[i][size=10pt]Carissimi Colleghi, chiedo un VS. autorevole parere in merito alla problematica di seguito riportata:[/i]
[b]CASO CONCRETO:[/b] il Comune con ordinanza ha ingiunto la demolizione di un prefabbricato (80 mq circa) realizzato senza il titolo concessorio. Constatata l’inottemperanza all’ingiunzione di demolizione il Comune ha proceduto ex art 31, co. 3 DPR 380/2001, all’acquisizione del manufatto al patrimonio disponibile del Comune. Relativamente alla realizzazione abusiva del suindicato manufatto il Tribunale Penale (sentenza passata in giudicato) condanna il soggetto artefice dell’abuso alla pena di mesi due di arresto subordinando il beneficio della sospensione condizionale della pena alla demolizione dell’intervento abusivamente realizzato. [b]Con verbale di sopralluogo viene dato atto dell’avvenuta demolizione e ripristino a cura del proprietario dello stato dei luoghi. [/b]Dalla visura dei Registri Immobiliari il soggetto [b]sorprendentemente[/b] ha constatato che [b]il Comune ha trascritto l’acquisizione non solo del prefabbricato ma anche, quale presunta area di sedime, dell’intero appezzamento di terreno di proprietà del soggetto pari a circa 5000 mq.[/b]
[b]Il soggetto in che modo, in quali termini e/o tempistiche, come può CONCRETAMENTE rientrare nella disponibilità del proprio lotto di terreno acquisito (per tutta la sua superficie di 5000 mq inclusa l’area di sedime del manufatto abusivo di 80mq successivamente demolito) illegittimamente dal Comune?
Qual è la procedura per la restituzione dell’area di sedime (complessiva) al legittimo proprietario essendo stato demolito (oltre il termine di 90 giorni per effetto della Sentenza Penale di condanna) il manufatto abusivamente realizzato?
Altresì, vi è una giurisprudenza amm.tiva che si sia pronunciata per casi simili?[/b]
[i]Vi ringrazio, anticipatamente dei VS. pareri e contributi. Grazie e buona giornata.[/size][/i]
[i][size=10pt]Carissimi Colleghi, chiedo un VS. autorevole parere in merito alla problematica di seguito riportata:[/i]
[b]CASO CONCRETO:[/b] il Comune con ordinanza ha ingiunto la demolizione di un prefabbricato (80 mq circa) realizzato senza il titolo concessorio. Constatata l’inottemperanza all’ingiunzione di demolizione il Comune ha proceduto ex art 31, co. 3 DPR 380/2001, all’acquisizione del manufatto al patrimonio disponibile del Comune. Relativamente alla realizzazione abusiva del suindicato manufatto il Tribunale Penale (sentenza passata in giudicato) condanna il soggetto artefice dell’abuso alla pena di mesi due di arresto subordinando il beneficio della sospensione condizionale della pena alla demolizione dell’intervento abusivamente realizzato. [b]Con verbale di sopralluogo viene dato atto dell’avvenuta demolizione e ripristino a cura del proprietario dello stato dei luoghi. [/b]Dalla visura dei Registri Immobiliari il soggetto [b]sorprendentemente[/b] ha constatato che [b]il Comune ha trascritto l’acquisizione non solo del prefabbricato ma anche, quale presunta area di sedime, dell’intero appezzamento di terreno di proprietà del soggetto pari a circa 5000 mq.[/b]
[b]Il soggetto in che modo, in quali termini e/o tempistiche, come può CONCRETAMENTE rientrare nella disponibilità del proprio lotto di terreno acquisito (per tutta la sua superficie di 5000 mq inclusa l’area di sedime del manufatto abusivo di 80mq successivamente demolito) illegittimamente dal Comune?
Qual è la procedura per la restituzione dell’area di sedime (complessiva) al legittimo proprietario essendo stato demolito (oltre il termine di 90 giorni per effetto della Sentenza Penale di condanna) il manufatto abusivamente realizzato?
