A vostro parere se il responsabile di un settore favorisce sempre le stesse persone nel sistema premiante, può scattare l'abuso d'ufficio?
Mi riferisco a presunti favoreggiamenti per assegnare più turni (ad esempio pattuglie serali della polizia locale, retribuite come progetto obiettivo) ad alcuni dipendenti, sempre gli stessi ... escludendone altri...
L'abuso d'ufficio come reato direi proprio di no, se non c'è violazione di specifica norma, ma solo distribuzione non equa, contestabile solo sindacalmente.
In senso proprio, il sistema premiante incentiva il merito e scoraggia il demerito attraverso compensi extra tipo bonus per aver raggiunto gli obiettivi, quindi in base a una valutazione, e ciò non riguarda i turni. E quando essi non costituiscano progetto ma siano abituali, l'indennità va intesa in senso letterale come compenso di un danno, quindi non si può neppure dare per scontato che il discriminato sia chi ha la sera libera senza compenso rispetto a chi la deve dedicare al lavorocon compenso. Non raramente si arriva al paradosso di diventare tutti masochisti, cioè cercarsi il disagio per farselo pagare. E addirittura cercarsi il pericolo per usare l'indennità di rischio come integrazione della paga.
A mio avviso anche se non è violato nessun regolamento...
Abuso d'ufficio, legge, violazione, impiegato pubblico, doveri generici, imparzialità
Cassazione penale, sez. VI, sentenza 22.10.2012 n° 41215
www.altalex.com/index.php?idnot=59575
Citazione:
L’articolo 97 Cost. può costituire parametro di riferimento per il reato di abuso d’ufficio nella parte in cui esso esprime un carattere immediatamente precettivo, in relazione all’imparzialità dell’azione del funzionario pubblico, che, nel suo nucleo essenziale, si traduce ‘‘nel divieto di favoritismi e, quindi nell’obbligo per l’amministrazione di trattare tutti i soggetti portatori di interessi tutelabili con la medesima misura’’.
Il principio di imparzialità e il reato d’abuso d’ufficio
Nota a Corte di Cassazione Penale, Sentenza 19 giugno 2008, n. 25162
www.filodiritto.com/articoli/2008/12/il-principio-di-imparzialita-e-il-reato-dabuso-dufficio/
- Articolo 97 Costituzione comma 1: I pubblici uffici sono organizzati secondo disposizioni di legge, in modo che siano assicurati il buon andamento e l’imparzialità dell’amministrazione
- Cassazione Penale 19.06.2008 n. 25162: “Qualora il pubblico funzionario compia dei favoritismi, in violazione dell’obbligo di trattare equamente tutti i soggetti portatori di interessi tutelabili, in cui si traduce il principio di imparzialità sancito dall’articolo 97 Cost., è ravvisabile il delitto di abuso d’ufficio. Una siffatta condotta è tenuta dal funzionario della Motorizzazione Civile, il quale sistematicamente, nel disbrigo delle pratiche di sua competenza, dia preferenza a quelle inoltrate da una determinata agenzia automobilistica, a discapito delle altre”.
ATTENZIONE: il divieto di favoritismi non significa la necessaria ripartizione a pioggia ed indistintamente di responsabilità, incarichi e premi.
Se alcuni sono "migliori" e quindi partecipano ad attività più complesse (e quindi, necessariamente, più "premiate") allora non si hanno favoritismi ma DOVEROSA VALUTAZIONE differenziata del personale.
Se mancano i presupposti allora si profilano vari tipi di illecito e responsabilità (forse anche penali).
La discriminazione degli utenti di un servizio pubblico è diversa da presunte disparità fra dipendenti contrattualizzati, agendo come datore di lavoro più che come funzionario. E tra gli stessi utenti non può considerarsi discriminazione qualunque scarto all'ordine cronologico rigido: ad esempio, se uno ha una pratica lunga conviene interrompere un attimo per sbrigarsela subito con uno che ne ha una brevissima, come il dentista trapana un paziente mentre fa effetto l'anestesia dell'altro. E ciò proprio in funzione del buon andamento.
Col dipendente privato non si potrebbe parlare di abuso d'ufficio. Già il giudice civile non può entrare nel merito troppo a fondo su questioni organizzative come la distribuzione degli incarichi (Tribunale di Grosseto, 15 febbraio 2005), figuriamoci quello penale.
Pure sulle decisioni non legate alla valutazione, come le ferie in dati periodi critici, un'eventuale rotazione sarà da contrattare, ma se decisa unilateralmente dal capo può risultare invasiva e paternalista, adatta a sovietici e a bambini. Da liberalconservatore ottocentesco, trovo molto più giusto autorizzarle in ordine cronologico di richiesta: i lavoratori se vogliono possono accordarsi tra loro prima di chiederle, altrimenti se tra pari non vanno d'accordo, non dovrà certo metterli in riga il capitalista. Tra l'altro, molti non approverebbero un egualitarismo rigido, e tirerebbero fuori infiniti correttivi, accapigliandosi se favorire uno che va in vacanza con i bimbi oppure uno che va da solo, ma partecipa a un viaggio organizzato con partenza a data fissa.
