Salve,
ho fatto delle ricerche in internet e ho visto che un pubblico esercizio ha l'obbligo di mettere a disposizione il bagno solo ai clienti (consumanti) e non ad un pubblico indistinto.
E' possibile che l'esercente del bar per far accedere al bagno i non clienti faccia pagare loro un prezzo? Questo secondo me si configura come una prestazione diversa da quella della somministrazione e cioè come una fornitura di servizi igienici (bagni pubblici ???) per la quale la scia di somministrazione non abilita.
Potrebbe essere avviata una attività di "bagno pubblico a pagamento" all'interno di un esercizio di somministrazione utilizzando lo stesso servizio igienico a disposizione dei clienti del bar? Quale procedimento dovrebbe attivare con il Comune?
grazie
Anna
In assenza di normative che lo prevedono, non ritengo che si possa esigere la presentazione di alcuna SCIA al riguardo.
Tra l'altro l'imposizione di un prezzo per l'utilizzo del bagno da parte dei "non" clienti, di solito non è fatta a fine di lucro e quale attività di impresa accessoria all'attività di somministrazione, ma semplicemente per scoraggiare l'uso del bagno da parte di chiunque, in quegli esercizi posti in luoghi con grande afflusso di turisti.
Ad es. nella mia città, detta cosa è stata fatta da un bar che si trova vicino all'approdo delle navi da crociera, e ciò è stato fatto dall'esercente per tamponare l'invasione dei croceristi, e cosa analoga penso che avvenga anche a Roma in Piazza Navona o al Colosseo o a Firenze in Piazza della Signoria.
Però, a mio parere se uno non volesse lucrarci sopra basterebbe che dicesse ai non clienti che non possono usufruire del bagno e non farli pagare per farglielo usare.
Mi conferma che per l'avvio del servizio di bagno a pagamento non ci siano normative che impongono la presentazione di una scia/comunicazione?
grazie 1000
Anna
Salve,
ho fatto delle ricerche in internet e ho visto che un pubblico esercizio ha l'obbligo di mettere a disposizione il bagno solo ai clienti (consumanti) e non ad un pubblico indistinto.
E' possibile che l'esercente del bar per far accedere al bagno i non clienti faccia pagare loro un prezzo? Questo secondo me si configura come una prestazione diversa da quella della somministrazione e cioè come una fornitura di servizi igienici (bagni pubblici ???) per la quale la scia di somministrazione non abilita.
Potrebbe essere avviata una attività di "bagno pubblico a pagamento" all'interno di un esercizio di somministrazione utilizzando lo stesso servizio igienico a disposizione dei clienti del bar? Quale procedimento dovrebbe attivare con il Comune?
grazie
Anna
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Ciao Anna, per punti:
1) l'obbligo del servizio igienico, per una recente giurisprudenza (Il Tar della Toscana, con sentenza 691/2010 ha sancito la illegittimità di una disposizione del regolamento di Polizia municipale di Firenze che imponeva agli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande di mettere i servizi igienici a disposizione anche di coloro che non sono clienti del locale) vale solo a favore dei clienti, cioè di coloro che fruiscono dei servizi a pagamento dell'attività. Vedi il nostro post: http://www.omniavis.it/web/forum/index.php?topic=15476.0
2) ai NON CLIENTI pertanto può essere vietato, o consentito a pagamento il servizio (si tratta di un servizio che esula dalla "scia di somministrazione", ma pur sempre di un SERVIZIO LIBERO, non soggetto ad alcun adempimento)
3) la scelta se vietare o far pagare spetta esclusivamente al titolare.
Si potrebbe ipotizzare anche un intervento del Comune che, dietro "corrispettivo" o abbattimento di talune tasse (penso alla cosap) potrebbe chiedere ai titolari degli esercizi di mantenere aperti al pubblico i bagni ... riconoscendo un quantum per il disagio ....
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http://www.federalberghibrescia.it/it/news_read.asp?cat=7&subcat=30&pag=192