Salve a tutti ,
l'AAMS a seguito di ispezione in ottemperanza alla circolare n.495/udg art.2 comma 1 presso una attività con giochi di cui all'art.110 comma 6 TULSP ha contestato il mancato di rispetto del contingentamento previsto dal Decreto del ministero dell'Economia e delle Finanze 27/10/2003 (Decreto Direttoriale n.2011/30011/giochi/ud del 27/07/2011) trasmettendo il verbale al comune per i successivi provvedimenti di competenza.
La violazione comporta irrorazione delle sanzioni previste dall’art. 1, comma 81, lettera i), della legge 220/2010.
Non sono sicuro se rientriamo anche nel caso dell'art.17 - bis e 17 ter TULPS che prevede la sospensione.
Spetta al comando dei vigili o all'ufficio commercio l'irrorazione delle sanzioni?
grazie
Salve a tutti ,
l'AAMS a seguito di ispezione in ottemperanza alla circolare n.495/udg art.2 comma 1 presso una attività con giochi di cui all'art.110 comma 6 TULSP ha contestato il mancato di rispetto del contingentamento previsto dal Decreto del ministero dell'Economia e delle Finanze 27/10/2003 (Decreto Direttoriale n.2011/30011/giochi/ud del 27/07/2011) trasmettendo il verbale al comune per i successivi provvedimenti di competenza.
La violazione comporta irrorazione delle sanzioni previste dall’art. 1, comma 81, lettera i), della legge 220/2010.
Non sono sicuro se rientriamo anche nel caso dell'art.17 - bis e 17 ter TULPS che prevede la sospensione.
Spetta al comando dei vigili o all'ufficio commercio l'irrorazione delle sanzioni?
grazie
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Guarda qui:
http://www.omniavis.it/web/forum/index.php?topic=1307.msg3021#msg3021
http://www.omniavis.it/web/forum/index.php?topic=24661.msg46498#msg46498
http://www.omniavis.it/web/forum/index.php?topic=7216.msg14449#msg14449
Per il principio di specialità delle sanzioni si applica solo la sanzione prevista dall'art. 1, comma 81, lettera i), della legge n. 220/2010, così come esplicitate dal dec. dir AAMS del 27/07/2011, art. 6, di competenza AAMS/agenzia dogane.
In questo caso non vi sono sanzioni accessorie da parte del comune come, ad esempio, ci sarebbero in caso di violazione riconducibili alle ipotesi dell'art. 110, comma 9 TULPS.
SANZIONE ACCESSORIA solo con quella principale - illegittima sospensione BAR
TAR PUGLIA – LECCE, SEZ. I – sentenza 23 ottobre 2015 n. 3038
L’art 14-ter della L.125/2001 prevede che:
1. Chiunque vende bevande alcoliche ha l’obbligo di chiedere all’acquirente, all’atto dell’acquisto, l’esibizione di un documento di identità, tranne che nei casi in cui la maggiore età dell’acquirente sia manifesta.
2. Salvo che il fatto non costituisca reato, si applica la sanzione amministrativa pecuniaria da 250 a 1.000 euro a chiunque vende bevande alcoliche ai minori di anni diciotto. Se il fatto è commesso più di una volta si applica la sanzione amministrativa pecuniaria da 500 a 2.000 euro con la sospensione dell’attività per tre mesi.
In materia di sanzioni amministrative occorre fare riferimento alla L.689/1981, il cui art.18 stabilisce che:
“Entro il termine di trenta giorni dalla data della contestazione o notificazione della violazione, gli interessati possono far pervenire all’autorità competente a ricevere il rapporto a norma dell’art. 17 scritti difensivi e documenti e possono chiedere di essere sentiti dalla medesima autorità.
L’autorità competente, sentiti gli interessati, ove questi ne abbiano fatto richiesta, ed esaminati i documenti inviati e gli argomenti esposti negli scritti difensivi, se ritiene fondato l’accertamento, determina, con ordinanza motivata, la somma dovuta per la violazione e ne ingiunge il pagamento, insieme con le spese, all’autore della violazione ed alle persone che vi sono obbligate solidalmente; altrimenti emette ordinanza motivata di archiviazione degli atti comunicandola integralmente all’organo che ha redatto il rapporto.
Con l’ordinanza-ingiunzione deve essere disposta la restituzione, previo pagamento delle spese di custodia, delle cose sequestrate, che non siano confiscate con lo stesso provvedimento. La restituzione delle cose sequestrate è altresì disposta con l’ordinanza di archiviazione, quando non ne sia obbligatoria la confisca.
Il pagamento è effettuato all’ufficio del registro o al diverso ufficio indicato nella ordinanza-ingiunzione, entro il termine di trenta giorni dalla notificazione di detto provvedimento, eseguita nelle forme previste dall’art. 14; del pagamento è data comunicazione, entro il trentesimo giorno, a cura dell’ufficio che lo ha ricevuto, all’autorità che ha emesso l’ordinanza”.
Nella specie, il ricorrente ha presentato in data 11 aprile 2014 scritti difensivi ex art.18 L.689/1981, richiedendo l’archiviazione del procedimento inerente gli atti di accertamento nn 21701/2014 e 24188/2014 in ordine alla violazione di cui all’art.14 ter L.125/2001, posti a base dell’ordinanza impugnata.
Va da sé che ove dovessero essere accolte le osservazioni espresse dall’interessato, gli atti di accertamento citati verrebbero meno con conseguente caducazione dei presupposti sui quali si fonda l’ordinanza oggi impugnata.
Tale circostanza consente al Collegio di ritenere, condividendo sul punto le censure espresse dal ricorrente, che il Comune di Lecce del tutto illegittimamente abbia disposto la sospensione dell’attività gestita dal ricorrente prima ancora che gli atti di accertamento dell’infrazione rilevata acquisissero valore di definitività, non essendosi ancora esaurito l’iter procedimentale sotteso agli stessi.
Peraltro, come risulta dal tenore letterale dell’art.14 ter della L.125/2001, se la sospensione dell’attività si configura come sanzione accessoria e obbligatoria a quella principale in caso di più violazioni, purtuttavia la stessa non può essere irrogata in assenza di una sanzione principale disposta per violazioni definitivamente accertate, ipotesi nella fattispecie non verificatasi per le ragioni innanzi rilevate.
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