Prima c'è la contrattazione, poi semmai il ricorso sull'applicazione dei contratti. I reati si perseguono nei casi gravi specifici, come il mobbing o il vero abuso d'ufficio.
La denuncia viene usata troppo spesso come scorciatoia.
Un articolo su un tema simile:
http://www.unionemedici.it/dynamic/pagbase.asp?id=845&db=dbmge
L’indagine sul sistema premiante è incentrata su presunti favoreggiamenti per assegnare più turni ad alcuni medici che avrebbero incassato grosse cifre a fine mese...
A parte l'affare del concorso, la questione è il cumulo di troppi turni, si dice pure con possibili conseguenze dannose sui pazienti. Il che varrebbe pure se ci fosse un solo medico sovraccaricato, ovvero se lo si fosse applicato uniformemente a tutti. Certamente non si deve surriscaldare un motore e lasciarne arrugginire un altro per inattività. Il Concilio di Trento stabilì il divieto di cumulo tra più parrocchie o più diocesi, in modo che venissero effettivamente amministrate e non solo usate per spillare rendite, magari facendosi sostituire da vicari.
Se in contrattazione e organizzazione ci può essere abuso d'ufficio nell'equa ripartizione, allora tutti i fannulloni devono ugualmente essere denunciati per interruzione di servizio pubblico. Per i militari, brontolare sui turni di guardia costituisce insubordinazione.
Poi alcuni dipendenti in cerca di guai possono credere che in quanto cittadini (mentre il capo allora è straniero o apolide) possono contestare qualunque cosa, pure in totale difetto di interesse qualificato, e denunciare come sperpero di denaro pubblico qualunque spesa non sia di loro gusto, magari i crocifissi in nome della laicità democratica e giacobina, senza neppure essere minimamente chiamati a collaborare a ciò, o urlare contro le auto blu in ufficio come fossero in piazza. Quando sono ammessi gli acquisti in economia, totalmente privo di senso è fare scandalismo mostrando che un altro fornitore poteva far risparmiare qualche spicciolo.
Il continuo intervento gerarchico o giudiziario è tutto l'opposto che il buon andamento
Domanda per Zitello.
Supponiamo che il Comune X predisponga un progetto: a chi farà pattuglie il sabato sera verrà dato un incentivo pari a 50 euro oltre la normale retribuzione oraria.
Il responsabile chiede agli agenti la disponibilità a fare questa pattuglie il sabato sera e tutti si dichiarano disponibili.
Su 52 pattuglie annue (un sabato a settimana) il responsabile decide che gli agenti A e B (con cui va d'accordo) faranno 40 pattuglie.
Gli altri 4 agenti le restanti 12.
A mio avviso ui gli estremi per un abuso d'ufficio ci sono... per aver favorito A e B; tu non condividi?
Come già detto, semmai l'abuso d'ufficio sarà per aver usato il progetto allo scopo non di migliorare il servizio, ma di regalare premi, e la disparità costituirà un'aggravante.
Le pattuglie sono un esempio un po' ambiguo, perché riguardano sia la Polizia locale contrattualizzata che la Polizia di Stato o i Carabinieri, con rapporto di lavoro ancora regolato da legge. Ma pensiamo all'apertura straordinaria di uno sportello burocratico con 2 impiegati che fanno 40 sabati e 4 gli altri 12, o addirittura l'apertura straordinaria di un supermercato con 2 cassieri che fanno 40 sabati e 4 gli altri 12.
I carichi di lavoro si contrattano, e semmai si può fare una causa civile per discriminazione, che può avere risvolti penali solo quando fosse vera persecuzione. E occorre che lo contestino le vittime, tanto per sovraccarico che per sottoutilizzo, mentre l'abuso d'ufficio sarebbe perseguibile per il fatto in sé.
Violare la legge è un reato, violare un contratto no, e ci sono altri mezzi per difendersene. L'uguaglianza comunque è obbligatoria solo nella retribuzione, mentre per tutto il resto la contrattazione pure locale può ammettere differenze che non siano enormi e globalmente irragionevoli. Se non siamo laici alla francese, possiamo citare la Parabola dei vignaioli.
Pure sulle condizioni ambientali, c'è chi non distingue l'amianto dalla mancanza di un condizionatore, e invece di trattare si mette subito a chiamare l'Asl o sbraitare di farlo, a scopo terroristico. In un caso da manicomio criminale, qualcuno si impuntava che non avvertiva il gestore dell'impianto centralizzato di regolare la temperatura, perché lo deve fare il capo essendo responsabile delle condizioni: cioè non posso ordinare un panino al bar, perché è papà che deve garantirmi da mangiare, e se non lo ordina lo denuncio per violazione degli obblighi di mantenimento.