Salve,
da tempo ormai sto sbattendo la testa cercando di capire se e come inquadrare la mia idea.
Vorrei aprire un locale di caffè take away e dolci possibilmente "fatti a mano".
I problemi sono molteplici, cerco di riassumerli qui:
- Se apro un laboratorio di gastronomia calda e fredda, a quanto pare "dovrà essere citata la preparazione, per il solo asporto, di alcune bevande quali caffè e spremute o centrifugati di ortofrutta." stando a Determinazione 12 maggio 2014, n. G06917. Questo significa che io posso fare e vendere i dolci nel laboratorio e poi preparare e vendere le bevande come caffè, spremute e centrifugati da asporto? E se questa vendita da asporto di caffè superasse la vendita dei prodotti di laboratorio? Sono incluse bevande come il cappuccino, nella definizione qui sopra di "caffè, spremute o centrifugati"?
- La domanda che ne consegue è: se vendessi più caffè che prodotti di laboratorio, non sarei più artigiano? Per essere artigiano devo avere "per scopo prevalente l’esercizio di un’attività diretta alla produzione e alla trasformazione di beni, anche semilavorati, o alla prestazione di servizi". Se vendo più caffè, lo scopo prevalente non è più fare dolci giusto? Almeno mi eviterei l'iscrizione all'albo.
- La "Risoluzione n. 203054 del 1 ottobre 2012", in riferimento all'idea di fare esercizio di vicinato alimentare con caffè take away e dolci scongelati, afferma che "la vendita di caffè allo stato sfuso (preparato nel locale con apposito macchinario e venduto in bicchieri per il consumo immediato anche all'esterno del locale) configura un'attività di somministrazione non consentita." Cosa significa? Mi riguarda? Questo è il documento in questione http://www.sviluppoeconomico.gov.it/images/stories/impresa/consumatori/somministrazionealibev203054.pdf
- Se volessi vendere anche altri alimenti e bibite non preparati da me e che non siano caffè e centrifugati (ad esempio bottigliette d'acqua, succhi di frutta, lattine di Coca Cola) dovrei inviare una seconda SCIA per esercizio di vicinato vicinato alimentare? Se sì, come funziona avere due SCIA nello stesso locale? L'INPS la pago solo per l'attività principale tra le due, giusto?
Provando a risolvere stravolgendo tutto: è possibile fare attività di commercio alimentare di vicinato con annesso piccolo laboratorio? In questo modo potrei vendere caffè da asporto, bibite varie (commercio) e fare un piccolo laboratorio di dolci da vendere sempre da asporto.
In tutto questo caos totale (almeno per me), non riesco a capire se la somministrazione non assistita include anche alimenti e bevande da asporto o solo da consumare sul luogo senza servizio. E per questo non capisco neanche se e come inserirla nelle mie domande...
Mi rendo conto che sono domande complesse, ma io questa idea ho e non riesco proprio a raccapezzarmi!
Un enorme grazie in anticipo!
P.s. Vi assicuro che sono stato ore e ore e ore a cercare risposta a questi quesiti, senza successo purtroppo. Ho trovato anche diversi post proprio sul vostro forum, ma non riesco ad avere conferme sul mio caso particolare. I regolamenti sono poco chiari a riguardo ed ho visitato decine e decine di siti senza arrivare a una soluzione. Perfino al SUAP non ho ottenuto grandi risultati (mi hanno detto un generico "fai SCIA per commercio e SCIA per laboratorio", ma non capisco se posso far rientrare il caffè nel laboratorio e da quello che ho capito non posso farlo rientrare nel commercio per la "Risoluzione" che ho linkato più sopra...).
PREMESSA: capiamo lo sconforto. Personalmente mi occupo da 20 anni di questi temi ed a volte non riesco a spiegare a me stesso certe norme o certe "non norme" che comunque vengono applicate.
Purtroppo la descrizione apre VARI SCENARI ed è difficile affrontarli tutti, quindi sarò molto sintetico:
1) SCIA DI VICINATO le consente di vendere tutto per asporto (cose prodotte e cose non prodotte in laboratorio). Ovviamente risulterà commerciante ma evita i problemi della prevalenza dei cappuccini!
