Buongiorno Simone, il problema è il seguente:
nel dicembre 2013 un esercizio di ristorante sito nel comune mi comunica che, a causa del perdurare della crisi economica e della forte diminuzione della clientela, si trova nella necessità di sospendere l'attività per un anno fino al 31/12/2014 (in precedenza aveva operato una diminuzione della superficie di somministrazione per alleggerire il carico dei tributi comunali). Poco prima della scadenza il titolare presenta una richiesta di proroga di ulteriori 12 mesi, motivandola con l'esigenza di effettuare lavori di manutenzione interna, rifacimento degli impianti e con l'obiettivo di trasformare i locali e modificare la tipologia di somministrazione (da ristorazione classica come pranzi di nozze, battesimi, ecc.) in altra tipologia con altre caratteristiche. Il comune, previa acquisizione di alcuni preventivi di spesa , accorda la proroga alla sospensione di un altro anno, fino al 31/12/2015.
Nel frattempo però si è appurato che tale sospensione dell'attività altro non è se non un tentativo da parte dei titolari del ristorante, di prendere tempo per capire cosa fare e soprattutto per impedire la decadenza l'autorizzazione. Infatti l'interno dei locali non risultano essere stati avviati lavori di rifacimento impianti, né altre opere di ristrutturazione.
In data odierna, avvertiti della scadenza della proroga, i titolari dell'attività sembrano non avere la più pallida idea di "cosa vogliano fare da grandi" :-\ e avvisati dell'incombente avvio del procedimento di decadenza dell'autorizzazione, chiedono altro tempo.
In casi come questi, cosa può fare l'ufficio comunale ? Può prendersi carico delle difficoltà congiunturali di un'attività economica ? A mio avviso non ci sono i presupposti per un'ulteriore proroga della sospensione dell'attività.
Chiedo pertanto un Tuo parere, grazie come sempre per la disponibilità.
Buongiorno Simone, il problema è il seguente:
nel dicembre 2013 un esercizio di ristorante sito nel comune mi comunica che, a causa del perdurare della crisi economica e della forte diminuzione della clientela, si trova nella necessità di sospendere l'attività per un anno fino al 31/12/2014 (in precedenza aveva operato una diminuzione della superficie di somministrazione per alleggerire il carico dei tributi comunali). Poco prima della scadenza il titolare presenta una richiesta di proroga di ulteriori 12 mesi, motivandola con l'esigenza di effettuare lavori di manutenzione interna, rifacimento degli impianti e con l'obiettivo di trasformare i locali e modificare la tipologia di somministrazione (da ristorazione classica come pranzi di nozze, battesimi, ecc.) in altra tipologia con altre caratteristiche. Il comune, previa acquisizione di alcuni preventivi di spesa , accorda la proroga alla sospensione di un altro anno, fino al 31/12/2015.
Nel frattempo però si è appurato che tale sospensione dell'attività altro non è se non un tentativo da parte dei titolari del ristorante, di prendere tempo per capire cosa fare e soprattutto per impedire la decadenza l'autorizzazione. Infatti l'interno dei locali non risultano essere stati avviati lavori di rifacimento impianti, né altre opere di ristrutturazione.
In data odierna, avvertiti della scadenza della proroga, i titolari dell'attività sembrano non avere la più pallida idea di "cosa vogliano fare da grandi" :-\ e avvisati dell'incombente avvio del procedimento di decadenza dell'autorizzazione, chiedono altro tempo.
In casi come questi, cosa può fare l'ufficio comunale ? Può prendersi carico delle difficoltà congiunturali di un'attività economica ? A mio avviso non ci sono i presupposti per un'ulteriore proroga della sospensione dell'attività.
Chiedo pertanto un Tuo parere, grazie come sempre per la disponibilità.
