Salve,
sono un ragazzo che per guadagnarsi da vivere e sistemarsi sta cercando di mettersi in proprio creando una distribuzione di vino a Roma e dintorni. Avrei bisogno di consigli riguardo alcuni punti critici dell'iter da affrontare, considerando anche che parto da zero, quindi devo ragionare anche in un'ottica di contenimento dei costi e dei rischi.
Inizialmente era mia intenzione di effettuare un ingrosso senza deposito, tuttavia essendo io colui che riceve lo stock di prodotti da distribuire poi ai singoli dettaglianti, credo ci sia la necessità per legge di avere un deposito presso cui far risultare l'arrivo della merce sul DDT di acquisto e il successivo smercio al dettagliante sul DDT di vendita.
Il mio commercialista di fiducia si trova in Puglia ed è lì che sono residente, dunque anche dietro suo consiglio è decisamente indicato aprire una ditta individuale in regime forfettario con sede legale all'indirizzo pugliese in cui sono residente. In questo modo sarebbe lui a sbrigare tutte le pratiche relative alla CCIAA e quindi a risolvere eventuali beghe di qualsiasi tipo che possano verificarsi, essendo la sua competenza locale.
Una prima domanda operativa riguarda il corso per il commercio alimentare: il mio commercialista ha detto che non ho bisogno di farlo per ottenere la licenza poiché non devo toccare la merce (niente somministrazione), ma solo triangolarla dal produttore al dettagliante facendola passare dal mio magazzino. Mi confermate questa cosa?
Per il commercialista il problema grosso risiede nel fatto che vorrei ubicare il mio magazzino a Roma, dato che è lì che questo tipo di commercio ha maggiori possibilità di successo grazie al numero enorme di ristoranti e locali.
Essendo la mia sede legale in Puglia, è lì che dovrei espletare tutte le pratiche CCIAA, le quali tuttavia includono anche l'autorizzazione sanitaria ASL per verificare il magazzino, che però sarebbe a Roma e quindi fuori dalla competenza territoriale della CCIAA pugliese.
Il commercialista mi ha detto che è un casino, perché l'unico modo sarebbe quello di indicare due posizioni, una in Puglia e una a Roma, il che comporterebbe un raddoppio di tutti i costi e di tutti gli iter. Ha quindi tagliato corto consigliandomi di trovare un magazzino in puglia e fare il DDT di vendita direttamente da lì, per evitare problemi burocratici legati allo "sconfinamento" della ditta in una ASL diversa, ma francamente trovo la cosa operativamente terribile... pur essendo burocraticamente migliore.
Sapreste darmi maggiori info a riguardo? Possibile che non sia consentito sbrigare tutto dal mio indirizzo di residenza in Puglia e semplicemente appoggiarmi in un magazzino fuori regione? Mi sembra un controsenso, francamente, che esista una problematica di questo tipo come se la Regione Puglia appartenesse a uno Stato diverso da quello della Regione Lazio. Sempre Italia è, no?
Possibile che non ci sia un modo per delegare solo l'ispezione ASL per il solo magazzino all'autorità competente romana sbrigando comunque tutto dalla sede legale in Puglia, che è l'indirizzo di casa mia dove sono residente e dal quale intendo dirigere le operazioni?
Grazie,
Mario
Preciso che il mio magazzino a Roma sarebbe ubicato presso la società Easybox, che essendo specializzata nel settore mi consente di spuntare un prezzaccio e al contempo mi assicura di superare l'ispezione ASL grazie alla perfetta manutenzione dei locali, inoltre mi darebbe flessibilità dal punto di vista contrattuale poiché basterebbe una settimana di preavviso per chiudere il rapporto.
Invece sarebbe molto più difficile trovare un magazzino in Puglia, non essendoci ditte come la Easybox... vai a trovare qualcuno che mi fa il regolare contratto, poi vai a vedere come è tenuto il magazzino... inoltre non avrebbe mai la flessibilità contrattuale di cui ho bisogno. Oltre che scomodissimo logisticamente.
Sarebbe la cosa migliore di trovare un modo per tenere il magazzino a Roma.
Inizialmente ero in dubbio se aprire la discussione qui nella sezione Puglia o nella sezione Lazio... Ho pensato di aprirla qui dato che la sede legale sarà sicuramente in Puglia e quindi sono alla ricerca del modo per far funzionare le cose da lì, pur dovendo avere a che fare con la ASL romana. Spero possiate darmi una mano a districare la situazione. Mi sto rendendo conto di quanto sia davvero difficile avviare un'impresa da soli e sistemarsi in Italia...
Ciao,
in linea generale NON VI SONO OSTACOLI di sorta ad avere un deposito a Roma (che comporta solo l'attivazione di una AUTOCERTIFICAZIONE all'ASL competente - cosiddetta notifica sanitaria) che, vista l'attività di mero deposito, non comporta particolari complicazioni, requisiti e costi.
