Buongiorno,
sono affittuario di un capannone di categoria c3 di mq 200 circa. La mia attività è di organizzazione feste ed eventi e subaffitto di locali per feste. Ho aperto da diversi anni ed utilizzo il capannone in due modi:
Una parte è adibita a magazzino e laboratorio artigianale.
Una parte è adibita ad essere affittata per feste ed eventi privati (circa 90mq)
Affitto il suddetto locale per feste di compleanno, cresime, comunioni, etc..
Con regolare contratto, in cui mi esonero da ogni responsabilita', compreso siae ecc..
Quando ho aperto nel 2010 sono stato in comune allo sviluppo economico a chiedere "lumi" in merito ad autorizzazioni e concessioni e mi dissero che non c'erano prescrizioni di sorta per la "sub-locazione" almeno che non si affittino anche attrezzature che necessitano di licenza di spettacolo viaggiante (playground ecc) o si organizzino spettacoli.
Ho comunque dotato il capannone di impianto elettrico a norma con certificato di conformità depositato - estintore - modifica della porta di ingresso che ho diviso in due di cui una grande con maniglione antipanico - luci di emergenza, bagno. E' venuta la polizia municipale dopo poco dall'apertura a controllare il capannone e non mi ha fatto alcuna eccezione e non ho avuto alcuna comunicazione.
Non c'è cucina nè alcun dispositivo per la somministrazione del cibo di cui assolutamente non mi occupo e non fornisco.
Quando lo affitto mi limito a darlo in locazione e fare, oltre al contratto, anche la ricevuta dell'importo.
A volte capita che il cliente (se si tratta di feste per bambini) prenda anche il servizio di animazione del clown del quale mi occupo in prima persona (no spettacolo ma semplice animazione)
Ultimamente abbiamo affittato per feste di ragazzi, diciottesimi ecc..... che comportano un po' di "confusione", musica alta ecc...
A parte che le case non sono molto vicine mi sono comunque tutelato facendo firmare un contratto molto dettagliato dove il cliente (non affitto a ragazzi nemmeno maggiorenni ma solo ai genitori) si prende la responsabilità, tra le altre cose danni ecc, anche di rispettare il regolamento urbano per i rumori, di pagare la siae se necessario, di non creare disturbo di alcun tipo al vicinato ecc....
Ultimamente però ho letto che se durante una festa fanno troppo casino e mi viene fatto un esposto vado incontro a tutta una serie di controlli sulle autorizzazioni ecc, addirittura c'è chi dice che negli ultimi anni sono cambiate le norme riguardanti queste feste private e che mi devo adeguare.
Siccome non ho trovato nulla su internet vi chiedo se è vero che ci sono delle nuove norme a cui fare riferimento oppure no?(ad esempio sulla destinazione d'uso del capannone) Non voglio andare allo sviluppo economico per non "svegliare il can che dorme" come si dice in questi casi.
Ringrazio chi vorrà aiutarmi....
Concordo con il fatto che affittare porzioni di spazio di un fabbricato a terzi affinché questi organizzino delle feste private (non aperte ad un pubblico pagante) è un’attività che non necessita di abilitazioni. Logicamente, se si concedono in uso attrezzature che di per sé devono avere una certificazione/autorizzazione è bene che tali attrezzature siano in regola onde evitare possibili responsabilità (vedi impianti, eventuali cucine ed eventuali attrezzature dello spettacolo viaggiante).
Anche da un punto di vista della destinazione d’uso non vedo problemi. Ai sensi del DPR 380/2001 (come modificato di recente) e della LR 65/2014, la destinazione d’uso di un immobile è quella corrispondente all’uso prevalente in termini di superficie utile. Ciò vuol dire che posso destinare ad altro uso meno della metà della superficie utile senza dove chiedere un cambio d’uso.
In ogni caso, anche a prescindere dal ragionamento sulle nuove disposizioni del DPR 380/2001 e della LR 65/2014, bisognerebbe vedere la ricorrenza degli affitti. Sono frequentissimi i casi di affitto ville, castelli ecc. per feste matrimoniali e simili senza che nessuno abbia mai preteso cambi d’uso di quegli immobili. D’altro canto, però, se l’attività diventa professionale e ricorrente (nei modi dell’impresa all’uopo costituita) non escludo che un’amministrazione comunale possa contestare un uso improprio di un’abitazione o di un c3. Un conto è la facoltà di un proprietario nel concedere in uso a terzi uno spazio una volta ogni tanto e un conto è un’impresa che usa uno spazio per svolgere il proprio lavoro.
Questo ultimo ragionamento è possibile traslarlo anche alle problematiche sull'impatto acustico. Un gruppo di persone che si ritrovano in luogo privato per fare una festa privata possono essere sottoposte a responsabilità per schiamazzi e disturbo (vedi art. 659 cp) ma non vedo responsabilità in capo al proprietario dell’immobile. Al contrario, quando il proprietario dell’immobile fosse considerato anche un gestore di un’attività (difficile dire quando inizi ad essere considerato tale) allora potrebbe essere reputato responsabile al pari di un gestore di un bar. Per costante giurisprudenza il gestore di un bar è ritenuto responsabile del reato di cui all'art. 659 c.p., comma 1, per i continui schiamazzi e rumori provocati dagli avventori dello stesso, con disturbo delle persone. Infatti la qualità di titolare della gestione dell'esercizio pubblico comporta l'assunzione dell'obbligo giuridico di controllare che la frequentazione del locale da parte dei clienti non sfoci in condotte contrastanti con le norme concernenti la polizia di sicurezza.
In ordine a questo ultimo ragionamento si potrebbe discutere sulla necessità di una valutazione di impatto acustico atta a dimostrare che il locale in configurazione feste private non permette il rilascio di emissioni sonore sopra ai limiti di legge. Da tenere presente, però, che gli schiamazzi dei partecipanti alla festa (magari si mettono a urlare fuori del locale) non sono oggettivamente valutabili.
Cassazione: FESTE PRIVATE senza autorizzazione o comunicazione
Corte di Cassazione, I pen., sentenza n. 36228 del 21 luglio 2017
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