Ciao Simone.
Mi è pervenuta una SCIA ai fini dell'avvio dell'attività di pubblico esercizio di Ristorante-Bar.
Tra gli allegati vi è una agibilità autocertificata con destinazione d'uso a attività ricettiva; relazioni tecniche che si riferiscono ad attività commerciale; planimetrie che si riferiscono ad attività commerciali.
All'ASL - Dipartimento di Prevenzione mi risulta che oltre alla predetta documentazione, sia stata presentata anche certificazione di agibilità rilasciata da questo Comune il 2004 e 2007 che parla di attività agrituristica.
Atteso che i requisiti urbanistici devono essere riferiti all'attività commerciale come mi devo comportare?
Ciao Simone.
Mi è pervenuta una SCIA ai fini dell'avvio dell'attività di pubblico esercizio di Ristorante-Bar.
Tra gli allegati vi è una agibilità autocertificata con destinazione d'uso a attività ricettiva; relazioni tecniche che si riferiscono ad attività commerciale; planimetrie che si riferiscono ad attività commerciali.
All'ASL - Dipartimento di Prevenzione mi risulta che oltre alla predetta documentazione, sia stata presentata anche certificazione di agibilità rilasciata da questo Comune il 2004 e 2007 che parla di attività agrituristica.
Atteso che i requisiti urbanistici devono essere riferiti all'attività commerciale come mi devo comportare?
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La destinazione d'uso indicata in agibilità NON è detto che corrisponda all'attuale destinazione d'uso.
Né è detto che una destinazione non commerciale sia inidonea allo scopo (es. chi apre un bar in un albergo avrà probabilmente destinazione turistico-ricettiva).
Quindi AL MOMENTO non puoi intervenire per dichiarare inefficace la scia ma hai titolo:
1) a chiedere urgente verifica all'ufficio tecnico
2) a chiedere chiarimenti all'interessato (senza interrompere o sospendere la scia)
Grazie Simone.
La verifica c/o l'U.T.C. è stata già effettuata in modo verbale ed è emerso che l'intero immobile è destinato ad uso residenziale-alberghiero ad oggi ancora non attivo.
A mio modesto avviso l'attività di ristorante-bar dovrà essere subordinata all'attività ricettiva quando questa sarà attiva e destinata agli ospiti della struttura. Quindi la predetta attività di somministrazione, intesa come pubblico esercizio, oggetto di scia e senza destinazione commerciale non potrà essere avviata se non unitamente all'attività ricettiva di albergo.
Il legale rappr. della società ha dichiarato di possedere il requisito professionale perché già iscritto all'ex REC e per aver frequentato con esito positivo il corso professionale senza indicare gli estremi per poter fare le dovute verifiche.
La SCIA è datata 29.07.2016 e quindi avrei bisogno di istruirla con estrema urgenza.
Grazie.
Grazie Simone.
La verifica c/o l'U.T.C. è stata già effettuata in modo verbale ed è emerso che l'intero immobile è destinato ad uso residenziale-alberghiero ad oggi ancora non attivo.
A mio modesto avviso l'attività di ristorante-bar dovrà essere subordinata all'attività ricettiva quando questa sarà attiva e destinata agli ospiti della struttura. Quindi la predetta attività di somministrazione, intesa come pubblico esercizio, oggetto di scia e senza destinazione commerciale non potrà essere avviata se non unitamente all'attività ricettiva di albergo.
Il legale rappr. della società ha dichiarato di possedere il requisito professionale perché già iscritto all'ex REC e per aver frequentato con esito positivo il corso professionale senza indicare gli estremi per poter fare le dovute verifiche.
La SCIA è datata 29.07.2016 e quindi avrei bisogno di istruirla con estrema urgenza.
Grazie.
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Da quanto descritto sembra emergere la carenza di destinazione d'uso compatibile .... quindi dovrai far formalizzare all'ufficio tecnico il parere per ora solo verbale e procedere a dichiarare inefficace la scia per carenza del presupposto.
Quanto ai requisiti professionali è superfluo farli precisare, ma con l'occasione puoi ricordare all'interessato di indicarne gli estremi al momento della eventuale ripresentazione della scia.
Credo che il possesso dei requisiti professionali, se autocertificati, debbano essere verificabili e quindi non basta dire "ho i requisiti prof.li."; se non indico tutti gli estremi, non consento alla P.A. di fare i dovuti controlli anche a campione ex DPR 445/2000. E quindi a mio avviso tale dichiarazione incompleta non sarebbe conforme alla legge e come tale non sostituirebbe l'onere di produrre la documentazione attestate tale possesso.
riferimento id:35569
Credo che il possesso dei requisiti professionali, se autocertificati, debbano essere verificabili e quindi non basta dire "ho i requisiti prof.li."; se non indico tutti gli estremi, non consento alla P.A. di fare i dovuti controlli anche a campione ex DPR 445/2000. E quindi a mio avviso tale dichiarazione incompleta non sarebbe conforme alla legge e come tale non sostituirebbe l'onere di produrre la documentazione attestate tale possesso.