Se il deposito è mero strumento dell'attività principale (con sede in Puglia) non vedo particolari adempimento se non quello dell'apertura dell'unità locale con variazione in CCIAA (in Puglia). Ma anche se fosse su Roma, ormai gli adempimenti si fanno SOLO ONLINE e non ha particolare rilevanza la competenza territoriale dell'una o l'altra delle cciaa.
Lo svolgimento dell'attività di commercio all'ingrosso di prodotti alimentari e/o non alimentari, è subordinato al possesso di determinati requisiti morali. Dal 14/9/2012, con l'entrata in vigore del D.Lgs. n. 147/2012 (modificativo dei decreti legislativi n. 114/98 e n. 59/2010) non è più necessario il possesso dei REQUISITI PROFESSIONALI per l’esercizio dell’attività di commercio all’ingrosso nel settore alimentare (sia che si manipolino sia che non si manipolino alimenti).
Pur non essendo chiaro a mio avviso è comunque necessario il CORSO HACCP (4 ore) per ogni attività di commercio alimentare, anche se di mero deposito all'ingrosso.
Grazie mille per la risposta gentilissima e precisa.
Restano nell'oscurità alcuni punti relativi proprio all'apertura dell'unità locale, che per il commercialista comporterebbe il raddoppio dei costi poiché si andrebbe a pagare sia per la CCIAA pugliese che per la CCIAA di Roma. Inoltre in Puglia la pratica sanitaria non si fa ancora online come a Roma, quindi per il commercialista andrebbe fatta a mano sia per la Puglia che per Roma il che complicherebbe ulteriormente la vita.
Ha inoltre paventato l'ipotesi che avere due unità locali potrebbe creare problemi con lo status di contribuente minimo.
Riguardo al requisito professionale, per il mio commercialista esso dovrebbe svolgere praticamente la funzione di diploma di titolo professionale (come ad esempio ragioneria) che a me non serve avendo titolo superiore, però ha detto di non aver verificato se la normativa è stata cambiata a partire da gennaio 2016.
Ma in ogni caso non sarebbe un problema fare quel corso.... il nodo principale che mi angoscia riguarda la doppia unità locale
Grazie mille per la risposta gentilissima e precisa.
Restano nell'oscurità alcuni punti relativi proprio all'apertura dell'unità locale, che per il commercialista comporterebbe il raddoppio dei costi poiché si andrebbe a pagare sia per la CCIAA pugliese che per la CCIAA di Roma. Inoltre in Puglia la pratica sanitaria non si fa ancora online come a Roma, quindi per il commercialista andrebbe fatta a mano sia per la Puglia che per Roma il che complicherebbe ulteriormente la vita.
Ha inoltre paventato l'ipotesi che avere due unità locali potrebbe creare problemi con lo status di contribuente minimo.
Riguardo al requisito professionale, per il mio commercialista esso dovrebbe svolgere praticamente la funzione di diploma di titolo professionale (come ad esempio ragioneria) che a me non serve avendo titolo superiore, però ha detto di non aver verificato se la normativa è stata cambiata a partire da gennaio 2016.
Ma in ogni caso non sarebbe un problema fare quel corso.... il nodo principale che mi angoscia riguarda la doppia unità locale
[/quote]
In questi casi il CONSIGLIO è sentire un ulteriore professionista, magari più specializzato e preparato (non conosco la preparazione dell'attuale, ma alcune risposte mi sembrano "vaghe").
Quanto alla pratica cartacea ... non commentiamo ulteriormente
Perdonatemi, seguirò il consiglio (scritto in maiuscolo mi pare eloquente poi), in realtà cercavo semplicemente una risposta univoca da parte di chi penso abbia una visione d'insieme migliore, perché localmente sembra che ogni commercialista dica la sua e che tutto diventi opinabile.
In verità mi servirebbe solo una risposta perentoria (sì o no) sulla seguente situazione:
è possibile inviare autocertificazione all'ASL romana in via telematica, pur iscrivendosi alla CCIAA pugliese in via cartacea per aprire partita iva come contribuente minimo, dopodiché pagare presso la CCIAA pugliese l'importo per la sede e presso la CCIAA romana il solo importo dell'unità locale (pari al 20% della sede), pur essendo la pratica originaria di iscrizione svolta solo presso la CCIAA pugliese in via cartacea?
Ciao,
a mio avviso gli adempimenti sono da effettuarsi telematicamente: iscrizione mediante il canale COMUNICA alla Camera di Commercio in Puglia quindi, sempre telematicamente, denuncia di apertura dell'unità locale alla Camera di Commercio della provincia in cui la stessa è ubicata (Roma). No so se in questo ultimo caso la spesa è o meno il 20% perché talvolta cambia da una provincia all'altra. Saluti