[i]Installazione di gazebo su suolo pubblico: al fine di evitare il ripetersi delle problematiche sorte relativamente all’utilizzo del gazebo installato in via Sicilia e per prevenire eventuali usi “alternativi” di quelli dell’Area Pedonale Urbana, andrebbero regolamentate in maniera piuttosto dettagliata le tipologie di attività da effettuarsi al loro interno e gli usi possibili di queste strutture che, ricordo, sono “pertinenze” (quindi beni accessori) di esercizi di somministrazione di alimenti e bevande. A tal proposito faccio presente che, essendo il suolo pubblico un bene di proprietà comunale, è il comune che decide cosa si può e cosa non si può fare nella porzione di suolo avuta in concessione, fino ad indicare minuziosamente la tipologia dei prodotti venduti o delle attività che vi si possono svolgere nel caso di gazebo. Ovviamente la concessione rilasciata deve contenere tutte queste indicazioni e condizioni d’uso, altrimenti il concessionario opera nel senso che ritiene più opportuno e redditizio per la propria impresa (ad esempio, non è sufficiente indicare “installazione di gazebo per accogliere turisti all’esterno del locale“ perché poi è il titolare e non il comune che stabilisce in quale modo e con quali attrezzature effettuare l’accoglienza).[/i]
Quanto sopra è un inciso di una lunga relazione inviata tempo fa all’Assessore alle AA.PP. relativa ad una serie di problematiche che interessano il mio ufficio e, siccome sono particolarmente brava a tirarmi la zappa sui piedi, mi ha incaricato di revisionare il vigente regolamento cosap per la parte che interessa le attività commerciali. >:(
Mi potresti fornire dei riferimenti normativi che avvalorino quanto affermato nella relazione? :-* :-* :-*
E’ sufficiente indicare nel Regolamento Comunale che “nell’atto di concessione dovranno essere specificate le condizioni di utilizzo alle quali è subordinata la concessione e le prescrizioni di carattere tecnico –amministrativo per il suo corretto utilizzo”?
e che “la concessione è revocata se il concessionario utilizza il suolo per usi diversi da quelli per cui è stato concesso”?
??? ??? ??? :o :o :o ::) ::) ::) :D :D :D
[i]Installazione di gazebo su suolo pubblico: al fine di evitare il ripetersi delle problematiche sorte relativamente all’utilizzo del gazebo installato in via Sicilia e per prevenire eventuali usi “alternativi” di quelli dell’Area Pedonale Urbana, andrebbero regolamentate in maniera piuttosto dettagliata le tipologie di attività da effettuarsi al loro interno e gli usi possibili di queste strutture che, ricordo, sono “pertinenze” (quindi beni accessori) di esercizi di somministrazione di alimenti e bevande. A tal proposito faccio presente che, essendo il suolo pubblico un bene di proprietà comunale, è il comune che decide cosa si può e cosa non si può fare nella porzione di suolo avuta in concessione, fino ad indicare minuziosamente la tipologia dei prodotti venduti o delle attività che vi si possono svolgere nel caso di gazebo. Ovviamente la concessione rilasciata deve contenere tutte queste indicazioni e condizioni d’uso, altrimenti il concessionario opera nel senso che ritiene più opportuno e redditizio per la propria impresa (ad esempio, non è sufficiente indicare “installazione di gazebo per accogliere turisti all’esterno del locale“ perché poi è il titolare e non il comune che stabilisce in quale modo e con quali attrezzature effettuare l’accoglienza).[/i]
Quanto sopra è un inciso di una lunga relazione inviata tempo fa all’Assessore alle AA.PP. relativa ad una serie di problematiche che interessano il mio ufficio e, siccome sono particolarmente brava a tirarmi la zappa sui piedi, mi ha incaricato di revisionare il vigente regolamento cosap per la parte che interessa le attività commerciali. >:(
Mi potresti fornire dei riferimenti normativi che avvalorino quanto affermato nella relazione? :-* :-* :-*
E’ sufficiente indicare nel Regolamento Comunale che “nell’atto di concessione dovranno essere specificate le condizioni di utilizzo alle quali è subordinata la concessione e le prescrizioni di carattere tecnico –amministrativo per il suo corretto utilizzo”?
e che “la concessione è revocata se il concessionario utilizza il suolo per usi diversi da quelli per cui è stato concesso”?
