PEC valida anche senza firma elettronica: basta la ricevuta di consegna
http://www.laleggepertutti.it/83652_pec-valida-anche-senza-firma-elettronica-basta-la-ricevuta-di-consegna
Se un messaggio cartaceo senza firma arrivasse via raccomandata rr., sarebbe valido?
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Se un messaggio cartaceo senza firma arrivasse via raccomandata rr., sarebbe valido?
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Dipende dal contenuto.
La raccomandata, a differenza della PEC, non certifica l'identità del soggetto (sebbene nella PEC tale informazione non sia direttamente ricavabile).
Quindi una raccomandata che contenga un documento non sottoscritto ha valore unicamente nei casi in cui ha valore un documento anonimo (es. esposto) o se proveniente da un Ente Pubblico (laddove si può presupporre l'attendibilità del mittente).
Una scia priva di sottoscrizione inviata per raccomandata rimarrebbe irricevibile.
Così come una eventuale domanda di finanziamento (come nel caso della sentenza).
Nel caso della sentenza la domanda non firmata (digitalmente) è stata considerata valida proprio perchè trasmessa tramite PEC (e forse perchè proveniente da Ente Pubblico).
A me è capitato che l'ente pubblico, per raccomandata, rifiuti l'utilizzo di firme elettroniche. In pratica se viene spedito e firmato con il PC un documento e spedito tramite PEC viene accettato, tramite raccomandata invece no...e possibile?
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A me è capitato che l'ente pubblico, per raccomandata, rifiuti l'utilizzo di firme elettroniche. In pratica se viene spedito e firmato con il PC un documento e spedito tramite PEC viene accettato, tramite raccomandata invece no...e possibile?
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Non solo è possibile ma è DOVEROSO.
Il DPR 160/2010 ormai dal 2011 VIETA di ricevere pratiche in cartaceo se riferite a imprese.
Chi le accetta ancora sbaglia ... di parecchio!
La pec certifica semmai la provenienza del messaggio, ma non che qualcuno non si sia impadronito delle chiavi d'accesso forzando le protezioni o facendosele rivelare magari con minaccia armata. Basta che sia elettronica, e l'identità diventa un feticcio
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La pec certifica semmai la provenienza del messaggio, ma non che qualcuno non si sia impadronito delle chiavi d'accesso forzando le protezioni o facendosele rivelare magari con minaccia armata. Basta che sia elettronica, e l'identità diventa un feticcio
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Se posso permettermi questo vale anche nel cartaceo.
Se io firmo un foglio in bianco e qualcuno mi scrive sopra a penna, macchina o pc .... il risultato è identico.
Oppure, ancor peggio, se firmo l'ultima pagina di una serie di fogli e qualcuno mi sostituisce quelli precedenti.
O peggio ancora, se modifica il testo nel corpo del documento firmato.
NON ESISTE UN SISTEMA PERFETTO E SICURO, tanto che anche i periti calligrafici non sono certi al 100% dell'attribuibilità della firma ad un soggetto.
Viviamo nel mondo del "probabile" e compito dell'informatica è rendere più sicure (MAI CERTE) le comunicazioni. Anche se aumenta le possibilità di frodi o usi non corretti .... ma io credo che siano maggiori i benefici (opinione personale).
Per la serie di fogli si può firmare a lato di ciascuno e sulla giunzione.
La questione a monte è che la firma cartacea esiste per il fatto in sé che posso tracciare segni (pure una croce da analfabeta) e che essi siano almeno in linea di massa riconducibili fisicamente a me, per cui avevo già dwetto che mi andava benissimo la firma elettronica basata sui movimenti fisici della firma cartacea compresa la pressione sul foglio. Invece gli altri generi di firma digitale sono codici in mio possesso al pari degli antichi sigilli di sua maestà, di per sé sottraibili, e comunque devo decidere di crearmeli.
Riguardo la provenienza, il protocollo fa comunque fede fino a querela di falso, ma quello è dell'ufficio e non personale.
Se per la posta cartacea dovessi per forza avere una casella, benissimo sostituirla con una elettronica, ma invece basta trovarmi in un qualunque luogo fisico identificabile. Se non ho un fax, posso benissimo andare in un negozio usando il suo numero, e in un ufficio sarebbe un enorme spreco di soldi e spazio averne uno per ciascun dipendente. Invece gli internet point mettono a disposizione la linea, ma è sottointeso che la casella deve essere personale, tanto costa zero, quindi prolifera come le cellule del cancro.
