Data: 2012-04-07 14:30:15

Proposta - Criteri e modalità installazione di impianti fotovoltaici a terra

Proposta di deliberazione:  211 del 08 febbraio 2012
Criteri e modalità installazione di impianti fotovoltaici a terra ai sensi dell’art. 3 della L.R. 11/2011


Pdd 211
IMPIANTI FOTOVOLTAICI A TERRA:
ELEMENTI PER IL CORRETTO INSERIMENTO NEL PAESAGGIO E SUL
TERRITORIO
Premessa
Gli impianti fotovoltaici, come gli altri impianti  alimentati da fonti rinnovabili, garantiscono un
significativo contributo per il raggiungimento degli obiettivi e degli impegni nazionali, comunitari e
internazionali in materia di energia e di ambiente. A tale proposito, si rammentano le seguenti
direttive europee:
- Direttiva 2001/77/CE, recepita con decreto legislativo 29 dicembre 2003, n.387, “Attuazione
della direttiva 2001/77/CE relativa alla promozione dell’energia elettrica prodotta da fonti
energetiche rinnovabili nel mercato interno dell’elettricità”;
- Direttiva 2009/28/CE, recepita con decreto legislativo 3 marzo 2011, n. 28, che individua un
obiettivo obbligatorio del 20% di energia da fonti  rinnovabili sul consumo di energia
complessivo della Comunità entro il 2020 e che indica, come obiettivo assegnato allo stato
italiano, la quota del 17%.
Ai fini della promozione dell’energia da fonti rinnovabili, l’art. 12 del D. Lgs. 387/2003, come
modificato dalla legge 24 dicembre 2007, n.244, ha  introdotto la razionalizzazione e la
semplificazione delle procedure autorizzatorie.
In applicazione di tali disposizioni, è stato emanato il decreto ministeriale 10 settembre 2010,
recante “Linee guida per il procedimento per l’autorizzazione alla costruzione e all’esercizio di
impianti di produzione di elettricità da fonti rinnovabili nonché linee guida tecniche per gli
impianti stessi”.
Tale decreto sottolinea come “occorre comunque salvaguardare i valori espressi dal paesaggio e
direttamente tutelati dall’art. 9 della Costituzione e dalla Convenzione europea del paesaggio”,
assicurando “l’equo e giusto contemperamento dei rilevanti interessi pubblici in questione, anche
nell’ottica della semplificazione procedimentale e  della certezza delle decisioni spettanti alle
diverse amministrazioni coinvolte nella procedura autorizzatoria”.
Nella stesura del presente documento, oltre ai riferimenti di legge sopra citati, si è tenuto conto di:
- disposizioni dettate con la legge regionale 21 marzo 2011, n. 11, come integrate e
modificate con legge regionale 4 novembre 2011, n. 56, e, in particolare, 
- l’articolo 5 della L.R. 11/2011 “Aree urbanizzate e casse di espansione”;
- l’articolo 6 della L.R. 11/2011 “Cumulo di impianti”;
- l’articolo 7 della L.R. 11/2011 “Perimetrazione”;
- l’Allegato A – Tabella della L.R. 11/2011, recante una prima individuazione delle aree non
idonee all’installazione di impianti fotovoltaici a terra ai sensi dell’articolo 4 della citata
legge regionale;
- la Deliberazione del Consiglio Regionale n. 68 del 26 ottobre 2011, recante l’aggiornamento della
prima individuazione di cui sopra delle aree non idonee all’installazione di impianti fotovoltaici a
terra, sulla base delle proposte avanzate dalle province competenti relativamente alle zone
all’interno di coni visivi e panoramici, la cui immagine è storicizzata; alle aree agricole di
particolare pregio paesaggistico e culturale; alla  diversa perimetrazione all’interno delle aree a
denominazione di origine protetta (DOP) e alle aree a indicazione geografica protetta (IGP);
- l’implementazione del Piano di Indirizzo Territoriale (PIT) per la disciplina paesaggistica, adottata
con delibera del Consiglio Regionale n. 32 del 16 giugno 2009.