??? ??? ??? :o :o :o ::) ::) ::) :D :D :D
[/quote]
Intanto condivido a pieno l'inciso che hai inserito nella relazione! ;D
E’ sufficiente indicare nel Regolamento Comunale che “nell’atto di concessione dovranno essere specificate le condizioni di utilizzo alle quali è subordinata la concessione e le prescrizioni di carattere tecnico –amministrativo per il suo corretto utilizzo”?
[color=red]Sì, è una formulazione corretta, sufficiente ampia da darti tutta la possibilità di fornire prescrizioni dettagliate[/color]
e che “la concessione è revocata se il concessionario utilizza il suolo per usi diversi da quelli per cui è stato concesso”?
[color=red]Io scriverei così: "In caso di utilizzo non conforme del suolo pubblico, per finalità diverse o con modalità contrastanti con quanto previsto dalla normativa, nel regolamento comunale o nel titolo, la concessione potrà essere sospesa o, nei casi di reiterazione o particolare gravità, revocata salva l'applicazione delle sanzioni pecuniarie per le relative violazioni"[/color]
Quindi l'unico riferimento normativo è il Regolamento Comunale. Giusto? :o
Non ci sono norme statali, regionali, civilistiche o altro che disciplinano la materia. ???
Nell'articolo "riferimenti normativi" del Reg.to attuale sono citate le seguenti norme: d. lgs. 446/1997 - Codice della Strada e relativo regolamento di attuazione - d. lgs. n° 114/98 per il commercio su aree pubbliche (che aggiornerò con la L.R. 28/2005), non c'è altro? ::)
Quindi l'unico riferimento normativo è il Regolamento Comunale. Giusto? :o
Non ci sono norme statali, regionali, civilistiche o altro che disciplinano la materia. ???
Nell'articolo "riferimenti normativi" del Reg.to attuale sono citate le seguenti norme: d. lgs. 446/1997 - Codice della Strada e relativo regolamento di attuazione - d. lgs. n° 114/98 per il commercio su aree pubbliche (che aggiornerò con la L.R. 28/2005), non c'è altro? ::)
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Ecco le norme da citare:
D.Lgs. 15-12-1997 n. 446 e successive modifiche
D.Lgs. 15-11-1993 n. 507 e successive modifiche
D.Lgs. 285/92 e successive modifiche
******************************
D.Lgs. 15-12-1997 n. 446
Istituzione dell'imposta regionale sulle attività produttive, revisione degli scaglioni, delle aliquote e delle detrazioni dell'Irpef e istituzione di una addizionale regionale a tale imposta, nonché riordino della disciplina dei tributi locali.
Pubblicato nella Gazz. Uff. 23 dicembre 1997, n. 298, S.O.
(commento di giurisprudenza)
63. Canone per l'occupazione di spazi ed aree pubbliche.
1. I comuni e le province possono, con regolamento adottato a norma dell'articolo 52, escludere l'applicazione, nel proprio territorio, della tassa per occupazione di spazi ed aree pubbliche, di cui al capo II del decreto legislativo 15 novembre 1993, n. 507. I comuni e le province possono, con regolamento adottato a norma dell'articolo 52, prevedere che l'occupazione, sia permanente che temporanea, di strade, aree e relativi spazi soprastanti e sottostanti appartenenti al proprio demanio o patrimonio indisponibile, comprese le aree destinate a mercati anche attrezzati, sia assoggettata, in sostituzione della tassa per l'occupazione di spazi ed aree pubbliche, al pagamento di un canone da parte del titolare della concessione, determinato nel medesimo atto di concessione in base a tariffa. Il pagamento del canone può essere anche previsto per l'occupazione di aree private soggette a servitù di pubblico passaggio costituita nei modi di legge. Agli effetti del presente comma si comprendono nelle aree comunali i tratti di strada situati all'interno di centri abitati con popolazione superiore a diecimila abitanti, individuabili a norma dell'articolo 2, comma 7, del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285 (188).
