E' pervenuta la comunicazione da parte della CCIAA in cui chiedono di sospendere l'invio delle pratiche ai sensi dell'art. 6 del DL 70/2011 in attesa dei chiarimenti del Ministero.
Cosa ne pensi?
Anna
E' pervenuta la comunicazione da parte della CCIAA in cui chiedono di sospendere l'invio delle pratiche ai sensi dell'art. 6 del DL 70/2011 in attesa dei chiarimenti del Ministero.
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Anna
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Penso che l'Italia è un Paese buffo (per non dire di peggio), dove non solo viene in mente ma si mette per iscritto di VIOLARE UNA LEGGE per attendere che un soggetto (non deputato alla sua interpretazione, come è il Ministero) dica qualche cosa sulla sua vigenza.
Una legge non è in vigore perchè approvata e pubblicata in Gazzetta, ma lo diviene dopo che qualcuno me lo dice.
SOLO in Italia si pensano queste cose e, purtroppo, le si scrivono.
Consiglio: continuare ad inviare la documentazione. Se la CCIAA vuole attendere il Ministero distruggerà le mail prendendosi la responsabilità della violazione di legge e non chiedendo al Comune di fare questa violazione!!!
L’art. 6 del D.L. 70/2011, lett. f) quinques, ha modificato il D.P.R. 445/2000 (il c.d. T.U. in materia di documentazione amministrativa) ponendo a carico dei SUAP l’obbligo di inviare alle CCIAA “le comunicazioni e i documenti attestanti atti, fatti, qualità, stati soggettivi, nonché gli atti di autorizzazione, licenza, concessione, permesso o nulla osta comunque denominati” dallo stesso rilasciati o dallo stesso “acquisiti da altre amministrazioni”; detto obbligo inoltre sussiste per gli atti “comunicati dall’impresa o dalle agenzie per le imprese”.
In particolare il duplicato informatico dei suddetti documenti deve essere inviato alla CCIAA, che provvede al loro inserimento nel Repertorio delle notizie economiche e amministrative (REA), a ed alla sua raccolta e conservazione in un fascicolo informatico per ciascuna impresa.
Con nota del 04/10/2011, la Consulta dei Conservatori del Registro delle Imprese presso Unioncamere Toscana, intendeva richiedere ai Comuni di sospendere l’applicazione delle suindicate disposizioni, in attesa di chiarimenti ministeriali, assumendo che la disposizione dell’art. 6 cit. “appare estremamente ampia e generica e deve essere coordinata con il principio di tipicità che regola le informazioni da inserire nel REA”.
Ritengo che la Consulta dei Conservatori non abbia tutti i torti; in primo luogo concordo sul rilievo che così com’è la disposizione sia troppo ampia e generica, a leggerla infatti viene da pensare che nel c.d.”fascicolo informatico” possa essere contenuto “di tutto, di più”: potrebbe esservi contenute da ogni tipo di “SCIA” (commerciale, edilizia, antincendio) fatte dall’impresa (si sa infatti che di solito in una SCIA il dichiarante attesta “fatti, qualità, stati soggettivi”) a ogni più disparato atto o provvedimento rilasciato all’impresa (quale ad es. un permesso a costruire od una autorizzazione allo scarico, etc.)
Concordo inoltre sul rilievo che la disposizione dell’art. 6 cit. debba essere coordinata con il “principio di tipicità” che regola le informazioni da inserire nel REA; il “principio di tipicità” vuole che siano predeterminati i tipi di notizie e fatti che sono oggetto di iscrizione nei pubblici registri, e grazie all’applicazione di esso è possibile tutelare sia il terzo, che è in grado di sapere quali tipi di notizie e fatti, relativi alle imprese, è possibile trovare nei pubblici registri che le riguardano, sia le stesse imprese che sono garantite sul fatto che quel tipo di notizia, se regolarmente pubblicata nel pubblico registro, può essere ritenuta conosciuta da parte della generalità dei soggetti.
E’ vero l’Italia è un paese strano, nel quale, a colpi di D.L., s’interviene “d’urgenza” e si buttano li disposizioni affrettate, poco meditate di cui non si sa prevederne gli effetti, nella maggior parte dei casi scritte male o formulate in modo generico da renderne difficile l’applicazione.
Vero è che, come vorrebbe la Consulta dei Conservatori, non è possibile sospendere l’applicazione della norma e che i SUAP sono tenuti ad adempiere al dettato normativo; la “patata bollente” passerà alle CCIAA, che “parcheggerà” da qualche parte le informazioni che gli saranno spedite in attesa di chiarimenti ministeriali !!!!!!