Data: 2017-01-04 08:20:55

mercato su suolo privato

Mi è stato posto il seguente quesito:

"vorrei informazioni in merito alla possibilità di creare un mercato di filiera corta su suolo privato:
In particolare vorrei sapere:
- chi può fare richiesta e se c'è un modulo già precompilato e in che modalità va presentato
- se c'è un disciplinare che regola lo svolgimento di questo tipo di mercato
- quali devono essere i rapporti tra il proprietario del suolo privato e chi gestisce il mercato
- se è possibile affiancare ai banchi delle aziende agricole anche bachi non di aziende agricole
- le caratteristiche dell'area privata utilizzata per il mercato

Io credo che non possa essere fatta un'attività continuativa, ma solo occasionale (3-4 volte l'anno) altrimenti si verrebbe a creare un far west di mercatini, che ne pensate?

riferimento id:38170

Data: 2017-01-04 08:46:17

Re:mercato su suolo privato

In attesa delle risposte dei nostri esperti vedi queste risposte ad analoghi quesiti sul tema FARMER'S MARKET:

https://www.google.it/search?q=site%3Aomniavis.it%2Fweb%2Fforum+farmer&oq=site%3Aomniavis.it%2Fweb%2Fforum+farmer&aqs=chrome..69i57j69i58.255j0j9&sourceid=chrome&ie=UTF-8

riferimento id:38170

Data: 2017-01-04 16:38:41

Re:mercato su suolo privato

Il discorso è complesso e richiede approfondimenti. Intanto posso dirti:

Il DM del 20/11/2007 rappresenta delle mere linee di indirizzo per la realizzazione dei mercati riservati alla vendita diretta da parte degli imprenditori agricoli. La potestà normativa nel definire con puntualità queste fattispecie spetterebbe alle regioni. In assenza di normativa regionale, i comuni hanno molta libertà nel regolamentare la materia. Il DM 20/11/2007 non ha natura regolamentare ma rappresenta, sicuramente, una buona base affinché il comune possa regolamentare e istituire i c.d. farmer's market anche perché su tale decreto è stato espresso il parere positivo della Conferenza Stato-città ed autonomie locali, dove ANCI si è fatto portavoce delle esigenze degli Enti Locali.

Diciamo che i mercati agricoli possono sfuggire dall'applicazione dell'Intesa.
Quanto appena affermato trova conferma dalla recente legge 154/2016 che, in un certo senso, aumenta il valore normativo dello stesso DM: adesso è la "legge" che dispone che i comuni hanno facoltà di definire le modalità di esercizio dei c.d. farmer's market basandosi proprio su tale DM.

Legge 154/2016, art. 22 - Disposizioni per lo sviluppo  dei  prodotti  provenienti  da  filiera  corta, dell'agricoltura biologica  o  comunque  a  ridotto  impatto ambientale
[i]c. 1. In conformità alle disposizioni in materia di mercati  agricoli di vendita diretta, di cui al decreto del  Ministro  delle  politiche agricole alimentari e forestali 20 novembre  2007,  pubblicato  nella Gazzetta Ufficiale n. 301 del 29  dicembre  2007,  i  comuni  possono definire  modalità  idonee  di  presenza  e  di  valorizzazione  dei prodotti agricoli e alimentari  a  chilometro  zero,  provenienti  da filiera  corta,  e  dei  prodotti  agricoli  e  alimentari  derivanti dall'agricoltura biologica o comunque a ridotto impatto ambientale  e di qualità.[/i]

I comuni hanno molta libertà nell’autorizzare (forse oggi,  visto l’attuale art. 4 del d.lgs. 228/01, resta l’istituzione solo su suolo pubblico) o istituire tali mercati previa sottoscrizione reciproca (comune + soggetto collettivo) di un atto di autoregolamentazione, cioè il [b]disciplinare[/b].
Se trattasi di richiesta di autorizzazione su area privata reputo che il comune si debba limitare ad una presa d'atto (vedi attuale art. 4, comma 8-ter del d.lgs. 228/01, introdotto nel 2013).
Se il comune vuole istituire un mercato su area pubblica allora rammento che l’imparzialità è un dovere costituzionale. In questo caso il comune dovrebbe pubblicare almeno un avviso per trovare il soggetto interlocutore o, al limite, ratificare una richiesta privata verificando l'assenza di domande concorrenti e prevedendo un limite temporale per un'altra verifica. Il rilascio della concessione (cumulativa o ai singoli) è imprescindibile. Il comune deve concedere il "suolo di tutti" previa motivazione e ragionevolmente (di norma sottoponendolo a TOSAP/COSAP per l'utilizzo privato).

Un regolamento comunale non è condizione necessaria ma è auspicabile. Potrebbe essere anche un Titolo del regolamento del commercio su aree pubbliche. In ogni caso è quantomeno necessaria una DGC con la quale si prende atto del panorama giuridico in materia e si ratifica la proposta di un soggetto terzo.

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