Somme indebitamente corrisposte dalla P.A. ai propri dipendenti: la buona fede incide sulle modalità di restituzione
Il recupero è atto dovuto. I principi sanciti nelle n.13 sentenze del TAR Campania depositate il 2 gennaio 2015.
La vicenda giunta innanzi al giudice partenopeo riguarda ben 13 dipendenti di una A.S.L. ciascuno dei quali ha impugnato il provvedimento con il quale è stata richiesta la restituzione della somma percepita per l’attività, previamente autorizzata, svolta nell’ambito della incentivazione della produttività, nonché il recupero delle ore di plus-orario rese e non dovute, sul presupposto dell’avvenuto percepimento di un importo eccedente quanto effettivamente dovuto.
[color=red]La Quinta Sezione del TAR Campania ha depositato in data 2 gennaio 2015, n. 13 sentenze tutte di uguale tenore con le quali ha rigettato i ricorsi richiamando la giurisprudenza largamente seguita, secondo cui il recupero di somme indebitamente corrisposte dalla P.A. a propri dipendenti ha natura di atto dovuto non rinunciabile perché espressione di funzione vincolata.[/color]
Conclude il Giudice precisando che, ferma restando la normale ripetibilità delle somme indebitamente pagate, la buona fede di regola invocata dal debitore, [color=red]rileva in ordine alle modalità del recupero, al fine di non incidere in modo eccessivamente oneroso sulle esigenze di vita del dipendente.
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