2. Il regolamento è informato ai seguenti criteri:
a) previsione delle procedure per il rilascio, il rinnovo e la revoca degli atti di concessione;
b) classificazione in categorie di importanza delle strade, aree e spazi pubblici;
c) indicazione analitica della tariffa determinata sulla base della classificazione di cui alla lett. b), dell'entità dell'occupazione, espressa in metri quadrati o lineari, del valore economico della disponibilità dell'area nonché del sacrificio imposto alla collettività, con previsione di coefficienti moltiplicatori per specifiche attività esercitate dai titolari delle concessioni anche in relazione alle modalità dell'occupazione;
d) indicazione delle modalità e termini di pagamento del canone;
e) previsione di speciali agevolazioni per occupazioni ritenute di particolare interesse pubblico e, in particolare, per quelle aventi finalità politiche ed istituzionali;
f) previsione per le occupazioni permanenti, realizzate con cavi, condutture, impianti o con qualsiasi altro manufatto da aziende di erogazione dei pubblici servizi e da quelle esercenti attività strumentali ai servizi medesimi, di un canone determinato forfetariamente come segue:
1) per le occupazioni del territorio comunale il canone è commisurato al numero complessivo delle relative utenze per la misura unitaria di tariffa riferita alle sottoindicate classi di comuni:
I) fino a 20.000 abitanti, lire 1.500 per utenza;
II) oltre 20.000 abitanti, lire 1.250 per utenza;
2) per le occupazioni del territorio provinciale, il canone è determinato nella misura del 20 per cento dell'importo risultante dall'applicazione della misura unitaria di tariffa di cui al numero 1), per il numero complessivo delle utenze presenti nei comuni compresi nel medesimo àmbito territoriale;
3) in ogni caso l'ammontare complessivo dei canoni dovuti a ciascun comune o provincia non può essere inferiore a lire 1.000.000. La medesima misura di canone annuo è dovuta complessivamente per le occupazioni permanenti di cui alla presente lettera effettuate dalle aziende esercenti attività strumentali ai pubblici servizi;
4) gli importi di cui al numero 1) sono rivalutati annualmente in base all'indice ISTAT dei prezzi al consumo rilevati al 31 dicembre dell'anno precedente;
5) il numero complessivo delle utenze è quello risultante al 31 dicembre dell'anno precedente. Il canone è versato in un'unica soluzione entro il 30 aprile di ciascun anno. Il versamento è effettuato a mezzo di conto corrente postale intestato al comune o alla provincia recante, quale causale, l'indicazione del presente articolo. I comuni e le province possono prevedere termini e modalità diversi da quelli predetti inviando, nel mese di gennaio di ciascun anno, apposita comunicazione alle aziende di erogazione di pubblici servizi, fissando i termini per i conseguenti adempimenti in non meno di novanta giorni dalla data di ricezione della comunicazione (189);
g) applicazione alle occupazioni abusive di un'indennità pari al canone maggiorato fino al 50 per cento, considerando permanenti le occupazioni abusive realizzate con impianti o manufatti di carattere stabile, mentre le occupazioni abusive temporanee si presumono effettuate dal trentesimo giorno antecedente la data del verbale di accertamento, redatto da competente pubblico ufficiale (190);
g-bis) previsione delle sanzioni amministrative pecuniarie di importo non inferiore all'ammontare della somma di cui alla lettera g), né superiore al doppio della stessa, ferme restando quelle stabilite dall'articolo 20, commi 4 e 5, del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285 (191).
3. Il canone è determinato sulla base della tariffa di cui al comma 2, con riferimento alla durata dell'occupazione e può essere maggiorato di eventuali effettivi e comprovati oneri di manutenzione in concreto derivanti dall'occupazione del suolo e del sottosuolo, che non siano, a qualsiasi titolo, già posti a carico delle aziende che eseguono i lavori. Per la determinazione della tassa prevista al comma 1 relativa alle occupazioni di cui alla lettera f) del comma 2, si applicano gli stessi criteri ivi previsti per la determinazione forfetaria del canone. Dalla misura complessiva del canone ovvero della tassa prevista al comma 1 va detratto l'importo di altri canoni previsti da disposizioni di legge, riscossi dal comune e dalla provincia per la medesima occupazione, fatti salvi quelli connessi a prestazioni di servizi (192).
(188) Comma così sostituito dall'art. 31, comma 20, L. 23 dicembre 1998, n. 448.
(189) Lettera così sostituita dall'art. 18, L. 23 dicembre 1999, n. 488.
(190) L'art. 31 commi 25 e 26, L. 23 dicembre 1998, n. 448 ha così sostituito la lett. g) ed ha aggiunto la lett. g-bis).
(191) L'art. 31, commi 25 e 26, L. 23 dicembre 1998, n. 448, ha così sostituito la lett. g) ed ha aggiunto la lett. g-bis).
(192) Comma prima sostituito dall'art. 18, L. 23 dicembre 1999, n. 488 e poi così modificato dall'art. 10, comma 2, L. 1° agosto 2002, n. 166. Vedi, anche, l'art. 2, D.Lgs. 31 dicembre 1992, n. 546, come modificato dal comma 1 dell'art. 3-bis, D.L. 30 settembre 2005, n. 203, nel testo integrato dalla relativa legge di conversione.