Un amministratore di due distinte società (X che vende il prodotto "a" - Y che vende il prodotto "b") vorrebbe organizzare in due esercizi di vicinato resi tra di loro comunicanti un'attività congiunta di commercio all'ingrosso e dettaglio di prodotti alimentari, sia per il prodotto "a" che per il prodotto "b".
1 problema: Le due attività, [u]pur rimanendo distinte[/u], possono comunicare tra di loro, nel senso che il cliente può liberamente spostarsi tra l'esercizio di vicinato dove X vende il prodotto "a" e l'esercizio di vicinato dove Y vende il prodotto "b"?
2° problema: ammesso che sia possibile mettere in comunicazione i due esercizi di vicinato intestati a soggetti diversi, come determino la superficie di vendita di ciascuno, considerato che l'art. 21 della l.r. 28/2005, ai fini del titolo abilitativo, mi chiede di sommare le superfici di vendita all'ingrosso e al dettaglio?
Se sono effettivamente comunicanti allora è una sola unità locale da un punto di vista amministrativo. Magari restano due subalterni distinti a livello catastale ma la sup. di vendita sarà quella data dalla somma delle superfici di vendita altrimenti sarebbe un modo (ad esempio) per trasformare due esercizi di vicinato in una media struttura senza autorizzazione.
Detto questo, in applicazione dell’art. 21 tutta la superficie di vendita congiunta è superficie al dettaglio. Anche in questo caso la norma vuole evitare che si eludano le disposizioni sulle abilitazioni per medie o grandi strutture.
Entrambi possono fare una SCIA per aumento della superficie se si resta nell’ambito degli esercizi di vicinato, altrimenti potrebbero fare un affidamento di reparto o altre soluzioni ancora