Altresì, vi è una giurisprudenza amm.tiva che si sia pronunciata per casi simili?[/b]
[i]Vi ringrazio, anticipatamente dei VS. pareri e contributi. Grazie e buona giornata.[/size][/i]
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I passaggi sono questi:
1) l'acquisizione al patrimonio si è verifiata (a quanto pare l'atto non è stato impugnato)
2) l'acquisizione avrebbe dovuto determinare l'area oggetto di acquisizione (questa non poteva essere individuata solo in sede di trascrizione)
Se così è il provvedimento appare viziato e l'interessato può:
a) chiedere all'Ente l'annullamento d'ufficio nella parte in cui dispone dell'acquisizione per la parte eccedente gli 80 mq (o magari 200 mq considerando anche l'area funzionale alla costruzione)
b) impugnare eventuale diniego o silenzio sull'istanza al giudice amministrativo
c) PARALLELAMENTE citare in giudizio il Comune per la trascrizione senza titolo dell'area di acquisizione oltre la superficie oggetto di abuso e chiedere al giudice la disapplicazione del provvedimento illegittimo.
CONSIGLIAMO comunque l'assistenza di un bravo avvocato!
A supporto:
http://www.cngeologi.it/wp-content/uploads/2017/11/Edilizia-Territorio-Il-Sole-24-Ore-Abusi2.pdf
http://www.quotidianoentilocali.ilsole24ore.com/pa24.php?idDoc=29406421&idDocType=3
[b]T.A.R. Molise Campobasso Sez. I, 12-03-2018, n. 135[/b]
Qualora il Comune disponga l'acquisizione gratuita al patrimonio comunale di un opera abusiva, tale acquisizione, in assenza di motivazioni che ne giustifichino l'estensione ad un'area ulteriore, deve essere limitata all'area su cui insistono le sole opere abusive e non all'intera e più ampia area in cui tali opere sono ricomprese. Mentre, infatti, per l'area su cui poggia l'opera abusiva, l'automatismo dell'effetto acquisitivo rende superflua ogni motivazione sul punto, l'individuazione di un'area ulteriore da acquisire deve essere congruamente giustificata con l'esplicitazione delle ragioni che rendono necessario disporre l'ulteriore acquisto e l'indicazione dei criteri di determinazione della superficie complessiva che il Comune intende acquisire, anche mediante il riferimento alle opere necessarie, destinate ad occupare tale ulteriore area.
[b]T.A.R. Campania Napoli Sez. III, 03-07-2017, n. 3572[/b]
Se l'acquisizione gratuita degli immobili abusivi e della relativa area di sedime consegue automaticamente all'inottemperanza dell'ordine di demolizione, in base al terzo comma dell' art. 31 del D.P.R. n. 380 del 2001, deve viceversa essere specificamente indicata la superficie dell'acquisizione in ampliamento, rispetto all'area strettamente di sedime del manufatto abusivo. In quest'ultimo caso, infatti, l'apprensione non concerne il suolo su cui insiste l'immobile abusivo che è ad esso incorporato, ma è il frutto di una determinazione riguardante l'utilizzo dell'area secondo le prescrizioni urbanistiche, la quale non può essere priva della specifica indicazione della superficie, lasciando il privato nell'indeterminatezza su quale parte del suolo di sua proprietà è compreso nell'acquisizione.
[b]T.A.R. Lazio Latina Sez. I, 23-02-2017, n. 110[/b]
La conseguenza del mancato ripristino dello stato dei luoghi nel termine di novanta giorni dalla comunicazione dell'ordine di demolizione della costruzione abusiva è l'acquisizione gratuita al Comune delle opere abusive, della relativa area di sedime e della ulteriore area necessaria, secondo le vigenti prescrizioni urbanistiche, alla realizzazione di opere analoghe a quelle abusive nel limite massimo di dieci volte la superficie utile occupata dalle opere abusive (art. 31 D.P.R. n. 380 del 2001, T.U. Edilizia).
[b]T.A.R. Campania Napoli Sez. III, 09-03-2016, n. 1298[/b]
L'individuazione della superficie dell'area di sedime da acquisire al patrimonio del Comune, in caso d'inottemperanza all'ordinanza di demolizione di una costruzione abusiva non dev'essere contenuta nell'ordinanza medesima, bensì, a pena d'illegittimità, nel successivo atto d'acquisizione gratuita del bene, atteso che quest'ultimo costituisce il titolo per l'immissione in possesso dell'opera e per la trascrizione nei registri immobiliari (art. 31 d.p.r. n. 380/2001, T.U. Edilizia).