Le legge regionale n. 24 del 21 dicembre 2017 detta la nuova disciplina sulla tutela e l’uso del territorio in Emilia Romagna. Varata dopo un lungo ed articolato percorso concertativo, la nuova normativa si fonda sul principio del contenimento del consumo di suolo inedificato, fino ad arrivare progressivamente al saldo zero, valorizzando gli interventi di riuso e rigenerazione urbana. Il nuovo Piano Urbanistico Generale (PUG), è lo strumento urbanistico di competenza dei Comuni e delle Unioni per la disciplina locale.
L’art. 6 definisce la quota complessiva del consumo di suolo ammissibile entro il limite massimo del 3 per cento della superficie del territorio urbanizzato per l’intero periodo. La Città metropolitana di Bologna e altri soggetti di area vasta possono attribuire ai territori quote differenziate di superficie consumabile, accompagnate da misure di perequazione territoriale. Non mancano le eccezioni alla regola del 3 per cento, che non si applica alla realizzazione di opere pubbliche, insediamenti produttivi di interesse strategico, ampliamenti e ristrutturazioni di attività produttive già insediate, rilevanti insediamenti produttivi individuati ai sensi del D. Lgs. n. 194/2016, parchi urbani, fabbricati agricoli. In sostanza, in tali casi la superficie occupata non concorre a determinare la quota massima.
La riduzione del consumo di suolo, ai fini del progressivo raggiungimento dell’obiettivo del consumo a saldo zero, è incentivata con una serie di misure dirette a promuovere il riuso e la rigenerazione urbana. L’obiettivo è duplice: evitare l’uso di suolo libero, da un lato, e riqualificare gli spazi già urbanizzati dall’altro, migliorandone la qualità ambientale e la vivibilità. Le trasformazioni edilizie rientranti nelle definizioni di riuso e rigenerazione urbana sono la qualificazione edilizia, la ristrutturazione urbanistica, gli interventi di addensamento o sostituzione urbana (art. 7).
http://demetra.regione.emilia-romagna.it/al/articolo?urn=er:assemblealegislativa:legge:2017;24