Data: 2015-07-07 15:13:01

catering

abbiamo una villa settecentesca che viene affittata per matrimoni.
Il proprietario è un gestore che  affitta per ricevimenti, la villa per ricevimenti dichiarando che è poi  un catering che viene a preparare il pranzo.
Di solito questo catering è una società di proprietà dello stesso proprietario ma nulla vieta ai commensali di averne uno proprio.
In un sito su internet si è venuto a sapere che reclamizza l' affitto della villa riportando
" Le cucine delle nostre location per matrimoni e ricevimenti sono curate direttamente dal nostro staff.
La cucina di Villa è curata in ogni dettaglio dallo chef ecc, ecc.
la  villa viene affittata giorno per giorno in esclusiva e la cucina è curata in prima persona dallo chef ..."

Si parla anche di uno showroom con l' offerta di abiti da sposa e da cerimonia.

il locale era tempi addietro adibito a ristorante che ha poi restituito la licenza.

Il piano superiore è adibito ad appartamento.

Ci si chiede: che licenza dovrebbe avere per fare tali attività.

sul cancello vi è la seguente scritta Villa ..................ricevimenti
tel. al ....

La casa risulta essere sempre chiusa rimane aperta solo per far entrare gli ospiti e poi di nuovo chiusa.
cioè non è aperta come un ristorante dove io entro ed esco a piacimento.
una volta entrati gli invitati il cancello si richiude.

qualcuno sa come dovrei trattare la situazione.

oppure non deve fare nessuna richiesta al comune.

grazie.





riferimento id:27732

Data: 2015-07-07 19:51:15

Re:catering

Sono situazioni al limite per le quali è difficile stabilire dei limiti certi: se tizio fa questo allora è un ristoratore; se tizio esercita questo allora occorre la destinazione d’uso commerciale, ecc.

Una primo discrimine importante sta nel fatto che l’attività non è aperta al pubblico ma solo ad un soggetto che ha acquistato un servizio e ai suoi invitati. Questo ci fa escludere l’attività dall’applicazione della normativa dei pubblici esercizi in senso stretto.

In genere il mero proprietario che affitta un fabbricato sui limita a produrre un contratto (scritto o meno) dove da auna parte c’è il godimento di un immobile e dall’altra la corresponsione di un prezzo. Fin qui non vedo necessità di adempimenti amministrativi.

Se il possessore dell’immobile inizia a vendere il servizio catering potrebbe rientrare nell’agenzia di affari (il catering lo svolge un soggetto terzo) o nella somministrazione al domicilio del consumatore vera e propria (è lui che effettua l’attività e riscuote il prezzo). Nel secondo caso il soggetto dovrebbe presentare una SCIA per somministrazione al domicilio del consumatore e relativa notifica sanitaria. A questo punto la professionalità è praticamente obbligatoria (per la somm.ne al domicilio non sono richiesti i requisiti professionali).

Sulla destinazione d'uso dell'immobile ritengo che un'attività che assumesse il carattere della stabilità e ricorrenza potrebbe far perdere la destinazione a civile abitazione ma per questo puoi sentire i colleghi del servizio urbanistica.

riferimento id:27732

Data: 2015-07-08 07:12:31

Re:catering

in riferimento alla tua risposta vorrei specificare:
una parte della villa è ad uso commerciale, nello specifico dove vengono allestiti i banchetti.
Il grosso problema è che sovente questi ricevimenti continuano anche in ore notturne creando fastidio per il vociare e la musica fino a tarda notte, inoltre alla fine di tutto c'è il rumore causato dal personale e dal riordino delle stoviglie.
mi chiedo se il proprietario della villa che affitta i locali abbia o no una responsabilità e quindi si possa agire su esso per il mancato rispetto del silenzio nelle ore notturne.
dopo tutto non si trattano di tre o quattro ricevimenti ma anche di una cinquantina in un anno.

grazie.

riferimento id:27732

Data: 2015-07-08 12:36:28

Re:catering

Se l'attività rumorosa è imputabile agli "utilizzatori" (soggetti invitati all'evento) a mio avviso non si può agire direttamente nei confronti del proprietario della struttura (che si limita ad affittare la villa), in quanto l'evento ricade nella tipologia di "festa private", alla quale non si applica la disciplina pubblica in materia di inquinamento acustico.
E' come se a casa mia organizzo una festa, chiamo un catering, e faccio casino... Cosa può fare il comune?

I vicini devono adire le vie legali (civile ed eventualmente penale) attraverso un loro legale.

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