Data: 2016-03-20 11:22:11

Danni da PRECARIZZAZIONE nella PA - Cassazione, sent. n. 5072 del 15/3/2016

Precari nella PA: il contratto illegittimo apre al risarcimento

[color=red][b]Cassazione, sentenza n. 5072 del 15 marzo 2016 [/b][/color]

[img width=300 height=127]http://scenarieconomici.it/wp-content/uploads/2014/10/precari.png[/img]

La questione controversa, così delimitata, chiama in causa la normativa del
lavoro a tempo determinato alle dipendenze di enti pubblici non economici nel contesto
del lavoro pubblico contrattualizzato, la quale, pur articolata in varie disposizioni
mutate nel tempo, si è mossa costantemente lungo una direttrice di fondo segnata
dall'esigenza costituzionale di conformità al canone espresso dall'ultimo comma dell'art.
97 Cost. che prescrive che agli impieghi nelle pubbliche amministrazioni si accede
mediante concorso, salvo i casi stabiliti dalla legge. Canone questo che costituisce
proiezione del principio di eguaglianza che vuole che tutti, secondo capacità e merito
valutati per il tramite di una procedura di concorso, possono accedere all'impiego
pubblico e che all'opposto non consente l'accesso in ruolo stabile per altra via, tanto più
se segnata da illegalità.


Ripetuto è quindi il principio affermato dalla giurisprudenza (ex plurimis Cass.,
sez. lav., 15 giugno 2010, n. 14350) secondo cui nel pubblico impiego un rapporto di
lavoro a tempo determinato in violazione di legge non è suscettibile di conversione in
rapporto a tempo indeterminato, stante il divieto posto dall'art. 36 d.lgs. n. 165 del
2001, il cui disposto non è stato modificato dal d.lgs. n. 368 del 2001, contenente la
regolamentazione dell'intera disciplina del lavoro a tempo determinato; ne consegue
che, in caso di violazione di norme poste a tutela dei diritti del lavoratore, in capo a
quest'ultimo, essendo preclusa la conversione del rapporto, sussiste solo il diritto al
risarcimento dei danni subiti.


Il lavoratore, che abbia reso una prestazione lavorativa a termine in una
situazione di ipotizzata illegittimità della clausola di apposizione del termine al
contratto di lavoro o, più in generale, di abuso del ricorso a tale fattispecie contrattuale,
essenzialmente in ipotesi di proroga, rinnovo o ripetuta reiterazione contra legem,
subisce gli effetti pregiudizievoli che, come danno patrimoniale, possono variamente
configurarsi.
Si può soprattutto ipotizzare una perdita di chance nel senso che, se la pubblica
amministrazione avesse operato legittimamente emanando un bando di concorso per il
posto, il lavoratore, che si duole dell'illegittimo ricorso al contratto a termine, avrebbe
potuto parteciparvi e risultarne vincitore. Le energie lavorative del dipendente sarebbero
state liberate verso altri impieghi possibili ed in ipotesi verso un impiego alternativo a
tempo indeterminato. Il lavoratore che subisce l'illegittima apposizione del termine o,
più in particolare, l'abuso della successione di contratti a termine rimane confinato in
una situazione di precarizzazione e perde la chance di conseguire, con percorso
alternativo, l'assunzione mediante concorso nel pubblico impiego o la costituzione di un
ordinario rapporto di lavoro privatistico a tempo indeterminato.
L'evenienza ordinaria è la perdita di chance risarcibile come danno patrimoniale
nella misura in cui l'illegittimo (soprattutto se prolungato) impiego a termine abbia fatto
perdere al lavoratore altre occasioni di lavoro stabile.
Ma non può escludersi che una prolungata precarizzazione per anni possa aver
inflitto al lavoratore un pregiudizio che va anche al di là della mera perdita di chance di
un'occupazione migliore.


http://www.italgiure.giustizia.it/xway/application/nif/clean/hc.dll?verbo=attach&db=snciv&id=./20160316/snciv@sU0@a2016@n05072@tS.clean.pdf

riferimento id:33086
vuoi interagire con la community? vai al NUOVO FORUM - community.omniavis.it