C’era una volta il principio del buon andamento della P.A.
(SALVATORE GIACCHETTI) Presidente aggiunto onorario del Consiglio di Stato.
[img width=234 height=300]https://www.istitutobelotti.gov.it/terzosettore/imm/p097.jpg[/img]
I passaggi più significativi:
..... sicché le Agenzie fiscali si presenterebbero già in partenza con l’inquietante caratteristica di istituzioni che svolgono anche funzioni di polizia ma con personale a ridotta affidabilità penale.
..... Ne consegue che vengono automaticamente ammessi ai concorsi dirigenziali anche quei condannati per i quali il giudice ha ritenuto che non ci fossero i presupposti per concedere la sospensione condizionale perché l’imputato non dava alcuna garanzia di emendarsi per il futuro e quindi doveva essere sottoposto a misure restrittive.
..... viene capovolto il principio secondo cui se nel corso della procedura il candidato perde i requisiti penali per l’ammissione l’Amministrazione ha il dovere di escluderlo
..... Per i condannati ad una pena superiore ai due anni sarebbe poi attribuito alle Agenzie una sorta di potere di grazia per qualsiasi reato. Un potere assoluto e insindacabile
..... In ogni caso l’Agenzia non ha battuto ciglio quando la Procura della Repubblica di Roma ha concluso la sua indagine formulando l’ipotesi che il concorso fosse stato una mega truffa organizzata da vertici dell’Agenzia, con il concorso della commissione esaminatrice e di gran parte dei concorrenti ex incaricati dirigenziali, per far vincere tutti i fedelissimi ex incaricati.
..... Forse l’Agenzia non ha tenuto conto che l’art. 97 della Costituzione, laddove prescrive il principio del concorso per l’accesso ai pubblici uffici, va letto nella cornice costituita da “il buon andamento e l’imparzialità dell’amministrazione”, e quindi non è suscettibile di essere interpretato nel senso che risponda ad un qualsiasi interesse pubblico, per di più “preminente”, la volontà di portare a termine una procedura concorsuale truffaldina.
CONCLUSIONE: C’è solo da sperare che gli attuali cambiamenti climatici facciano scongelare anche il crepaccio in cui è attualmente ibernato l’art. 97 della Costituzione e che i prossimi ministri dell’economia e della pubblica amministrazione non siano dei pupi che non si rendono conto di quello che firmano e di quello che consentono, e che per di più hanno anche la faccia tosta di definire “incompetenti” gli esponenti politici avversari. E c’è anche da sperare che lo scongelamento dia al popolo italiano la chiara percezione del loro dovere civico di puntellare i principi indissolubili di democrazia e giustizia, che attualmente faticano sempre più a restare assieme, in piedi.
http://www.lexitalia.it/a/2018/103392