2) può anche rimanere artigiano con SCIA DI VICINATO come attività accessoria secondaria ... ma la cosa si complica
3) A NOSTRO AVVISO la somministrazione non assistita si può fare su tutti i prodotti, ma Ministero, Regioni, molti Comuni ... non ne vogliono sapere
4) perchè non pensate ad una scia di SOMMINISTRAZIONE così potete farla assistita o non assistita senza problemi (ovviamente si apre il problema requisiti - soprattutto bagni).
QUINDI:
a) non rinunciare all'artigianato se si è sicuri di avere e mantenere i requisiti (in questo caso scia e notifica sanitaria)
b) altrimenti scia vicinato con somministrazione non assistita (ma, soprattutto nel Lazio ... la vedo dura)
c) scia di somministrazione e risolvete tutto!
Prima di tutto, come al solito, grazie mille!
Ho bisogno di alcuni chiarimenti se possibile.
PREMESSA: capiamo lo sconforto. Personalmente mi occupo da 20 anni di questi temi ed a volte non riesco a spiegare a me stesso certe norme o certe "non norme" che comunque vengono applicate.
Purtroppo la descrizione apre VARI SCENARI ed è difficile affrontarli tutti, quindi sarò molto sintetico:
1) SCIA DI VICINATO le consente di vendere tutto per asporto (cose prodotte e cose non prodotte in laboratorio). Ovviamente risulterà commerciante ma evita i problemi della prevalenza dei cappuccini!
[color=teal]1) SCIA di vicinato mi consente di vendere tutto per asporto. Come posso produrre anche cose in laboratorio? Posso aprire un laboratorio dentro il locale con una SCIA di vicinato? O devo aprire una seconda SCIA di laboratorio? Se devo aprire una seconda SCIA, come faccio per il registratore di cassa, le ricevute, ecc.?[/color]
2) può anche rimanere artigiano con SCIA DI VICINATO come attività accessoria secondaria ... ma la cosa si complica
[color=teal]2) Diciamo che sarebbe la mia opzione preferibile. Se ho capito bene per "rimanere artigiano" intende fare SCIA di laboratorio artigianale e SCIA di vicinato? Diciamo che sarebbe uguale alla prima opzione con la differenza che nella prima opzione il laboratorio sarebbe attività secondaria mentre in questo caso quella principale?[/color]
3) A NOSTRO AVVISO la somministrazione non assistita si può fare su tutti i prodotti, ma Ministero, Regioni, molti Comuni ... non ne vogliono sapere
[color=teal]3) Quindi somministrazione non assistita non è vendita a portar via, giusto? Non mi crea grossi problemi il fatto di non mettere banconi per il consumo autonomo nel locale.[/color]
4) perchè non pensate ad una scia di SOMMINISTRAZIONE così potete farla assistita o non assistita senza problemi (ovviamente si apre il problema requisiti - soprattutto bagni).
[color=teal]4) Purtroppo, come ha anticipato, ci sono i requisiti che sono un GRANDE problema, tra bagni e punteggi irraggiungibili ho preferito rinunciarci...
[/color]
QUINDI:
a) non rinunciare all'artigianato se si è sicuri di avere e mantenere i requisiti (in questo caso scia e notifica sanitaria)
[color=teal]a) Se riuscissi a mantenere laboratorio artigianale (o non) SENZA aprire commercio di vicinato sarebbe perfetto. Rinuncerei (almeno per il momento) alla vendita diretta di bottigliette ma non avrei neanche bisogno della licenza SAB (ex REC). Il problema si pone sul fatto se posso fare tutti i caffè a portar via che mi pare o se comunque deve risultare un servizio accessorio alla vendita dei prodotti di laboratorio e, soprattutto, se posso fare anche varianti del caffè (come ad esempio cappuccino, orzo, tè, ecc.). Sinceramente non vedo perché no, se posso fare caffè, centrifugati e frullati perché non dovrei poter fare anche cappuccini e tè?[/color]
b) altrimenti scia vicinato con somministrazione non assistita (ma, soprattutto nel Lazio ... la vedo dura)
[color=teal]b) Come dice, se nel Lazio la vede dura direi di rinunciarci a prescindere.
[/color]
c) scia di somministrazione e risolvete tutto!