Non solo è possibile ma è DOVEROSO.
Il DPR 160/2010 ormai dal 2011 VIETA di ricevere pratiche in cartaceo se riferite a imprese.
Chi le accetta ancora sbaglia ... di parecchio!
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[u]perfettamente d'accordo[/u] e, se può tornare utile, preciso che
[color=blue][i]Partendo dal presupposto che, ai sensi dell'art. 3, comma 4 (se ne consiglia la lettura attenta) del CAD (diritto all'uso delle tecnologie), a partire dal 1 gennaio 2013 le PPAA comunicano con il cittadino esclusivamente tramite il domicilio digitale dallo stesso dichiarato e che, in caso diverso, ogni altra forma di comunicazione non può comportare oneri per il cittadino, si segnalano i seguenti interventi legislativi:
- D.Lgs. 235/2010, il quale introduce l'art. 5 bis (se ne consiglia la lettura attenta) nel CAD in base al quale nelle comunicazioni tra PPAA e imprese il digitale diventa la regola. Quindi presentazione di istanze, scambio di dati, documenti ecc può avvenire esclusivamente utilizzando le tecnologie dell'informazione e della comunicazione. La finalità è quella di ridurre i costi e migliorare l'erogazione dei servizi.
- DPCM del 22 luglio 2011, con il quale viene data attuazione all'art. 5 bis (leggere con attenzione) stabilendo che a partire dal 1 luglio 2013 le comunicazioni tra PPAA e imprese possono avvenire solo attraverso la telematica. IMPORTANTE: ne consegue l'impossibilità da parte della PA, a decorrere dalla citata data, di accettare o effettuare a sua volta le comunicazioni di cui al comma 1 dell'art. 5 bis in forma cartacea. L'inosservanza di tale disposizione comporta la responsabilità dirigenziale di cui all'art. 21, comma 1 D.Lgs 165/2001 (art. 5 del DPCM cit.).
- D.L. 179/2012, covertito con modif. con la L. 221/2012 con il quale viene esteso l'obbligo di adozione di un indirizzo PEC anche a IMPRESE INDIVIDUALI che si iscrivono al registro delle imprese e ai PROFESSIONISTI, iscritti in appositi Albi (art. 5 testo coordinato in Gazzetta Ufficiale). I cittadini possono richiedere l'attribuzione di casella di PEC (art. 4 testo coordinato in Gazzetta Ufficiale).
- D.L. 5/2012, conv. con L. 35/2012 vengono introdotte ulteriori innovazioni, in un'ottica di semplificazione (ARTT. 6 e 6 BIS e 6 TER testo coordinato in Gazzetta).[/i][/color]
Marco Della Vecchia
Grazie per le delucidazioni, non avevo chiarito che mi riferivo alla comunicazione tra privato e PA. Posso anche comprendere che loro non accettino la firma digitale spedita per raccomandata in alcuni casi, ma a me sembra un po' un controsenso. Fermo restando che credo che il digitale possa aiutare molto la velocizzazione della burocrazia, sempre se è manipolato da persone competenti ed organizzate come si deve...
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Grazie per le delucidazioni, non avevo chiarito che mi riferivo alla comunicazione tra privato e PA. Posso anche comprendere che loro non accettino la firma digitale spedita per raccomandata in alcuni casi, ma a me sembra un po' un controsenso. Fermo restando che credo che il digitale possa aiutare molto la velocizzazione della burocrazia, sempre se è manipolato da persone competenti ed organizzate come si deve...
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Come dicevo sono convinto che ci sono RISCHI nell'uso della tecnologia basata su smart card e pin e molte delle osservazioni di zitello sono valide e da approfondire.
Vedi ad esempio questa notizia:
Rubano la firma digitale e si intestano l'azienda di un ignaro imprenditore: scovati dalla Guardia di Finanza
http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2012-03-26/rubano-firma-digitale-intestano-181133.shtml?uuid=AbGTnUEF
e ce ne sono altre (come del resto ci sono testamenti falsificati in cartaceo ecc...)
