Data: 2014-10-06 09:35:57

MARCHE DA BOLLO - rischio di truffe - accertamento Guarda di Finanza

Cancelliere del giudice di pace in manette: riciclava marche da bollo e contributi unificati

In venti giorni di riprese video ha intascato circa 2mila e 500 euro, il dipendente pubblico intascava i soldi (concedendo sconti e accettando anche mance) e usava marche di ricorsi dimenticati negli archivi

Peculato, falsità materiale commessa da un pubblico ufficiale e distruzione di atti. Un dipendente del Giudice di Pace di Latina è stato arrestato dai militari della Guardia di Finanza per aver riciclato le marche da bollo da applicare ai ricorsi e agli atti che venivano depositati o richiesti dagli avvocati. Le indagini si sono avvalse di intercettazioni ambientali, telefoniche e microtelecamere. In circa venti giorni di riprese video il dipendente ha intascato poco meno di 2mila e 500 euro.

Più o meno ignari che il 46enne residente ad Aprilia intascasse soldi in cambio di marche da bollo già depositate che lui staccava materialmente da vecchi ricorsi e rigenerava, gli utenti del Giudice di Pace sapevano comunque che potevano contare, in caso di dimenticanza, su di lui anche per i contributi unificati. E lui sapeva di poter contare su un archivio zeppo di ricorsi in giacenza da decidere o meglio già passati in giudicato. E così fotocopiava le pagine con le marche e le rimetteva nei faldoni, staccava la marca dall'originale che distruggeva, e la applicava tranquillamente sugli atti appena depositati. E quando non aveva il resto, nessun problema, gli avvocati spesso ignari, lasciavano il resto come mancia per “il servizio”. In qualche occasione però il cancelliere era disponibile anche a fare sconti a avvocati che magari nel richiedere copie di atti non avevano il contante sufficiente per il contributo unificato.

I militari del Comando provinciale di Latina l'altra mattina hanno atteso che il cancelliere si presentasse regolarmente in ufficio e gli hanno notificato l'ordinanza di custodia in carcere motivata dal giudice del capoluogo pontino, Nicola Iansiti, con la spiccata predisposizione del soggetto a delinquere, e con il reale e concreto rischio che potesse reiterare il reato.

Da quanto emerge dall'inchiesta che è partita a fine 2013, il 46enne nel 2004 era stato già denunciato per truffa, ricettazione, sostituzione di persona ed indebito utilizzo di carte di credito. Era infatti stato sorpreso all'esterno del luogo di lavoro (ma in orario di lavoro) in possesso di carte di credito sparite da una palestra di Latina.

Giuseppe Bianchi

(3 ottobre 2014)

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