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A nostro avviso tale impostazione è solo parzialmente corretta nel senso che l'art. 18 della legge 241/1990 dispone:
[b][color=red]I documenti attestanti atti, fatti, qualità e stati soggettivi, necessari per l'istruttoria del procedimento, sono acquisiti d'ufficio quando sono in possesso dell'amministrazione procedente, ovvero sono detenuti, istituzionalmente, da altre pubbliche amministrazioni. L'amministrazione procedente può richiedere agli interessati i soli elementi necessari per la ricerca dei documenti.[/color][/b]
La norma chiaramente presuppone la LEGITTIMITA' dell'autocertificazione (con il conseguente obbligo per la PA di conseguire autonomamente la documentazione o conferma della veridicità delle dichiarazioni) fermo restando il potere di richiedere agli interessati "i soli elementi necessari per la ricerca dei documenti".
Ciò significa, secondo noi abbastanza chiaramente, che:
1) l'autocertificazione è valida anche se GENERICA (es. dichiaro di avere i requisiti professionali)
2) a seguito di detta autocertificazione la PA ha il potere di richiedere (fermi gli effetti autocertificativi) gli ELEMENTI NECESSARI per la ricerca dei documenti (es. il corso frequentato ecc...)
3) una dichiarazione di inefficacia della scia contenente autocertificazioni complete anche se generiche sarebbe illegittima A MAGGIOR RAGIONE se la PA è in grado di reperire autonomamente (anche se con difficoltà) le informazioni ed i dati necessari (es. se dichiaro di avere i requisiti professionali la PA può, tramite ricerca anagrafica, verificare se ho un titolo di studio valido ... senza necessità che sia io stesso ad indicare l'istituto).
OVVIAMENTE è bene chiedere sempre all'interessato la produzione di informazioni e documenti, a corredo delle dichiarazioni, per semplificare l'attività di controllo e vigilanza. Ma è richiesta che non determina nè un onere nè tantomeno un obbligo a carico dell'interessato.
Questa la nostra posizione .... ma ben vengano altri orientamenti.
A mio avviso gli artt. 46 e 47 del dpr 445/2000 sono abbastanza chiari.
se dico genericamente che per una data attività" ho i requisiti professionali previsti" senza dire quali, non mi pare che stia autocertificando alcunchè se non indico almeno quali ho e quando e dove li ho conseguiti.
Non mi pare che esista una banca dati universale che sia interrogabile dalla p.a. per poter verificare se una persona abbia o no determinati titoli a meno che il loro possesso, per legge, debba risultare da pubblici registri consultabili.
Mi pare che così facendo la p.a. si mette da sé in condizione di non poter fare alcun controllo sulla veridicità di quanto dichiarato, a meno che a monte non ci si preoccupi affatto di farli tali controlli e si dia sempre per vero quanto dichiarato dal soggetto.
Comunque condivido, le opinioni diverse vanno sempre valutate e discusse. Lo scopo di forum come il vostro è sicuramente quello di diffondere conoscenza, migliorare e contribuire alla formazione di tutti.
Cito, anche se riferito al codice degli appalti:
[...] la completezza delle dichiarazioni “ (…) [i] è già di per sé un valore da perseguire, consentendo – secondo i principi di buon andamento dellʹamministrazione e di proporzionalità ‐ la celere decisione sull’ammissione dei soggetti
giuridici alla gara (…)”, con la conseguenza che “ (…) una dichiarazione inaffidabile (anche perché solo incompleta) è da considerare già di per sé stessa lesiva degli interessi considerati dalla norma, a prescindere dal fatto che lʹimpresa meriti sostanzialmente di partecipare alla gara.[/i]"
Consiglio di Stato, Sez. V, 16/10/2013 n. 5023; in senso conforme anche Cons. Stato, Sez. V, 7 maggio
2013, n. 2462, che richiama Cons. Stato, Sez. V, 8 novembre 2012, n. 5693.
Cito, anche se riferito al codice degli appalti:
[...] la completezza delle dichiarazioni “ (…) [i] è già di per sé un valore da perseguire, consentendo – secondo i principi di buon andamento dellʹamministrazione e di proporzionalità ‐ la celere decisione sull’ammissione dei soggetti
giuridici alla gara (…)”, con la conseguenza che “ (…) una dichiarazione inaffidabile (anche perché solo incompleta) è da considerare già di per sé stessa lesiva degli interessi considerati dalla norma, a prescindere dal fatto che lʹimpresa meriti sostanzialmente di partecipare alla gara.[/i]"
Consiglio di Stato, Sez. V, 16/10/2013 n. 5023; in senso conforme anche Cons. Stato, Sez. V, 7 maggio
2013, n. 2462, che richiama Cons. Stato, Sez. V, 8 novembre 2012, n. 5693.
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Sicuramente un interessante spunto ma nel settore degli APPALTI vi è un contrapposto interesse, la PAR CONDICIO dei partecipanti e quindi la giurisprudenza è correttamente più rigorosa al fine di evitare che una dichiarazione generica leda i "diritti della concorrenza".
Comunque non siamo molto distanti.
Sicuramente la dichiarazione "ho i requisiti" è generica e non va bene. A mio avviso la dichiarazione "ho i requisiti X" è sufficiente, per te occorre una dichiarazione più completa "ho i requisiti x in quanto ...."