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1) devi comunicare avvio procedimento (assegna 15 gg)
2) devi pronunciare decadenza (a meno che non emergano chiari ed evidenti circostanze dovute a colpta dell'amministrazione, es. mancato rilascio di titoli e permessi)
3) la decadenza è retroattiva al 1/1/2016
4) non è frequente ma vi sono sentenze che non GIUSTIFICANO il ritardo per la crisi economia: http://www.omniavis.it/web/forum/index.php?topic=21966.0
Buongiorno Simone, mi riallaccio al quesito che ti ho inviato ad inizio anno per chiederti un ulteriore parere sulla vicenda di cui al topic, tutt'altro che conclusa.
In data 23/5/2016, dopo numerosi e vani tentativi di contatto con i titolari dell'esercizio, viene notificato alla società titolare del ristorante l'avvio del procedimento di revoca dell'autorizzazione. Nel termine assegnato per presentare memorie difensive, e dopo un (vivace) incontro con il dirigente del comune, il legale rappresentante della società fa pervenire una richiesta scritta di ulteriore proroga del termine di sospensione dell'attività, per gravi motivi di salute pregressi, ed allegando certificazioni mediche attestanti gravi patologie a carico di due soci, insorte nel corso del 2014 per uno dei due soci ed a cavallo fra il 2015 e il 2016 a carico dell'altro socio.
Questa nuova e tardiva richiesta di proroga appare un tentativo di prendere ancora tempo per effettuare una eventuale cessione dell'esercizio. Quello che sembra chiaro è che i titolari "non ci stanno" ad accettare la decadenza e la chiusura di un ristorante storico e abbastanza prestigioso per la realtà locale.
Chiedo se alla luce di questi nuovi elementi sia possibile e legittimo accordare una nuova proroga, e considerato il carattere spinoso della questione, quale sia la procedura più giusta da adottare. Grazie 1000 come sempre.
Buongiorno Simone, mi riallaccio al quesito che ti ho inviato ad inizio anno per chiederti un ulteriore parere sulla vicenda di cui al topic, tutt'altro che conclusa.
In data 23/5/2016, dopo numerosi e vani tentativi di contatto con i titolari dell'esercizio, viene notificato alla società titolare del ristorante l'avvio del procedimento di revoca dell'autorizzazione. Nel termine assegnato per presentare memorie difensive, e dopo un (vivace) incontro con il dirigente del comune, il legale rappresentante della società fa pervenire una richiesta scritta di ulteriore proroga del termine di sospensione dell'attività, per gravi motivi di salute pregressi, ed allegando certificazioni mediche attestanti gravi patologie a carico di due soci, insorte nel corso del 2014 per uno dei due soci ed a cavallo fra il 2015 e il 2016 a carico dell'altro socio.
Questa nuova e tardiva richiesta di proroga appare un tentativo di prendere ancora tempo per effettuare una eventuale cessione dell'esercizio. Quello che sembra chiaro è che i titolari "non ci stanno" ad accettare la decadenza e la chiusura di un ristorante storico e abbastanza prestigioso per la realtà locale.
Chiedo se alla luce di questi nuovi elementi sia possibile e legittimo accordare una nuova proroga, e considerato il carattere spinoso della questione, quale sia la procedura più giusta da adottare. Grazie 1000 come sempre.
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ELEMENTI A VOSTRO FAVORE:
1) la richiesta di ulteriore proroga è tacita conferma della sussistenza della decadenza
2) l'ulteriore richiesta è tardiva
3) la richiesta si riferisce prevalentemente a fatti pregressi non pertinenti con il nuovo periodo di proroga
4) le patologie non concominanti non avrebbero impedito ai soci di chiedere tempestivamente la proroga e comunque non impedivano altre soluzioni
5) i fatti descritti non evidenziano ritardi dovuti a colpa dell'Amministrazione
6) l'eventuale decadenza NON IMPEDISCE al soggetto di vendere l'azienda o il ramo di azienda (l'acquirente non farà subingresso ma avvio di nuova attività) ... e vista la liberalizzazione non vi sono elementi ostativi
ERGO procederei a revocare l'autorizzazione ....... (valutazione personale)
Ovviamente non sarebbe scandalosa una ultima definitiva proroga al 31 dicembre 2016 .... indicando chiaramente che non si procederà ad ulteriori proroghe.