Buongiorno,
il titolare di P.O. vorrebbe assegnare un'indennità per specifiche responsabilità a un suo collaboratore... che però è anche suo cugino.
C'è incompatibilità se firmasse il decreto di nomina a favore del cugino?
Grazie
Buongiorno,
il titolare di P.O. vorrebbe assegnare un'indennità per specifiche responsabilità a un suo collaboratore... che però è anche suo cugino.
C'è incompatibilità se firmasse il decreto di nomina a favore del cugino?
Grazie
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Per il codice disciplinare l'incompatibilità ed il conseguente obbligo di astensione scatta in 3 casi:
1) parenti entro il secondo grado (i cugini sono parenti di terzo grado, quindi non vi rientrano https://it.wikipedia.org/wiki/Cugino)
2) soggetti con cui si ha frequenza abituale (se il cugino è parente ma non è in stretti rapporti non si verifica questa condizione)
3) in ogni altro caso in cui esistano gravi ragioni di convenienza
Questo ultimo caso va valutato nello specifico. In una piccola comunità è difficile non avere rapporti con propri parenti di vario grado ... se siamo in un Comune con queste caratteristiche ... potrebbe anche non esservi incompatibilità.
Ciò detto occorre ricordare che nel caso di specie NON siamo in presenza dell'adozione di un atto "vincolato" o comunque conseguente ad un obbligo di legge, ma ad una scelta di "premiazione" di un soggetto voluta dall'Amministrazione (anche se eventualmente sollecitata dal richiedente) .... SUGGERIREI di evitare l'adozione dell'atto da parte del cugino o quantomeno di RICHIEDERE l'astensione e poi sarà il dirigente superiore a accettarla o rifiutarla. Se l'astensione è rifiutata il cugino potrà tranquillamente procedere all'adozione dell'atto.
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[color=red][b]DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 16 aprile 2013, n. 62
[/b][/color]Regolamento recante codice di comportamento dei dipendenti pubblici, a norma dell'articolo 54 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165. (13G00104) (GU n.129 del 4-6-2013 )
Art. 6
Comunicazione degli interessi finanziari
e conflitti d'interesse
1. Fermi restando gli obblighi di trasparenza previsti da leggi o
regolamenti, il dipendente, all'atto dell'assegnazione all'ufficio,
informa per iscritto il dirigente dell'ufficio di tutti i rapporti,
diretti o indiretti, di collaborazione con soggetti privati in
qualunque modo retribuiti che lo stesso abbia o abbia avuto negli
ultimi tre anni, precisando:
a) se in prima persona, o suoi parenti o affini entro il secondo
grado, il coniuge o il convivente abbiano ancora rapporti finanziari
con il soggetto con cui ha avuto i predetti rapporti di
collaborazione;
b) se tali rapporti siano intercorsi o intercorrano con soggetti
che abbiano interessi in attivita' o decisioni inerenti all'ufficio,
limitatamente alle pratiche a lui affidate.
2. Il dipendente si astiene dal prendere decisioni o svolgere
attivita' inerenti alle sue mansioni in situazioni di conflitto,
anche potenziale, di interessi con interessi personali, del coniuge,
di conviventi, di parenti, di affini entro il secondo grado. Il
conflitto puo' riguardare interessi di qualsiasi natura, anche non
patrimoniali, come quelli derivanti dall'intento di voler assecondare
pressioni politiche, sindacali o dei superiori gerarchici.
Art. 7
Obbligo di astensione
1. Il dipendente si astiene dal partecipare all'adozione di
decisioni o ad attivita' che possano coinvolgere interessi propri,
ovvero di suoi [b]parenti, affini entro il secondo grado[/b], del coniuge o
di conviventi, oppure di[b] persone con le quali abbia rapporti di
frequentazione abituale[/b], ovvero, di soggetti od organizzazioni con
cui egli o il coniuge abbia causa pendente o grave inimicizia o
rapporti di credito o debito significativi, ovvero di soggetti od
organizzazioni di cui sia tutore, curatore, procuratore o agente,
ovvero di enti, associazioni anche non riconosciute, comitati,
societa' o stabilimenti di cui sia amministratore o gerente o
dirigente. [b]Il dipendente si astiene in ogni altro caso in cui
esistano gravi ragioni di convenienza.[/b] Sull'astensione decide il
responsabile dell'ufficio di appartenenza.