Il presente documento indica i criteri di inserimento e di mitigazione dei possibili impatti ambientali
e paesaggistici degli impianti fotovoltaici a terra finalizzati al miglioramento della qualità
architettonica e paesaggistica dei progetti e alla corretta realizzazione degli stessi impianti, nonché
le modalità di gestione utili a garantire il corretto uso del suolo e degli impianti stessi nelle
successive fasi di esercizio e di dismissione.
Tali criteri e modalità, pur non essendo strettamente vincolanti e consentendo interpretazioni legate
a ciascun caso e contesto, costituiscono parametri qualitativi a cui fare riferimento, sia in fase di 2
progettazione che in fase di valutazione di compatibilità dei progetti presentati, fermo restando che
la sostenibilità degli impianti dipende da diversi fattori e che luoghi, potenze e tipologie differenti
possono presentare criticità sensibilmente diverse.
Finalità
Gli obiettivi da perseguire per la salvaguardia delle risorse paesaggistiche, culturali, territoriali ed
ambientali sono:
- assicurare un corretto inserimento degli impianti nel paesaggio e sul territorio, nel rispetto della
biodiversità e della conservazione delle risorse naturali, ambientali e culturali;
- assicurare che l’installazione e l’esercizio dell’impianto in zone agricole caratterizzate da
produzioni agroalimentari di qualità non interferisca negativamente con le finalità perseguite dalle
disposizioni in materia di sostegno nel settore agricolo, con particolare riferimento alla
valorizzazione delle tradizioni agroalimentari locali;
- assicurare il minor consumo possibile di suolo e  il minor impatto possibile dal punto vista
percettivo, garantendo comunque l’efficienza e la resa dell’impianto;
- orientare il corretto ripristino dei luoghi a seguito della dismissione degli impianti.
Campo di applicazione
Il presente documento si applica agli impianti fotovoltaici a terra ai sensi dell’art.  205 quater
comma 3 della L.R. 01/2005 e s.m.i., nel rispetto delle norme vigenti in materia di tutela
dell’ambiente e del paesaggio, ad esclusione di quelli di potenza inferiore a 20 kWp che non
interessino aree sottoposte a tutela dei beni culturali e/o paesaggistici. L’ottemperanza ai criteri e
modalità contenute nel presente documento costituisce elemento per la valutazione positiva dei
progetti, nel rispetto della normativa statale.
Criteri generali
Il D.M. 10 settembre 2010 “Linee Guida per l’autorizzazione degli impianti alimentati da fonti
rinnovabili”, nella Parte IV, punto 16.1, lettere da a) ad h), elenca una serie di requisiti la cui
sussistenza costituisce, in generale, elemento per la valutazione positiva dei progetti.
Tra questi requisiti, che sono da intendersi integralmente richiamati nel presente documento, si
evidenziano i seguenti elementi, da considerare come riferimento in quanto particolarmente
significativi per la tutela del paesaggio:
- il ricorso a criteri progettuali volti ad ottenere il minor consumo del territorio, sfruttando al
meglio le risorse energetiche disponibili;
- il riutilizzo di aree già degradate da attività antropiche, pregresse o in atto, tra cui siti
industriali, cave, discariche, siti contaminati, così come definite dalla l.r. 11/2011;
- una progettazione legata alle specificità dell’area in cui viene realizzato l’intervento;
- la ricerca e la sperimentazione di soluzioni progettuali e componenti tecnologici innovativi,
al fine dell’armonizzazione e del migliore inserimento degli impianti stessi nel contesto
storico, naturale e paesaggistico.
Criteri di inserimento e misure di mitigazione
Un’analisi del paesaggio mirata alla valutazione del rapporto tra l’impianto e la preesistenza dei
luoghi costituisce elemento fondamentale per la messa in opera di buone pratiche di progettazione.