[color=teal]c) Purtroppo come dicevo temo di dover rinunciare alla somministrazione per il discorso del punteggio da rispettare (in primis col bagno dei clienti).
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1) SCIA DI VICINATO le consente di vendere tutto per asporto (cose prodotte e cose non prodotte in laboratorio). Ovviamente risulterà commerciante ma evita i problemi della prevalenza dei cappuccini!
1) SCIA di vicinato mi consente di vendere tutto per asporto. Come posso produrre anche cose in laboratorio? Posso aprire un laboratorio dentro il locale con una SCIA di vicinato? O devo aprire una seconda SCIA di laboratorio? Se devo aprire una seconda SCIA, come faccio per il registratore di cassa, le ricevute, ecc.?
[color=red][b]La scia di vicinato si può presentare anche se si ha laboratorio. Poi che siano una o due è irrilevante.
Il registratore di cassa è unico
[/b][/color]
2) può anche rimanere artigiano con SCIA DI VICINATO come attività accessoria secondaria ... ma la cosa si complica
2) Diciamo che sarebbe la mia opzione preferibile. Se ho capito bene per "rimanere artigiano" intende fare SCIA di laboratorio artigianale e SCIA di vicinato? Diciamo che sarebbe uguale alla prima opzione con la differenza che nella prima opzione il laboratorio sarebbe attività secondaria mentre in questo caso quella principale?
[color=red][b]confermo ....[/b][/color]
3) A NOSTRO AVVISO la somministrazione non assistita si può fare su tutti i prodotti, ma Ministero, Regioni, molti Comuni ... non ne vogliono sapere
3) Quindi somministrazione non assistita non è vendita a portar via, giusto? Non mi crea grossi problemi il fatto di non mettere banconi per il consumo autonomo nel locale.
[color=red][b]ALL'OPPOSTO. La vendita da asporto è SEMPRE LECITA E CONSENTITA. Nessuno la può vietare o limitare.
Il problema è la vendita al banco mettendo a disposizione tavoli, sedie e sgabelli per il CONSUMO SUL POSTO. Questa è la somministrazione NON ASSISTITA[/b][/color]
4) perchè non pensate ad una scia di SOMMINISTRAZIONE così potete farla assistita o non assistita senza problemi (ovviamente si apre il problema requisiti - soprattutto bagni).
4) Purtroppo, come ha anticipato, ci sono i requisiti che sono un GRANDE problema, tra bagni e punteggi irraggiungibili ho preferito rinunciarci...
[color=red][b]Sui punteggi se ne potrebbe discutere, in termini di legittimità ... ma il discorso diventerebbe troppo complesso[/b][/color]
QUINDI:
a) non rinunciare all'artigianato se si è sicuri di avere e mantenere i requisiti (in questo caso scia e notifica sanitaria)
a) Se riuscissi a mantenere laboratorio artigianale (o non) SENZA aprire commercio di vicinato sarebbe perfetto. Rinuncerei (almeno per il momento) alla vendita diretta di bottigliette ma non avrei neanche bisogno della licenza SAB (ex REC). Il problema si pone sul fatto se posso fare tutti i caffè a portar via che mi pare o se comunque deve risultare un servizio accessorio alla vendita dei prodotti di laboratorio e, soprattutto, se posso fare anche varianti del caffè (come ad esempio cappuccino, orzo, tè, ecc.). Sinceramente non vedo perché no, se posso fare caffè, centrifugati e frullati perché non dovrei poter fare anche cappuccini e tè?
[color=red][b]Si possono fare anche caffè da portar via in contenitori chiusi, senza dubbio. Lo stesso per cappuccini, tisane o altro ...[/b][/color]
b) altrimenti scia vicinato con somministrazione non assistita (ma, soprattutto nel Lazio ... la vedo dura)
b) Come dice, se nel Lazio la vede dura direi di rinunciarci a prescindere.
[color=red][b]ok[/b][/color]
c) scia di somministrazione e risolvete tutto!
c) Purtroppo come dicevo temo di dover rinunciare alla somministrazione per il discorso del punteggio da rispettare (in primis col bagno dei clienti).
[color=red][b]ok[/b][/color]
Grazie mille, gentilissimo e disponibilissimo come sempre!
riferimento id:33567Ho ancora un dubbio, non sono sicuro di aver capito benissimo ma questa volta è una domanda facile.
