Data: 2016-02-08 13:34:01

Le restrizioni comunali per i cambi di destinazione d'uso

Caro Simone pur essendo entrato nel mondo della pensione ,per tenermi sempre aggiornato ho voluto continuare a titolo personale ad utilizzare il nostro forum- nel salutare tutti vi ringrazio per gli anni passati insieme e per la risoluzione di tanti quesiti,per la vostra professionalità e cortesia dimostratami quando ero responsabile del SUAP- avrei una piccola domanda da fare:
alcuni comuni limitano a 50 60mq la possibilità dei cambi di destinazione d'uso (da fienile a civile abitazione per esempio ) mentre approvano progetti di nuovi fabbricati o ristrutturazioni con creazione di miniappartamenti di 30.40 e 50 mq E' legittima tale decisione- al di là di un'analisi politica che in questo forum non è possibile fare per ovvie ragioni,mi sembra però che l'aspettativa di una casa a prezzo basso (fienile di 50 mq e realizzazione di una casa per i nipoti o per i figli) senza obbligare ad andare in affitto e considerato anche la valorizzazione di un bene e di un terreno che altrimenti i serpi e le volpi lo esproprierebbero ? Non è il mio caso ma quello che ieri sera dibattevano al bar alcuni contadini che hanno dovuto aiutare i figli o nipoti negli affitti o ad acquistare nuovi locali pur essendo in possesso di cosiddetti metatini (piccole case che una volta nel podere servivano per ricoverare grano.olive.mezzi agricoli) Tutto ciò anche in considerazione del fatto che si parla di terreni che potrebbero rinascere a nuova vita,esclusione dell'incolto e anche il relativo introito comunale per il cambio di destinazione d'uso- E' legittima una siffatta limitazione quando ormai la liberalizzazione è considerata come rilancio economico?  Saluti a tutti Ugo Quadri

riferimento id:32016

Data: 2016-02-08 13:51:52

Re:Le restrizioni comunali per i cambi di destinazione d'uso


Caro Simone pur essendo entrato nel mondo della pensione ,per tenermi sempre aggiornato ho voluto continuare a titolo personale ad utilizzare il nostro forum- nel salutare tutti vi ringrazio per gli anni passati insieme e per la risoluzione di tanti quesiti,per la vostra professionalità e cortesia dimostratami quando ero responsabile del SUAP- avrei una piccola domanda da fare:
alcuni comuni limitano a 50 60mq la possibilità dei cambi di destinazione d'uso (da fienile a civile abitazione per esempio ) mentre approvano progetti di nuovi fabbricati o ristrutturazioni con creazione di miniappartamenti di 30.40 e 50 mq E' legittima tale decisione- al di là di un'analisi politica che in questo forum non è possibile fare per ovvie ragioni,mi sembra però che l'aspettativa di una casa a prezzo basso (fienile di 50 mq e realizzazione di una casa per i nipoti o per i figli) senza obbligare ad andare in affitto e considerato anche la valorizzazione di un bene e di un terreno che altrimenti i serpi e le volpi lo esproprierebbero ? Non è il mio caso ma quello che ieri sera dibattevano al bar alcuni contadini che hanno dovuto aiutare i figli o nipoti negli affitti o ad acquistare nuovi locali pur essendo in possesso di cosiddetti metatini (piccole case che una volta nel podere servivano per ricoverare grano.olive.mezzi agricoli) Tutto ciò anche in considerazione del fatto che si parla di terreni che potrebbero rinascere a nuova vita,esclusione dell'incolto e anche il relativo introito comunale per il cambio di destinazione d'uso- E' legittima una siffatta limitazione quando ormai la liberalizzazione è considerata come rilancio economico?  Saluti a tutti Ugo Quadri
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Ciao Ugo,
ben ritrovato ....
la questione è articolata e complessa. IN LINEA GENERALE il Comune ha un potere di pianificazione anche in relazione ai limiti per il cambio di destinazione fra funzioni diverse (agricola-abitazione).
Se tale previsione è RAGIONEVOLE e debitamente motivata è difficilmente attaccabile.
Ad oggi non suggerirei un ricorso contro tali provvedimenti .... la liberalizzazione c'è ma ha riguardato il settore delle attività produttive e solo in minima parte l'edilizia "pura"

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