Tale analisi dovrà essere effettuata tramite la ricognizione e l’indagine degli elementi caratterizzanti
il paesaggio ad una scala idonea in relazione al territorio interessato, alle opere ed al tipo di
installazione prevista. 
In via generale, l’analisi dell’inserimento nel paesaggio, con un livello di dettaglio adeguato rispetto
ai valori paesaggistici del contesto riconosciuti dagli strumenti di pianificazione territoriale e dagli
atti di governo del territorio, si articola in:
- analisi dei livelli di tutela;
- analisi delle caratteristiche del paesaggio nelle sue componenti naturali e antropiche e
dell’evoluzione storica del territorio; 3
- analisi dell’intervisibilità dell’impianto nel paesaggio, con un livello di dettaglio adeguato
rispetto alla potenza dell'impianto proposto.
Per l'elaborazione di tali analisi si potrà fare riferimento alla documentazione presente nei Quadri
Conoscitivi degli strumenti di pianificazione territoriale.
Si riportano nel seguito i criteri di inserimento e le misure di mitigazione utili ad indirizzare la
scelta della localizzazione dell’impianto e la redazione del progetto in funzione degli elementi
costituenti e delle caratteristiche dell’impianto,  che possono avere un impatto significativo
sull’ambiente e sul paesaggio.
Idrogeomorfologia
    a) L’impianto dovrà essere realizzato nel rispetto di quanto stabilito dalla normativa nazionale
e regionale in materia di difesa del suolo e di indagini geologiche;
b) l’impianto, con i relativi volumi tecnici e opere di servizio, non dovrà indurre impatti   
negativi sulle dinamiche geomorfologiche e sulla idrologia del versante, nonché sul regime
  idraulico;
c) le modalità realizzative dovranno essere individuate in relazione alle condizioni
geomorfologiche ed idrauliche delle aree interessate, adottando, ove necessario,
accorgimenti tecnici e costruttivi finalizzati alla riduzione delle condizioni di rischio e/o di
esposizione al medesimo;
b) dovrà essere posta attenzione alla stabilità dei pendii evitando localizzazioni in aree
caratterizzate da pendenze tali da favorire l’innesco di fenomeni gravitativi. Nel caso di
versanti acclivi e/o con assetto litostratigrafico sfavorevole, si dovrà dimostrare, con idonee
verifiche di stabilità, che la realizzazione dell'impianto non innescherà scivolamenti
gravitativi né riattiverà in alcun modo eventuali fenomeni stabilizzati o relitti;
d) dovrà essere rispettata la morfologia naturale del suolo e non dovranno essere previste
modificazioni significative dell'andamento topografico con opere di movimento terra, salvo
modesti livellamenti e rettifiche di quote funzionali alla posa delle vele e per la realizzazione
della viabilità di accesso e di manutenzione;
d) dovrà essere garantita la stabilità dei terreni  di fondazione e l'equilibrio idrogeologico
superficiale, con particolare riferimento ai corsi d'acqua esistenti e al ruscellamento di
versante e ipodermico, realizzando, ove necessario, opportune opere di drenaggio e di
regimazione idraulico-agraria e adottando, quando  possibile, tecniche di ingegneria
naturalistica;
e) dovrà essere mantenuta la naturale permeabilità  del suolo nel rispetto dei terreni naturali
esistenti in loco.
