Vorrei acquistare una licenza taxi e conferirla ad una cooperativa di produzione e servizi di nuova costituzione come previsto dalla legge 21/92 e dal regolamento taxi del Comune nel quale intendo acquistare la licenza.
Dal momento che da più parti anche se un via non ufficiale mi viene detto che la cosa non è' fattibile, in attesa di un pronunciamento ufficiale, sono a chiedervi se il Comune può opporsi, e se si in base a cosa, ad una forma di gestione del servizio taxi contemplata dal proprio regolamento oltre che dalla legge quadro nazionale.
Vorrei acquistare una licenza taxi e conferirla ad una cooperativa di produzione e servizi di nuova costituzione come previsto dalla legge 21/92 e dal regolamento taxi del Comune nel quale intendo acquistare la licenza.
Dal momento che da più parti anche se un via non ufficiale mi viene detto che la cosa non è' fattibile, in attesa di un pronunciamento ufficiale, sono a chiedervi se il Comune può opporsi, e se si in base a cosa, ad una forma di gestione del servizio taxi contemplata dal proprio regolamento oltre che dalla legge quadro nazionale.
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Nel momento in cui si "acquista" una licenza (tecnicamente si acquista il ramo di azienda di una attività di NCC) si ricade nei vincoli della legge 21/1992 per i quali prima di 5 anni NON si può trasferire a terzi la licenza stessa (art. 9).
Ciò non vale però per il CONFERIMENTO A COOPERATIVE, disciplinato dall'art. 7 il quale non prevede un termine minimo.
Vedi anche:
http://www.omniavis.it/web/forum/index.php?topic=23538.0
Probabilmente il Comune in questione sovrappone le cose.
Confermo, una cosa il trasferimento ovvero la vendita o l'affitto d'azienda a terzi (come accade per qualsiasi altra attività: affitto il bar o il ristorante), in questo caso l'attività è esercitata dal terzo e una cosa è il conferimento cioè mettere insieme ad altri la propria licenza, che resta intestata allo stesso soggetto, al fine dello sfruttamento complessivo (il soggetto continua a lavorare insieme agli altri)
riferimento id:41869Grazie, può' quindi secondo voi il Comune opporsi dal momento che legge 21/92 e regolamento comunale lo prevedono?
riferimento id:41869
Grazie, può' quindi secondo voi il Comune opporsi dal momento che legge 21/92 e regolamento comunale lo prevedono?
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Il problema è che il Comune potrebbe opporsi negando la voltura e contringendoti a ricorrere al TAR ... quindi il consiglio è tonrare a parlare con i rappresentanti del Comune magari stampando queste risposte e cercando di convincerli ... se non si convincono CONSIGLIAMO di presentare le pratiche facendosi assistere da un consulente così da essere preparati per evitare il ricorso o, se necessario, avere un vantaggio in caso di necessario ricorso.
La voltura sarebbe anteriore al conferimento ed avverrebbe comunque fra persone fisiche. Solo successivamente avremmo il conferimento temporaneo alla cooperativa di produzione e lavoro mediante un atto che da' solo la disponibilità' della licenza alla cooperativa senza che venga variato l'intestatario.
La licenza sarebbe quindi nella disponibilità della cooperativa solo temporaneamente ovvero fino a quando il titolare non receda da socio della cooperativa, in questo caso (ovviamente con i tempi previsti dalla legge) rientrerebbe nella disponibilità' della licenza, della quale non ha mai perso la titolarità'.
Questo è' quello che ho capito sia dalla legge 21 che da vari articoli (anche da una sentenza del TAR di Roma) che ho consultato.
Penso che un eventuale ricorso al Tar possa darci ragione anche se aprire un contenzioso con il Comune non so quanto possa essere conveniente.
Concordo sull'analisi.
La via legale è sempre lunga e dispendiosa, è bene capire se ne vale la pena
Buongiorno, ritorno sull'argomento . . . .
Abbiamo incaricato un professionista di contattare l'amministrazione, cosa che ha fatto a mezzo e-mail certificata alla quale ovviamente non è stata ancora data risposta sebbene sia trascorso oltre 1 mese.
Partendo dalla considerazione che anche un contatto con il dirigente dell'ufficio difficilmente porterà ad una risposta scritta con la quale si dovrebbe ammettere che l'operazione è possibile in quanto prevista da Legge Quadro e Regolamento Comunale, sebbene mai consentita, mi chiedo se sia possibile ricorrere al Difensore Civico, trattandosi di carenza di risposta nei nostri confronti (o a voler essere benigni di ritardo nella risposta . . . .) in modo da ottenere un pronunciamento ufficiale da parte del Comune?
Oppure, in alternativa, esiste un altro modo per ottenere una risposta scritta dell'Amministrazione?
Buongiorno, ritorno sull'argomento . . . .
Abbiamo incaricato un professionista di contattare l'amministrazione, cosa che ha fatto a mezzo e-mail certificata alla quale ovviamente non è stata ancora data risposta sebbene sia trascorso oltre 1 mese.
Partendo dalla considerazione che anche un contatto con il dirigente dell'ufficio difficilmente porterà ad una risposta scritta con la quale si dovrebbe ammettere che l'operazione è possibile in quanto prevista da Legge Quadro e Regolamento Comunale, sebbene mai consentita, mi chiedo se sia possibile ricorrere al Difensore Civico, trattandosi di carenza di risposta nei nostri confronti (o a voler essere benigni di ritardo nella risposta . . . .) in modo da ottenere un pronunciamento ufficiale da parte del Comune?
Oppure, in alternativa, esiste un altro modo per ottenere una risposta scritta dell'Amministrazione?
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Sebbene sia buona educazione rispondere (magari scrivendo che non si puà rispondere!) FORMALMENTE non vi è obbligo di esprimersi in merito a quesiti, anche se specifici e puntuali.
Un eventuale ricorso al difensore civico potrebbe portare, fra 2 mesi, ad una pronuncia che imponga il dirigente a pronunciarsi (se il difensore accetta la tesi dell'obbligatorietà) assegnando altri 30 giorni ... a quel momento è Pasqua!!!
SUGGERIMENTO: fatevi assistere da un consulente che vi rassicuri e sostenga la vostra richiesta da allegare alla stessa .... su questa vi è OBBLIGO DI PRONUNCIA ....