Buongiorno e innanzitutto complimenti per essere l'unica persona che ha scrive sul web cose interessanti e utili e soprattutto pratiche sull'associazionismo. La maggior parte dei siti non fanno altro che riprodurre le consuete normative civilistiche e fiscali, ormai arci-note ma che non danno risposte ai problemi reali di chi, come me, vuole costituire una VERA associazione SENZA SCOPO DI LUCRO e si trova impelagato in un dedalo di contraddizioni e diciture fumose.
mi presento, io sono un semplice musicista che però, di fronte alla morte artistica della mia città, avrebbe l'intenzione, insieme ad altri "pazzi" come me di rilanciare il settore dell'arte indipendente (esibizioni di musica originale live di musicisti indipendenti + proiezione film originali di registi indipendenti + mostre fotografiche/pittoriche originali di artisti indipendenti), il tutto in maniera assolutamente PRIVA DI LUCRO, ma nel senso vero del termine: nessuno di noi associati avrebbe 1 euro di utile, né di compenso sotto altra forma (come ad es. succede in tutti i circoli arci…). tutti i soldi che entrano devono servire a pagare affitti e utenze.
La domanda vera è “da dove entrano i soldi”. Nella nostra idea, oltre alle consuete entrate derivanti dai contributi associativi, avrei in mente altre due tipologie di entrate:
1) Offerta libera degli associati che vengono a vedere le esibizioni live, le proiezioni e le mostre (di cui una parte da lasciare agli artisti indipendenti e un’altra parte all’associazione per la copertura di affitto e utenze)
2) Vendita agli associati di prodotti confezionati, in particolare birre in bottiglia di buona qualità (vorrei evitare qualsiasi problematica legata alla somministrazione alimenti/bevande o preparazione degli stessi).
Stante l’ambiguità della legge sull’esercizio o meno di un’attività commerciale (e non volendo aprire la partita iva per le relative complicazioni) avrei pensato di installare presso i luoghi dell’associazione dei distributori automatici (di birra e/o di qualsiasi altra bevanda/alimento confezionato possa essere di gradimento degli associati). Solitamente il contratto che viene fatto con i gestori dei distributori automatici prevede un comodato gratuito. In pratica il gestore porta i distributori presso i locali dell’associazione, si occupa di tutto (allacci, rifornimenti, manutenzione, etc.) e ci guadagna dalla differenza tra i costi dei prodotti messi all’interno dei distributori e il prezzo a cui gli stessi vengono erogati. In questo modo l’associazione darebbe certamente un bel servizio ai propri associati ma non avrebbe 1 euro da utilizzare per coprire i propri costi.
Vorrei pertanto proporre al gestore del distributore (come si fa ad es. nelle scuole pubbliche) di applicare dei prezzi superiori sui prodotti all’interno dei distributori e poi riconoscere all’associazione una cifra, ad es. a titolo di utilizzo spazi dei locali (o altro titolo che ora non mi viene in mente).
Faccio un esempio semplice: normalmente il gestore comprerebbe una bottiglia di birra a 0,50 euro e la venderebbe a 2 euro con un guadagno di 1,5 euro; nel caso da me proposto il gestore dovrebbe ad es. alzare il prezzo del prodotto a 2,5 euro e “rigirare” all’associazione la differenza di 0,50 euro; in tal modo il gestore guadagnerebbe sempre 1,5 euro (2,5 di prezzo – 0,5 di costo – 0,5 da dare all’associazione) mentre l’associazione avrebbe un’entrata di 0,50 euro. Naturalmente questa entrata da parte dell’associazione le è stata “indirettamente” pagata da parte dell’associato che ha comprato la birra, tuttavia, non essendoci una “vendita diretta” tra l’associazione e l’associato, non si dovrebbe, a mio avviso, configurare un’attività commerciale.
Tuttavia il problema rimane perché l’associazione riceve dal gestore del distributore una SOMMA.
La domanda è: a che titolo potrebbe essere incassata questa somma per evitare di incorrere nell’esercizio di attività commerciale?
Altre domande che mi vengono in mente (mi scuso in anticipo se le risposte sono già in un’altra sezione del forum ma sto approfondendo un po’ ovunque):
- Che obblighi ha un’associazione come questa (APS) nei confronti di siae/enpals considerando che non viene riprodotto alcunché di tutelato dal diritto d’autore (anche la musica diffusa nel locale sarà originale!)?
- Il locale dove svolgere queste manifestazioni che caratteristiche deve rispettare (mi sembra di aver capito che non è importante la destinazione d’uso ma unicamente la normativa in termini di agibilità e la normativa sanitaria)?
- Cosa significa esattamente che il locale “non deve avere un accesso diretto alla strada pubblica”?
- Ha qualche consiglio relativamente a materiale informativo “pratico” da studiare per aprire una APS (libri, siti web, etc.)?
- So che le APS possono ricevere fondi/contributi (addirittura un “fondo sezionale SIAE”…). Ha qualche consiglio su dove informarmi a tal proposito?