Localizzazione e tipologia distributiva 
Al fine di migliorare l’integrazione dell’impianto  nel paesaggio, con particolare riferimento al
paesaggio agrario, e di evitare l’effetto “terra bruciata” delle superfici coperte dai moduli
fotovoltaici:
a) la localizzazione e la forma dell’impianto dovranno tener conto delle caratteristiche
paesaggistiche proprie del territorio interessato e dei relativi elementi costitutivi (naturali,
storici, estetici), con particolare riferimento ai  manufatti rurali di valore storico-culturale
(aie, fontanili, lavatoi, forni, edicole, ecc.), al disegno e agli elementi strutturali della
tessitura agraria (viabilità storica, sistemazioni idraulico-agrarie, trame fondiarie di impianto
storico, ecc.);
b) dovrà essere scelta la tipologia distributiva dei moduli fotovoltaici più idonea in relazione
alle diverse caratteristiche morfologiche e di uso del suolo presenti nel territorio interessato,
con particolare riferimento alla trama del paesaggio agrario, adottando di volta in volta
modelli a fascia di larghezza variabile, modelli a isola, ovvero di tipo misto;
c) l'impianto dovrà essere localizzato evitando di interessare coltivazioni storicizzate tipo
castagneti da frutto.  4
Condizioni di interferenza visiva
a) La localizzazione dell’impianto dovrà tener conto delle condizioni di visibilità nel
paesaggio, con particolare riferimento alle possibili interferenze visive da e verso percorsi di
fruizione panoramici, punti e luoghi di belvedere (centri e nuclei storici, luoghi simbolici, 
siti archeologici di valenza paesaggistica, piazze  e strade). Sarà ammissibile prevedere
localizzazioni situate all’interno o in prossimità di aree ed immobili di interesse culturale, di
beni paesaggistici tutelati, di aree naturali protette o di aree di valore paesaggistico
riconosciuto dagli strumenti di pianificazione territoriale e dagli atti di governo del
territorio, soltanto nei casi in cui, per le specifiche caratteristiche del sito e dell’impianto, la
percezione dei suddetti beni od aree non sia in alcun modo compromessa. 
Le condizioni di visibilità dell’impianto nel paesaggio dovranno essere appositamente
documentate negli elaborati progettuali;
b) dovrà essere attentamente valutata la compatibilità paesaggistica delle localizzazioni in aree
collinari di rilevante visibilità, di crinale e di  versante, al fine di non interrompere la
continuità delle principali linee di crinale o alterare le emergenze naturalistiche (vegetazioni
riparie, alberature d’alto fusto, ecc.); 
c) l’eventuale impiego di schermature arboree ed arbustive con funzione di mitigazione
dell’impatto visivo dell’impianto dovrà essere attentamente valutato rispetto al contesto
paesaggistico, privilegiando gli ambiti collinari o pedemontani ove caratterizzati
dall’alternanza di superfici boscate e di superfici coltivate, mentre sarà da valutare  la
coerenza  negli ambiti di pianura o fondovalle ove caratterizzati da seminativi nudi  a maglia
larga.
Recinzioni e schermature
a) Eventuali recinzioni perimetrali dovranno essere realizzate con elementi di minimo
ingombro visivo e tali da consentire l’attraversamento da parte di piccoli animali; tali
strutture dovranno essere infisse direttamente nel  terreno senza la presenza di cordoli o
muretti;
b) al fine di salvaguardare la continuità ecologica esistente e di garantire lo spostamento in
sicurezza di tutte le specie animali in ambiti particolarmente sensibili sotto l’aspetto
faunistico, si dovranno garantire idonei accessi riservati alla fauna mediante la creazione di
opportuni cunicoli sotto le recinzioni e/o collocando cespugli che permettono il passaggio
