Buongiorno, vorrei avere in formazioni per l'apertura di un home restaurant in toscana in provincia di Prato.
Ho già un b&b non professionale e anche l'home restaurant dovrebbe esserlo.
Quali sono i passi da fare trattandosi dell'abitazione di residenza dove c'è già il b&b (2 camere ) e non avendo problemi di posto per ricevere 10/12 persone a tavola.
saluti cristina
Buongiorno, vorrei avere in formazioni per l'apertura di un home restaurant in toscana in provincia di Prato.
Ho già un b&b non professionale e anche l'home restaurant dovrebbe esserlo.
Quali sono i passi da fare trattandosi dell'abitazione di residenza dove c'è già il b&b (2 camere ) e non avendo problemi di posto per ricevere 10/12 persone a tavola.
saluti cristina
[/quote]
Salve,
l'HOME RESTAURANT correttamente inteso è LIBERO, non soggetto a procedure amministrative nè sanitarie.
http://food24.ilsole24ore.com/2015/01/e-il-momento-degli-home-restaurant-ecco-come-aprirne-uno-casa-propria/
Il problema è rappresentato dai LIMITI che ti devi dare per non superare la soglia di libertà ed interferire con le norme sanitarie (sanzione fino a 9000 euro) e commerciali (fino a 5000).
Insomma SI PUO' FARE .... ma occorre stare attenti.
Ci hanno chiesto informazioni su come poter aprire un home restaurant, citando l'articol odel sole 24 ore.
Diciamo che noi siamo partiti dal concetto che non si potesse fare, poi cercando un po' su internet ho trovato questa pagina:
http://www.obbligazionario.com/4036/finanza-personale/la-legislazione-degli-home-restaurant.html
L'articolo in sè non dice niente di nuovo, ma credo sia interessante l'ultimo commento, che riporto qui per semplicità:
[quote]Flavio Montalboddi marzo 20, 2015 alle 17:47
Proprio in considerazione dell’alto valore socio-gastronomico ormai vantato dal fenomeno, nel 2009 è stato depositato in Senato un apposito disegno di legge (DDL n. S.1612) recante “Disposizioni in materia di promozione e di svolgimento dell’attività di home food”, volto a regolamentare «le attività finalizzate all’erogazione del servizio di ristorazione esercitato da persone fisiche all’interno delle proprie strutture abitative». Il DDL prevedeva che le persone fisiche potessero esercitare, per un numero massimo di venti coperti al giorno, un servizio di ristorazione all’interno di strutture abitative aventi «i requisiti igienico-sanitari per l’uso abitativo previsti dalle leggi e dai regolamenti vigenti» (art. 2.2), senza necessità di iscrizione al Registro degli esercenti il commercio e previa una comunicazione d’inizio attività al comune competente, accompagnata da una relazione di asseveramento redatta da un tecnico abilitato.
Tuttavia, il DDL n. S.1612 sull’home food non è mai stato nemmeno discusso dal Parlamento italiano.
Di conseguenza, in Italia ogni ipotetica iniziativa di c.d. home food 2.0 deve tuttora confrontarsi con le norme giuridiche generali in tema di ristorazione e somministrazione al pubblico di alimenti e bevande, tra cui la celebre – almeno tra i ristoratori – legge n. 287/1991, come modificata, da ultimo, dal decreto legislativo di recepimento della direttiva 2006/123/CE.
Cordiali saluti,
Flavio – Obbligazionario.com[/quote]
E' veramente così e quindi diciamo che non si può fare, a meno di non presentare tutto l'occorrente per un pubblico esercizio?
Confermo quanto scritto nel post precedente.
L'attività che rimane in AMBITO FAMILIARE è completamente libera (ci mancherebbe altro!!!!!!!!!!!!!), senza scia, nè l. 287 nè altri requisiti.
Il settore si sta rapidamente diffondendo anche in Italia
Vedi:
http://gnammo.com/
http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/02/08/home-restaurant-aprire-porte-casa-per-cenare-perfetti-sconosciuti/1367667/
http://www.quifinanza.it/9163/foto/e-boom-home-restaurant-come-aprire-ristorante-in-casa-guadagnare.html
SE SI SUPERA L'AMBITO FAMILIARE (per comodità diciamo sopra i 5000 euro si è a rischio accertamento fiscale).
Beh ma gli articoli in giro lasciano il tempo che trovano, su internet scrive gente di tutti i tipi... mi interessa appunto quello che prevede la legge.
Ok in ambito familiare è concesso, diciamo che chiamo amici (o anche sconosciuti) a casa mia e gli offro la cena. Fin qui non vedo problemi. Nel momento però in cui chiedo loro dei soldi, pubblicizzo l'attività su siti internet, con volantini, pubblicando il menù del giorno.. trovo difficile dire che non è un'attività commerciale, o comunque a scopo di lucro.
