ll Comune X vorrebbe indire una gara per il conferimento di un unico servizio tpl comprensivo di quello non di linea per fascia debole, a chiamata ( anziani, minori e donne sole) e di uno integrativo a tpl urbano ad uso collettivo ( non a chiamata, ma con orari e percorsi stabiliti). È legittimo?
Nel caso lo sia, è lecito prevedere la partecipazione solo per i titolari di licenza di taxi e ncc iscritti al ruolo della provincia di pisa già costituiti in una della forme giuridiche di cui alle lett. b e c dell' art. 7 della L. 21 del 92 o che si impegnino a costituirsi in tali forme giuridiche in caso di aggiudicazione nel termine di 30 gg. e che garantiscano la disponibilità di almeno 6 taxi e 1 autovettura ncc fino a 9 posti? Escludere quindi a priori altre tipologie come ad ex minibus?
È poi, nel caso, legittimo attribuire maggior punteggio a chi ha già svolto in passato analogo servizio nel Comune di riferimento?
Grazie
Anziani e donne, o hanno dei problemi psico-fisici oppure non li vedo come utenti particolari. Lo stesso dicasi dei minori, il problema di un sedicenne è quello che deve rincasare presto e non può allontanarsi troppo, non il contrario 😊
So che la mia è quasi una provocazione ma è bene che nell’eventuale bando siano dettagliati i motivi di una particolare tipo di trasporto e, quindi, la ragione per togliere quell’utenza dal mercato TAXI/NCC/AUTOBUS.
Detto questo, tutto si può fare, la discrezionalità amministrativa è ampia.
Non comprendo bene come potrebbe svolgersi il servizio. Se i TAXI e NCC sono riservati è facile che non abbiano abbastanza utenza. Se non sono riservati alle categorie “protette” allora sono TAXI e NCC normali che possono far salire chiunque protetti e non. Forse la volontà quella di dire: quando sale una donna da sola, un anziano o un ragazzo fai pagare loro la tariffa imposta.
Spiega meglio come potrebbe essere organizzato il servizio.
In ogni caso la tendenza è quella non reputare legittimi criteri arbitrari che premino posizioni giuridiche legate a territorio. Guarda la sentenza della Corte Costituzionale n. 264/2013