degli animali, fatte salve le norme di sicurezza elettrica; 
c) eventuali schermature arboree ed arbustive dovranno essere realizzate con ecotipi locali
disposti in modo da riproporre le sistemazioni originali tipiche della tessitura agraria
tradizionale, evitando di creare un effetto barriera e contribuendo a creare elementi di
transizione estesi e irregolari; gli arbusti dovranno essere prevalentemente sempreverdi, per
garantire un’adeguata copertura visiva dall’esterno, alternati a quelli a foglia caduca, in
maniera sempre più rada cercando di creare un effetto il più naturale possibile;
Caratteristiche costruttive 
a) Dovranno essere privilegiate le soluzioni impiantistiche che rispondono a requisiti di
massima resa rispetto alla minore superficie occupata, optando per impianti che, a parità di
potenza complessiva, utilizzino un minor numero di elementi e, ove possibile, per impianti
ad inseguimento solare, anche al fine di consentire possibili coltivazioni nell’interfila delle
vele;
b) i moduli fotovoltaici dovranno avere la minore altezza possibile dal piano di campagna e, di
norma, non dovranno essere montati ad altezza superiore a 2,00 ml. nel punto più alto, fatti
salvi i casi di particolari tipologie, come gli impianti ad inseguimento, che consentano di
ridurre significativamente il consumo del suolo a parità di potenza installata o di
localizzazioni che presentino scarsa visibilità, fatto salvo le verifiche di ordine idraulico; 
c) le strutture di sostegno dei moduli fotovoltaici dovranno essere progettate in modo da
prevedere elementi portanti di minimo ingombro e realizzati con idonei materiali e con 5
finitura superficiale di tipo non riflettente; in territorio agricolo non saranno ammesse
fondazioni in calcestruzzo, ma soltanto pali a vite, pali trivellati o altre tipologie similari,
fatto salvo l'eventuale ricorso a plinti di fondazione in calcestruzzo per gli impianti a
inseguimento;
d) nella scelta della tipologia e delle caratteristiche della cella e dei moduli fotovoltaici (tipo,
forma, colore, materiali, misure) dovranno essere adottate soluzioni che riducano l’impatto
visivo dovuto al riverbero delle superfici riflettenti e alle discontinuità cromatiche e
materiche;
e) i manufatti tecnici a servizio dell’impianto (cabine di trasformazione, inverter, ecc.)
dovranno avere il minimo ingombro possibile, sia in pianta che in altezza, in relazione alle
esigenze tecniche e dovranno essere progettati, con riferimento alle porzioni esterne fuori
terra, proponendo soluzioni tecniche e costruttive  (forma, materiali, colori) di qualità
architettonica.
Sistemazioni del suolo e vegetazione
a) Nel caso in cui l'area presenti un uso agricolo, la superficie non occupata dall'impianto deve,
ove possibile, mantenere tale uso. La sistemazione del suolo occupato dall'impianto dovrà
rispettare i caratteri paesistico ambientali del contesto, al fine di non interromperne la
continuità, mantenendo, ove presenti, prati e pascoli o,  in alternativa per impianti con
grandi superfici radianti, studiando un’idonea alternanza di fasce verdi e, ove possibile
coltivate, e fasce fotovoltaiche, al fine di mitigare l'effetto visivo di continuità della stesa dei
moduli fotovoltaici;
b) dovrà essere salvaguardata la continuità ecologica  delle reti di naturalità con particolare
riferimento alle connessioni umide e di crinale e, a garanzia della tutela della biodiversità, ai
filari di formazioni arbustive esistenti. In tali casi l’espianto sarà ammesso soltanto per
limitate porzioni di vegetazione di recente formazione a condizione di prevedere interventi
di recupero ambientale che favoriscano la ripresa spontanea della vegetazione autoctona.