Il problema a mio avviso è solo TEMPORANEO. Viviamo una "GENERATION GAP" fra i nativi non digitali (noi che scriviamo su questo social) ed i nostri figli (il mio ha 10 anni) che sono NATIVI DIGITALI, a cui duro fatica a spiegare cosa è una raccomandata, un fax e che non ha problemi a navigare, fare link ipertestuali e capire i concetti relazionali (che io ho imparato a 30 anni).
Oggi dobbiamo avvalerci di intermediari (del resto nessuno di noi fa o può farsi la dichiarazione dei redditi da solo, ed anche il 730 precompilato sarà un flop quest'anno) ... ma la direzione è tracciata e ritengo, come detto, che la si debba affrontare senza soluzioni intermedie, ma con lo SWITCH OFF, cioè cancellando le procedure cartacee e passando direttamente al digitale ..... con la TV lo abbiamo fatto. Certo, anche mia nonna è rimasta 3 giorni senza guardare la TV, poi sono andato a mettergli il decoder ed ora spippola su 150 canali!!!!
Dove si sono adottate soluzioni "intermedie" è stato un fallimento.
Vedi il processo Civile Telematico, il SUAP (che in realtà prevedeva un passaggio brusco nel 2011 ma senza sanzioni, e quindi la maggior parte dei Comuni se ne è infischiato!!).
Sugli strumenti più adatti non so esprimermi, presto arriveremo ai riconoscimenti dell'impronta digitale, alla firma autografa sul dispositivo elettronico, alla lettura dell'iride e forse anche alla supposta telematica (scusate la battuta - anche se esistono già dispositivi da impiantare sotto pelle!!!).
Fra 20 anni saremo a regime, ora tentiamo di fare del nostro meglio in questa fase di passaggio, più difficile per "noi vecchi" ....
Il vero controsenso è proprio usare la firma digitale su raccomandata, cioè stampare su un foglio "firmato digitalmente da Pincopallino", come si è fatto ad esempio quando non era ancora possibile il formato elettronico per i titoli di spesa.
Alcuni si creano infinite caselle unicamente per sfizio. Spedire il cartaceo quando lo si può consegnare direttamente ha poco senso, ma invece spesso si trasmettono testi elettronici via posta quando sarebbe facilissimo via chiavetta.
Eco diceva di non spaventarsi per la morte del libro, visto che ancora con l'invenzione della scrittura si parlava di morte della voce e della memoria. Ora però chiedendo faccia a faccia se uno è interessato a un convegno sul sesso degli angeli, la risposta più probabile è che si gli mandi un'e-mail. E se gli si chiede dopo un po' che acci ha deciso, di solito chiede di rimandargliela, per non darsi la briga di cercarla neppure elettronicamente.
Per secoli molti eventi dal vivo erano a ingresso libero fino a esaurimento posti, mentre ora stanno proliferando le prenotazioni obbligatorie in linea (ben peggio che se fosse semplicemente non trovare posto perché di fatto la maggioranza prenota).
I moduli di contatto in linea permetterebbero di mandare un messaggio senza usare una casella, come le cabine telefoniche, ma ovunque sono richiesti dati obbligatori: in un acquisto per corrisondenza ho messo vuoto@indirizzoinesistente.it, e la merce è arrivata ugualmente, mentre quando voglio predicare di solito invento sia indirizzo che nome. Se dovessi segnalare magari che un sito non si riesce a scaricare o che in un programma di convegno manca l'orario, non chiedo una risposta, perciò assolutamente insensato che debba per forza avere un indirizzo. Sono un reazionario nostalgico non della carta -anzi odio gli snob che ostentano di scrivere a penna e parlare senza microfono-, ma del web 1, in cui le notizie erano diffuse in siti visibili da chiunque anziché in newsletter alle quali ci si iscrive o cancella.
Se un messaggio cartaceo non mi piace, lo butto nel cestino, e mando al diavolo chi scoccia per telefono. Invece la posta elettronica non solo filtra lo spam con criteri ridicoli, p.e. presumere che dovunque ci sia un link web si tratti di pubblicità -facilmente aggirabile omettendo il www.-, ma permette di escludere gli indirizzi di nemici in lista nera, e perfino tutti quelli che non siano nelle liste di contatto. In tal caso, se mio fratello viene investito non mi si può avvertire, salvo abbia in rubrica l'indirizzo della Questura del suo paese.
Gestire i contatti provoca delirio di onnipotenza.