Buongiorno. Volevo porre una questione: un'attività agrituristica ha fatto un contratto di affitto residenziale( che non ho visto ma che dicono sia stato regolarmente registrato) ad un soggetto avente ad oggetto uno degli appartamenti in cui si svolge l'attività agrituristica. Ora questo soggetto vuole che gli venga concessa la residenza. Da un punto di vista di attività agrituristica secondo lei questo è legittimo (cioè affittare per un lungo periodo, che non conosco, l'appartamento?) Il titolare dell'attività agrituristica qualora possa fare questo tipo di contratto secondo lei dovrebbe comunicare la variarazione dell'attività agrituristica togliendo quell'appartamento dall'attività agrituristica oppure rientra nel corretto svolgimento della stessa con possibilità di un terzo di prendere addirittura la residenza. Spero di essere stata chiara e di non averla disturbata.
Grazie mille. Saluti.
A parere mio, un soggetto può vedersi riconoscere la residenza in una struttura ricettiva in genere. Se lì fissa l’abituale dimora va da sé che, astrattamente, si concretizzi la residenza (vedi TAR veneto 736/2009), questo a prescindere dal fatto che sia stipulato un contratto.
Dal lato opposto, però, se il gestore della struttura conclude un contratto abitativo ex legge 431/98 (4 anni + 4 anni) allora non siamo più di fronte ad un rapporto fra titolare/imprenditore e cliente ma siamo di fronte ad un rapporto fra privati al di fuori dell’esercizio dell’attività ricettiva. Alla luce di questo, l’immobile oggetto di contratto ad uso abitativo è, nei fatti, sottratto all’esercizio dell’attività turistica. Diciamo che l’attività complessiva subirebbe una variazione con la riduzione dei posti letto (coincidente con i locali destinati ai contratti abitativi) e come tale dovrebbe essere comunicata al SUAP.