Può essere giusto dire che se i miei incassi rimangono sotto la soglia dei 5.000 euro non si considera attività commerciale, ma se non vengono fatti scontrini o tenute registrazioni degli incassi, come si può dimostrare? Mettiamo che mi mantengo in 'ambito familiare' e mi limito a 10 coperti a pranzo e 10 a cena, a 20 euro a testa. In una settimana faccio 2.800 euro. Se non devo registrare niente, la settimana successiva continuo a lavorare e faccio altri 2.800 euro, e così via... in casa nessuno verrà a controllarmi visto che sono un privato, e anche se prima o poi potessero venire, dirò semplicemente che fino ad allora ho guadagnato pochissimo.
Per carità, non sto cercando di condannare chi cerca di arrotondare in tempi di crisi, ma si sa come vanno a finire queste cose: se ne approfitta sempre per eludere leggi e tasse a discapito di chi è onesto e/o obbligato a rispettarle e a pagare. E così chi ha un ristorante e magari guadagna, non arriva lo stesso a fine mese a causa di tasse e adempimenti normativi (pensiamo solo agli innumerevoli adempimenti sanitari, di sicurezza dei locali, ecc), mentre chi cucina in casa non ha nessuna regola da rispettare.
Tra l'altro quando si entra in campo igienico-sanitario è sempre un campo minato!
Beh ma gli articoli in giro lasciano il tempo che trovano, su internet scrive gente di tutti i tipi... mi interessa appunto quello che prevede la legge.
Ok in ambito familiare è concesso, diciamo che chiamo amici (o anche sconosciuti) a casa mia e gli offro la cena. Fin qui non vedo problemi. Nel momento però in cui chiedo loro dei soldi, pubblicizzo l'attività su siti internet, con volantini, pubblicando il menù del giorno.. trovo difficile dire che non è un'attività commerciale, o comunque a scopo di lucro.
Può essere giusto dire che se i miei incassi rimangono sotto la soglia dei 5.000 euro non si considera attività commerciale, ma se non vengono fatti scontrini o tenute registrazioni degli incassi, come si può dimostrare? Mettiamo che mi mantengo in 'ambito familiare' e mi limito a 10 coperti a pranzo e 10 a cena, a 20 euro a testa. In una settimana faccio 2.800 euro. Se non devo registrare niente, la settimana successiva continuo a lavorare e faccio altri 2.800 euro, e così via... in casa nessuno verrà a controllarmi visto che sono un privato, e anche se prima o poi potessero venire, dirò semplicemente che fino ad allora ho guadagnato pochissimo.
Per carità, non sto cercando di condannare chi cerca di arrotondare in tempi di crisi, ma si sa come vanno a finire queste cose: se ne approfitta sempre per eludere leggi e tasse a discapito di chi è onesto e/o obbligato a rispettarle e a pagare. E così chi ha un ristorante e magari guadagna, non arriva lo stesso a fine mese a causa di tasse e adempimenti normativi (pensiamo solo agli innumerevoli adempimenti sanitari, di sicurezza dei locali, ecc), mentre chi cucina in casa non ha nessuna regola da rispettare.
Tra l'altro quando si entra in campo igienico-sanitario è sempre un campo minato!
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Ho citato alcuni commenti per spiegare la tipologia di attività.
SOTTO IL PROFILO NORMATIVO manca una regolamentazione .... e quindi l'attività è LIBERA (per il principio costituzionale di libertà personale).
La motivazione per cui si può violare la legge (anche penale), e quindi frodando rimanere in ambito familiare NON REGGE .... in base a questo principio nessuno potrebbe invitare a cena amici o parenti, nè dovrebbe invitare a dormire amici perchè sennò è un albergo abusivo!
Esistono metodi di controllo fiscale che consentono (anche se è difficile) di scovare chi fa il furbo. NON è semplice, ma ciò non implica che si debbano limitare le libertà individuali perchè ci sono furbi che se ne approfittano.
QUINDI:
1) Home restaurant FAMILIARE è libero, non soggetto ad alcun adempimento o limite generale
2) Home restaurant "mascherato" soggiace a sanzioni fiscali, amministrative e sanitarie
IL CONFINE fra i due non è semplice, come non lo è fra la locazione turistica e l'affittacamere professionale, fra chi taglia i capelli agli amici e l'acconciatore, fra mia mamma che mi misura la pressione e l'esercizio abusivo dell'attività medica .....
Ho capito il concetto, e diciamo che sono d'accordo in senso generale.
Ma come posso considerare attività 'familiare' quella che si fa pubblicità su internet, fa volantini con il menù, si fa pagare 20/30 euro a pasto e lavora tutti i giorni?
Se taglio i capelli a mio padre lo faccio una volta al mese e senza essere pagato :)
E siamo d'accordo che mancano delle regole.
Attività di cuoco a domicilio – Home Restaurant - Ris. 50481
http://buff.ly/1L3niv9
HOME RESTAURANT - scatta la prima sanzione amministrativa - approfondimenti
http://www.omniavis.it/web/forum/index.php?topic=29299.0
Home restaurant: le indicazioni (limitative) della Regione Emilia Romagna in sintonia con il MISE
http://www.omniavis.it/web/forum/index.php?topic=33454.0
Apertura di un home restaurant anche senza Scia. Un primo orientamento giurisprudenziale
https://buff.ly/2NyQ6F0