[size=14pt][size=12pt][font=arial]Salve, il quesito al quale si vuole trovare una soluzione univoca è il seguente:
Un artigiano che opera nel settore della torrefazione del caffè e del cacao è risultato, a seguito di regolare bando pubblico, assegnatario di un locale a destinazione artigianale ubicato in un contesto in cui insistono altri locali identici in cui vengono o verranno svolte altre e diverse attività artigianali, (gelaterie, panifici, pizzerie da asporto, ecc.) Il contesto generale è quello tipico dei centri commerciali o ancora meglio degli outlet che ripropongono una serie di attività in locali diversi ma collegati da gallerie all'aperto o al chiuso quasi a riproporre i centri commerciali all'aperto presenti nei centri storici. In questo caso, cosi come nei centri commerciali tutti i servizi al pubblico quali bagni uomo, donna disabili ecc sono posizionati nelle gallerie all'esterno delle singole attività ma in uso comune a tutte. Solamente i servizi per il personale risultano di uso esclusivo e ubicati all'interno di ogni diversa attività.
l'artigiano, in esame ci pone sostanzialmente il problema, che dopo essere partiti dal chicco crudo di caffè e operato in tutta la procedura che porterà alla produzione delle diverse miscele che vengono aromatizzate in modo differente, possa anche attivare la consueta degustazione, di solito pre acquisto del prodotto, anche mediante l'uso di tazze dedicate in ceramica opportunamente tenute al caldo, al fine di valorizzare in modo adeguato il proprio prodotto finale, anzichè proporre l'assaggio in tazze in cartone o plastica certamente non ideali per un prodotto di qualità. Un pò come fare saggiare un vino pregiato nel bicchiere di carta anzichè nel suo calice in vetro. Altretanto dicasi per la produzione di cacao e di conseguenza per i vari tipi di cioccolata che ancor di più essendo caldissima non risulta idonea ad essere assaggiata in materiali usa e getta. Chiaramente affinche il tutto avvenga nelle migliori condizioni igieniche l'artigiano si impegna a dotarsi di tutte quelle apparecchiature idonee al rispetto delle vigenti leggi in materia (lavastoviglie, macchine caffè professionali ecc.) Il problema fondamentale risulta però essere la qualificazione dell'attività ovvero non è che la semplice degustazione, assaggio o chiamiamolo come vogliamo sposti l'attività prettamente artigianale in una commerciale di somministrazione di alimenti e bevande? Si premette che l'artigiano è comunque titolare di idoneo titolo a svolgere anche la somministrazione di alimenti e bevande. Si precisa inoltre che le attività ammesse in questi locali devono essere esclusivamente artigianali salvo una minoritaria percentuale commerciale che deve risultare margianale e accessoria a quella principale. Relativamente alla dotazione dei servizi igienici suppongo, cosi come avviene nei centri commerciali succitati, che l'ubicazione di quelli destinati al pubblico all'esterno ed in comune con altre attività non crei nessun problema. Vi chiedo un supporto per inquadrare al meglio l'attività e sopratutto se rilevate motivi ostativi di qualsiasi genere nel fare attivare il procedimento di assegnazione definitiva.
Grazie [/font][/size][/size]
A mio avviso NON vi sono ostacoli di sorta.
Premesso che la somministrazione gratuita è sempre possibile e questa potrà essere effettuata senza requisiti professionali e con le dotazioni strutturali e la destinazione attuale qualora intenda invece far pagare l'assaggio ed offrirlo a prescindere dall'acquisto del prodotto potrà presentare SCIA di somministrazione e notifica sanitaria.
Sotto il profilo della destinazione d'uso rimarrà entro i limiti dimensionali a cui hai fatto riferimento. Per i servizi igienici potrà senza'altro fruire di quelli esterni al pubblico.
NON VEDO alcun ostacolo a questa tipologia di servizio.