- Dal punto di vista della forma sociale a me viene in mente una APS perché mi pare quella che rispecchi meglio la nostra idea di fondo. Mi sembra inoltre che la forma migliore (salvo agevolazioni che sinceramente non riesco a comprendere) sarebbe quella dell’associazione non riconosciuta. Non capisco infatti quale dovrebbe essere il beneficio di essere riconosciuto da un’associazione nazionale (qui dalle mie parti i locali sono praticamente tutti a tessera arci piuttosto che aics o altre più o meno conosciute). In tal caso, tra l’altro, se quelli che entrano nel mio ipotetico circolo arci hanno fatto la tessera da un’altra parte, io perdo anche l’introito derivante dalla tessera. (???) la ringrazio in anticipo per qualsiasi suggerimento che mi aiuti a comprendere anche questa strana cosa.
Grazie ancora dell’attenzione e di nuovo complimenti.
Andrea.
[color=red]PREMESSA:
1) per aprire una associazione ed avviare l'attività non vi occorre alcuna licenza, o permesso o vincolo di destinazione a condizione che l'accesso sia riservato ai soli soci e che i soci non si possano iscrivere il giorno stesso
2) potete far installare da terzi il distributore come descritto e far applicare i prezzi che volete e ricevere dal distributore una percentuale o quota. Si tratta di entrate di natura commerciale, NON VIETATE ad una associazione, purchè marginali. Dovete consultare un commercialista per la corretta imputazione delle stesse, ma in linea di principio non vedo ostacoli
3) lo stesso dicasi per la offerta libera a titolo di liberalità in occasione delle vs. esibizioni o a prescindere
PROBLEMA SERIO: il distributore automatico non può erogare alcolici, di nessun genere, di nessuna gradazione.
Quindi nel distributore dovete tenere solo prodotti non alcolici.
In alternativa potete avviare un circolo di somministrazione (DPR 235/2001) che ha qualche vincolo in più ma che vi consente di somministrare ai soci anche gli alcolici
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- Che obblighi ha un’associazione come questa (APS) nei confronti di siae/enpals considerando che non viene riprodotto alcunché di tutelato dal diritto d’autore (anche la musica diffusa nel locale sarà originale!)?
[color=red]Il tema è dibattutto ed è emerso recentemente grazie alla presa di posizione di alcuni artisti, ma in linea di principio NIENTE E' DOVUTO alla SIAE:
http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/01/18/siae-guida-pratica-allesenzione/848549/
http://www.laleggepertutti.it/45981_non-pagare-la-siae-a-volte-si-puo-ecco-quando
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- Il locale dove svolgere queste manifestazioni che caratteristiche deve rispettare (mi sembra di aver capito che non è importante la destinazione d’uso ma unicamente la normativa in termini di agibilità e la normativa sanitaria)?
[color=red]CONFERMATO. Deve avere i requisiti minimi di sicurezza (impiantistica ecc...) attestati nell'agibilità. Ma essendo una APS potete usare qualsiasi locale anche se fate somministrazione[/color]
- Cosa significa esattamente che il locale “non deve avere un accesso diretto alla strada pubblica”?
[color=red]Premesso che ciò vale SOLO se fate somministrazione. Se non la fate potete avere anche accesso diretto.
Se fate somministrazione occorre che vi sia una CONTROPORTA fra il locale e la prima via pubblica[/color]
- Ha qualche consiglio relativamente a materiale informativo “pratico” da studiare per aprire una APS (libri, siti web, etc.)?
[color=red]C'è di tutto in rete:
https://www.google.it/search?q=associazione+promozione+sociale+costituzione&oq=associazione+promozione+sociale+costituzione&aqs=chrome..69i57j69i61j0l3j69i64.239j0j9&sourceid=chrome&ie=UTF-8
io però consulterei un commercialista se pensate di avere dei numeri rilevanti ... soprattutto per le entrate da somministrazione.
Altrimenti fate pure da voi!
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- So che le APS possono ricevere fondi/contributi (addirittura un “fondo sezionale SIAE”…). Ha qualche consiglio su dove informarmi a tal proposito?
[color=red]No, devi cercare online[/color]
- Dal punto di vista della forma sociale a me viene in mente una APS perché mi pare quella che rispecchi meglio la nostra idea di fondo. Mi sembra inoltre che la forma migliore (salvo agevolazioni che sinceramente non riesco a comprendere) sarebbe quella dell’associazione non riconosciuta. Non capisco infatti quale dovrebbe essere il beneficio di essere riconosciuto da un’associazione nazionale (qui dalle mie parti i locali sono praticamente tutti a tessera arci piuttosto che aics o altre più o meno conosciute). In tal caso, tra l’altro, se quelli che entrano nel mio ipotetico circolo arci hanno fatto la tessera da un’altra parte, io perdo anche l’introito derivante dalla tessera. (???) la ringrazio in anticipo per qualsiasi suggerimento che mi aiuti a comprendere anche questa strana cosa.
[color=red]NON serve a niente giuridicamente (o solo in un limitato caso: se il Comune ha la programmazione di qualità degli esercizi di somministrazione - ma non mi dilungo) il riconoscimento di una associazione nazionale (se non ovviamente sfruttarne la pubblicità o i servizi che offre). Valutate voi.
Potete fare una associazione non riconosciuta, ma se non è una APS e volete fare somministrazione vi serve la destinazione d'uso.
Senza somministrazione suonate dove volete[/color]
Grazie ancora dell’attenzione e di nuovo complimenti.
[color=red]A disposizione![/color]