Se presentassi SCIA di commercio come attività principale e nel locale mettessi una piccola cucina per fare qualche dolce, devo per forza presentare un'altra SCIA, questa volta di laboratorio di gastronomia? O posso aprire la cucina come attività secondaria al commercio, senza presentare SCIA?
Se dovessi presentare la SCIA di laboratorio per forza, risulterei artigiano perché nell'ambito della SCIA di laboratorio eseguirei come attività principale artigianato oppure non risulterei artigiano perché devo prendere in considerazione tutte le attività dell'esercizio (quindi incluso il commercio di bevande) e quindi l'attività artigiana non sarebbe più la principale?
Grazie ancora!
Ho ancora un dubbio, non sono sicuro di aver capito benissimo ma questa volta è una domanda facile.
Se presentassi SCIA di commercio come attività principale e nel locale mettessi una piccola cucina per fare qualche dolce, devo per forza presentare un'altra SCIA, questa volta di laboratorio di gastronomia? O posso aprire la cucina come attività secondaria al commercio, senza presentare SCIA?
Se dovessi presentare la SCIA di laboratorio per forza, risulterei artigiano perché nell'ambito della SCIA di laboratorio eseguirei come attività principale artigianato oppure non risulterei artigiano perché devo prendere in considerazione tutte le attività dell'esercizio (quindi incluso il commercio di bevande) e quindi l'attività artigiana non sarebbe più la principale?
Grazie ancora!
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CHIARIAMO: nessuno ti obbliga ad essere artigiano nel senso che se anche operi artigianalmente e vendessi tutti prodotti fatti da te potresti sempre rinunciare alla qualifica di artigiano ed iscriverti al registro imprese come COMMERCIANTE.
Detto in altri termini. L'artigiano è una ECCEZIONE e come tale spetta a te dimostrare di avere i requisiti e CHIEDERE di essere iscritto come tale. Ma se non vuoi ... puoi sempre iscriverti al commercio.
Ciò detto, per vendere prodotti non artigianali ti serve la SCIA DI VICINATO + NOTIFICA SANITARIA.
Se aggiungi un laboratorio di gastronomia NON devi presentare altra scia ma solo modifica della NOTIFICA SANITARIA.
Ho ancora un dubbio, non sono sicuro di aver capito benissimo ma questa volta è una domanda facile.
Se presentassi SCIA di commercio come attività principale e nel locale mettessi una piccola cucina per fare qualche dolce, devo per forza presentare un'altra SCIA, questa volta di laboratorio di gastronomia? O posso aprire la cucina come attività secondaria al commercio, senza presentare SCIA?
Se dovessi presentare la SCIA di laboratorio per forza, risulterei artigiano perché nell'ambito della SCIA di laboratorio eseguirei come attività principale artigianato oppure non risulterei artigiano perché devo prendere in considerazione tutte le attività dell'esercizio (quindi incluso il commercio di bevande) e quindi l'attività artigiana non sarebbe più la principale?
Grazie ancora!
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CHIARIAMO: nessuno ti obbliga ad essere artigiano nel senso che se anche operi artigianalmente e vendessi tutti prodotti fatti da te potresti sempre rinunciare alla qualifica di artigiano ed iscriverti al registro imprese come COMMERCIANTE.
Detto in altri termini. L'artigiano è una ECCEZIONE e come tale spetta a te dimostrare di avere i requisiti e CHIEDERE di essere iscritto come tale. Ma se non vuoi ... puoi sempre iscriverti al commercio.
Ciò detto, per vendere prodotti non artigianali ti serve la SCIA DI VICINATO + NOTIFICA SANITARIA.
Se aggiungi un laboratorio di gastronomia NON devi presentare altra scia ma solo modifica della NOTIFICA SANITARIA.
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Perfetto grazie mille, fare SCIA di vicinato invece che di laboratorio mi semplificherebbe del tutto il progetto. Poi se dovessi riuscire a rispettare i requisiti di artigiano, faccio anche la richiesta. Nel frattempo mi apro il mio negozio con laboratorio con notifica sanitaria corretta e vedo come va.
Grazie ancora!