Dei produttori agricoli vorrebbero aprire un negozio di vendita diretta. Vorrebbero vendere anche del gelato sfuso fatto con i prodotti provenienti dalle aziende e trasformato presso un laboratorio terzo.
Devono necessariamente vendere il prodotto confenzionato o possono anche dare coni e coppette?
Il discorso non è mica semplice.
Il DM 5 agosto 2010 prevede un elenco di beni e attività che possono essere oggetto di attività agricola. E’ un DM che viene rifatto, in genere, ogni 2 anni.
Questo del 2010 ha previsto, ad esempio, come produzione agricola, quella della birra e del pane.
Il gelato non è compreso in elenco, o meglio, è compreso il "trattamento igienico del latte e produzione dei derivati del latte".
Fra i derivati del latte, è stato chiarito tramite circolare dell’Agenzia delle Entrate n. 44 del 15.11.2004, che non rientra la produzione di gelato.
Detto questo, possono tranquillamente fare quanto gelato vogliono ma il reddito che percepiranno non sarà reddito agricolo (ho citato una circolare non una legge ma visto che è della agenzia delle entrate...)
Sul fatto delle coppette o del confezionato non ci vedo differenze se non una diversa impostazione igienico-sanitaria del loro lavoro e quindi una diversa documentazione tecnica nella pratica sanitaria: notifica ex Reg. CE 852/04 o riconoscimento ex Reg. CE 853/04
Anche guardando i codici ATECO il ragionamento porta alla stessa conclusione.
Il DM che elenca le attività agricole connesse cita espressamente (fra i derivati del latte) i codici: 01.41.0 - 01.45.0 - 10.51.1 - 10.51.2.
La produzione gelato è 10.52
Ma in sostanza la"somministrazione" del gelato sfuso rischia di trasformare un esercizio di vendita diretta di prodotti agricoli in esercizio pubblico?
E poi il Decreto 228/2001 non dice che i produttori agricoli devono vendere solo tali tipi di prodotti eventualmente anche provenienti da altre aziende ma sempre agricoli devono essere?
Se dunque il gelato non è considerato prodotto di origine agricola mi pare di capire che non può comunque trattarsi di vendita diretta di prodotti agricoli.
In ultima analisi potrei semplicemente suggerire l'apertura di un normale negozio alimentare con "somministrazione non assistita" di gelato sfuso?
mi pare una soluzione appropriata, oppure anche quella di indirizzarli verso un'attività artigiana di produzione e vendita diretta senza bisogno dell'abilitazione commerciale
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