Tecnico del Comune interessato non potrà, quindi, rigettare alcuna domanda in tal senso. Ma nulla è detto in più circa i requisiti igienico-sanitari, di sicurezza, degli impianti, ecc. ed anche la successiva variazione catastale dei locali interessati dall'attività. Infatti questi ultimi dovranno sottostare a regole circa i requisiti già detti sopra. Richiesto l'atto abilitativo al Comune (SCIA, DIA, ecc. per i lavori edili e non anche la SCIA per l'apertura dell'attività al SUAP) che adeguano il locale ai requisiti già detti rimane, a fine lavori, da presentare al catasto la variazione catastale, sia che l'immobile precedentemente era in classe diversa da una C4: Fabbricati e locali per esercizi sportivi (senza fine di lucro), sia, solamente, per diversa disposizione degli spazi interni. In sintesi: l'ASD potrà trovare collocazione in qualsiasi zona territoriale omogenea di Piano Regolatore senza nessuna limitazione nel comune interessato; il locale dovrà essere adeguato (eventualmente) alle nuove esigenze rispettando i requisiti igienico-sanitari, di sicurezza (anche ai fini dell'antincendio), impiantistici, handicap, ecc., tramite presentazione di un atto abilitativo edilizio all'UTC del comune di competenza. A fine lavori andrà presentata variazione catastale secondo quanto detto sopra.
A chiunque voglia rispondermi chiedo di farlo segnalando i riferimenti opportuni di legge.
Spero di essere stato chiaro pur nella brevità di quanto esposto. Grazie.

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Data: 2019-03-11 15:31:51

Re:Apertura di una associazione sportiva dilettantistica

Salve per la costituzione di un'associazione sportiva dilettantistica le suggerisco di leggersi l'art. 90 della legge 289/2002 anche alla luce della circolare 18/E/2018 dell'Agenzia delle entrate.

"La destinazione d'uso e la categoria catastale sono cose diverse: dovete verificare con l'UTC del Comune la compatibilità della destinazione d'uso.
L'art. 71 c. 1 del D.Lgs. 3 luglio 2017, n. 117 (Codice del Terzo settore, a norma dell'articolo 1, comma 2, lettera b), della legge 6 giugno 2016, n. 106) dispone in materia di locali utilizzati quanto segue:
Le sedi degli enti del Terzo settore e i locali in cui si svolgono le relative attività istituzionali, purché non di tipo produttivo, sono compatibili con tutte le destinazioni d'uso omogenee previste dal decreto del Ministero dei lavori  pubblici 2 aprile 1968 n. 1444 e simili, indipendentemente dalla destinazione
urbanistica."

Quanto citato è vero ma soltanto per quelle associazioni sportive dilettantistiche che adegueranno il loro statuto a quanto previsto dal 117/2017, poichè tali associazioni possono comunque restare estranee alla normativa in modo da poter continuare a godere del regime fiscale agevolato dettato dalla legge 398/91 che non può essere utilizzato da coloro che intendono iscriversi al registro del terzo settore (quando questo sarà istituito e funzionante).
La destinazione d'uso del locale resta comunque indifferente qualora la stessa A.S.D. si trovi ad affiliarsi ad un Ente nazionale di promozione sociale al quale si applica la legge sulle associazioni di promozione sociale e in particolare l'art. 32 della 383/2000.

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Data: 2019-03-13 11:30:35

Re:Apertura di una associazione sportiva dilettantistica

Buongiorno, intervengo sperando di portare un contributo positivo al Forum e riportando quanto detto in altri post.

In estrema sintesi concordo con quanto detto ovvero:
- una ASD può insediarsi in qualsiasi zona del territorio (indipendentemente dalla destinazione urbanistica presente nel PSC/RUE/PRG...);
- una ASD deve comunque rispettare i requisiti igienico-sanitari dei locali;
- se non si effettuano competizioni o gare, non si devono obbligatoriamente rispettare i requisiti previsti dal regolamento del Coni ma bastano i requisiti igienico-sanitari;
- se si modificano i locali con dei lavori si necessita di presentazione di idonea pratica edilizia in Comune.

Altra cosa invece è quanto si intende effettuare: ritengo assolutamente vietato aprire una PALESTRA sotto forma di Associazione. L' Associazione ha dei principi, degli scopi e delle attività ben diverse da quelle di una PALESTRA.
Che una ASD possa fare anche attività con attrezzi e macchinari e tutto un altro discorso.

Per Aprire una Palestra devi essere una società (SNC, SRL,...) e presentare SCIA di Avvio attività al SUAP ed è molto diversa la finalità di LUCRO.
Ti allego un elenco estrapolato da questo sito che mi sembra abbastaza esaustivo:
https://www.infofranchising.it/come-aprire-una-palestra-iter-e-costi-guida-completa/?gclid=CjwKCAjw1KLkBRBZEiwARzyE7xoqxB1WNpvVqGjFalhIAQy0iGQSC3q6wjsUbX4SWbjAmMVoAkWwSRoCnXIQAvD_BwE

L’iter burocratico da seguire per aprire una palestra sarà:

-Apertura Partita Iva
-Iscrizione al Registro delle Imprese
-Comunicazione di Inizio Attività
-Apertura posizioni INPS ed INAIL
-Ottenimento idoneità sanitaria dei locali dall’Asl
-Ottenimento autorizzazione per esporre l’insegna
-Valutazione dei rischi
-Ottenimento certificazione antincendio nel caso in cui il locale superi determinati parametri (ad es. ampiezza maggiore di 200mq)
-Pagamento diritti SIAE per diffondere musica ed immagini
-Stipula delle assicurazioni contro infortuni e responsabilità (a tutela della clientela e del personale)
Inoltre, oltre agli adempimenti burocratici, sarà necessario la vostra palestra abbia:

-Istruttori abilitati e qualificati secondo le normative vigenti
-Un direttore tecnico (può anche essere l’imprenditore). Il direttore tecnico dovrà avere un diploma ISEF, una laurea in scienze motorie o un titolo equivalente.
-Un responsabile sanitario con laurea in medicina / chirurgia

Detto tutto questo ripeto che è vietato travestire una Palestra sotto la forma dell'Associazione per evitare questi adempimenti.
Ti riporto un altro articolo ma puoi tranquillamente fare delle ricerche più approfondite.
https://www.asso360.it/blog/associazione-culturale/palestra-agiva-come-asd-ma-era-unattivita-commerciale/

Cordiali saluti
Ing. Andrea Scarpelli

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