Viabilità e infrastrutture
a) Dovranno essere privilegiate localizzazioni in aree già dotate di una rete viaria idonea tale da
poter essere utilizzata come viabilità di accesso senza che ne siano alterate le caratteristiche
di ruralità, sia in termini dimensionali che morfologici (andamento, larghezza, finitura, ecc,),
fatta salva la possibilità di realizzare minimi interventi di adeguamento funzionale;
b) eventuali tratti di nuova viabilità di accesso e di distribuzione interna ed eventuali spazi di
manovra potranno essere realizzati solo se strettamente necessari all’esercizio dell’impianto
e dovranno rispettare, per tipologia e materiali, il reticolo delle strade rurali esistenti,
adottando soluzioni plano-altimetriche che non modifichino la morfologia del suolo, fatti
salvi modesti livellamenti e rettifiche di quote;
c) per la nuova viabilità si dovranno impiegare materiali drenanti naturali al fine di garantire la
massima permeabilità del suolo e facilitare le opere di ripristino all’atto della dismissione
dell’impianto;
d) le linee elettriche di connessione alla rete, nei centri abitati, dovranno essere realizzate
preferibilmente in cavo sotterraneo, preferibilmente in corrispondenza delle sedi viarie o ai
corridoi tecnologici esistenti, tenuto conto dell’assetto della rete elettrica e opportunamente
segnalati e protetti. Tutte le linee elettriche di collegamento tra le diverse parti dell’impianto
dovranno essere interrate, fatta eccezione per i tratti di collegamento elettrico tra i pannelli
della stessa fila. 
Sistemi di sicurezza
a) I sistemi anti-intrusione, anche ricorrendo  alle tecnologie più innovative presenti sul
mercato, dovranno evitare soluzioni che possano interferire negativamente con il contesto
paesaggistico;
b) i sistemi anti-intrusione di tipo locale, che prevedono l’accensione di punti luce e/o 6
l’attivazione di allarmi sonori, dovranno entrare in funzione soltanto nel caso in cui sia
rilevata la presenza di intrusi o il persistere di elementi di disturbo; a tale scopo i segnali
rilevati saranno inviati  alla centrale di telecontrollo e saranno verificati tramite apposito
software dedicato e soltanto in caso di verifica positiva sarà attivato l’allarme. Al fine di
ridurre i disagi acustici, la sirena dovrà funzionare per tempi limitati, nel rispetto delle
normative. 
c) l’impianto di illuminazione potrà essere mantenuto  costantemente acceso durante le ore
notturne solo in corrispondenza degli apparecchi di video-sorveglianza e, in tal caso,
l’intensità luminosa prodotta sarà quella strettamente necessaria a permettere il
funzionamento di tali apparecchi.
Modalità di gestione
Manutenzione ordinaria e straordinaria
a) Durante la costruzione dell’impianto e nelle successive fasi di manutenzione si dovrà
garantire la costante pulizia dell’area avendo cura di smaltire i materiali di risulta o altri
rifiuti; si dovranno inoltre  privilegiare gli interventi che comportino opere da eseguire
prevalentemente a secco e/o con elementi prefabbricati;
b) durante la costruzione dell’impianto e la sua successiva manutenzione e gestione  si dovrà
garantire la minimizzazione degli impatti sull’habitat;
c) l’area interessata dall’impianto deve essere mantenuta in buono stato e pertanto i soggetti
responsabili della gestione sono tenuti a garantire, per tutta la durata dell’impianto fino alla
sua definitiva dismissione, la realizzazione delle opere necessarie per l’attecchimento ed il
mantenimento della vegetazione, tanto per quanto riguarda la manutenzione ordinaria
(pulizia, potatura, sfalcio e, se necessario, irrigazione) che per quanto riguarda la
manutenzione straordinaria (piantagione e/o sostituzione di piante, ecc.);
d) la pulizia dei moduli fotovoltaici dovrà essere eseguita unicamente con acqua, normale o
demineralizzata, senza impiego di detersivi, detergenti o solventi, fatti salvi interventi
straordinari per i quali deve essere prevista idonea raccolta e smaltimento dei reflui prodotti.
Dismissione
a) Al termine della vita utile dell'impianto si dovrà procedere alla dismissione dello stesso e
alla rimessa in pristino dello stato dei luoghi, nel rispetto di quanto stabilito dall'art. 12, c. 4 del
dlgs. n. 387/2003. Nella progettazione e realizzazione dell'impianto si dovranno privilegiare
soluzioni che consentano una riduzione degli impatti delle opere di ripristino.
http://www.consiglio.regione.toscana.it/istituzione/commissioni/upload/9/CM03/affari/relazione651.pdf

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