Data: 2017-10-04 13:46:39

provvedimenti per inadempimenti vari

Talvolta ci pervengono richieste da parte di enti esterni (ATS, Questura, ...) o uffici interni (Ambiente, Edilizia, ...) che chiedono, sulla base di alcune problematiche o per adempimenti richiesti e ai quali l'impresa non ha ottemperato, di inviare un provvedimento sanzionatorio che "forzi" in qualche modo la loro risoluzione, con la sottointesa velata minaccia di agire sull'attività stessa vietandone la prosecuzione.
Tali richieste derivano dal presupposto (per me errato) che quello che è attinente a un'attività economica debba essere per forza di competenza del SUAP.

Esempi pratici in nostro possesso sono l'ATS (ex ASL) che, a seguito di sopralluogo in un'attività di tatuatore, dava alcuni adempimenti come, per esempio, di separare l'ingresso dall'area tatuaggio e altri accorgimenti sui servizi igienici. In tal caso i consueti 60 giorni della SCIA sono ampiamente trascorsi (ma non i 18 mesi).

Altro esempio è, sempre segnalato da ATS, in una attività di panificazione, riguardante la conformità della canna fumaria e le relative emissioni. In quest'ultimo caso, l'attività è aperta da numerosi anni.

Personalmente ritengo che il SUAP non debba intervenire, ma vi chiedo cortesemente di districare la questione.

Ringrazio anticipatamente e porgo cordiali saluti.

Claudio

riferimento id:42000

Data: 2017-10-04 17:13:55

Re:provvedimenti per inadempimenti vari


Talvolta ci pervengono richieste da parte di enti esterni (ATS, Questura, ...) o uffici interni (Ambiente, Edilizia, ...) che chiedono, sulla base di alcune problematiche o per adempimenti richiesti e ai quali l'impresa non ha ottemperato, di inviare un provvedimento sanzionatorio che "forzi" in qualche modo la loro risoluzione, con la sottointesa velata minaccia di agire sull'attività stessa vietandone la prosecuzione.
Tali richieste derivano dal presupposto (per me errato) che quello che è attinente a un'attività economica debba essere per forza di competenza del SUAP.

Esempi pratici in nostro possesso sono l'ATS (ex ASL) che, a seguito di sopralluogo in un'attività di tatuatore, dava alcuni adempimenti come, per esempio, di separare l'ingresso dall'area tatuaggio e altri accorgimenti sui servizi igienici. In tal caso i consueti 60 giorni della SCIA sono ampiamente trascorsi (ma non i 18 mesi).

Altro esempio è, sempre segnalato da ATS, in una attività di panificazione, riguardante la conformità della canna fumaria e le relative emissioni. In quest'ultimo caso, l'attività è aperta da numerosi anni.

Personalmente ritengo che il SUAP non debba intervenire, ma vi chiedo cortesemente di districare la questione.

Ringrazio anticipatamente e porgo cordiali saluti.

Claudio
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Occorre distinguere fra:
1) POSSIBILITA' DI INTERVENTO

2) COMPETENZA

In presenza di irregolarità nell'esercizio dell'attività l'autorità di controllo può senz'altro proporre all'autorità competente di adottare provvedimenti per consentire il ripristino della "legalità".
Ciò può avvenire SENZA avvio del procedimento (nei 60 giorni dalla scia) o CON avvio del procedimento oltre i 60 giorni ED ANCHE DOPO i 18 mesi (i 18 mesi valgono solo per irtregolarità della scia non dell'attività).

Ciò detto in alcuni casi il COMUNE non ha competenza diretta (es. prescrizioni in materia di ALIMENTI, SICUREZZA SUL LAVORO ecc...) devono essere adottati direttamente dalla ASL

Nei 60 giorni, quando la competenza è comunale, la competenza è SUAP.
Oltre i 60 giorni sarà dell'ufficio competente per materia che diffiderà assegnando un termine e comunicando avvio del procedimento di revoca/decadenza (se sono venuti meno i requisiti di esercizio).
PARALLELAMENTE si sviluppa il procedimento sanzionatorio pecuniario.

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