Se passeranno le annunciate modifiche sull'articolo 18, qualora un lavoratore venga licenziato per motivi disciplinari, poi anche se ha ragione non avrà diritto al reintegro?
Esempio: Il lavoratore arriva al lavoro in ritardo 3 volte in un anno.
Il datore di lavoro applica la sanzione disciplinare e lo licenzia.
Il Giudice reputa il licenziamento illegittimo perché sproporzionato rispetto alla violazione... NON potrà farlo reintegrare bensì solamente fargli percepire l'indennizzo?
Queste modifiche si applicheranno anche al pubblico impiego?
Se così fosse, i licenziamenti arbitrari prolifererebbero all'infinito, sapendo che pur dovendo pagare il danno ci si sbarazza comunque del tipo scomodo.
Nel pubblico sarebbe inoltre in evidente incoerenza con l'obbligo di concorso
Prematuro parlare della riforma dell'art. 18 e della sua possibile estensione al pubblico impiego.
Molto dipenderà anche dalla mobilitazione del 18 ottobre e da altri aspetti POLITICI e non tecnici che qui non è possibile valutare.
Approfondimenti:
http://www.flcgil.it/files/pdf/20021002/il-volantone-dello-sciopero-generale-del-18-ottobre-2534671.pdf
Nuovi prof con tutele crescenti?
http://www.comune.scandicci.fi.it/rassegne/bancadati/20141007/SIL2147.PDF
Alcuni dubbi...
1) Il nuovo articolo 18 vale solamente per i nuovi assunti?
2) Si applica anche al pubblico impiego?
3) Anche in caso di liceniamento per violazione minima non si avrà diritto al reintegro?
Ad esempio un lavoratore viene licenziato poiché una sola volta è arrivato in ritardo...
Alcuni dubbi...
1) Il nuovo articolo 18 vale solamente per i nuovi assunti?
2) Si applica anche al pubblico impiego?
3) Anche in caso di liceniamento per violazione minima non si avrà diritto al reintegro?
Ad esempio un lavoratore viene licenziato poiché una sola volta è arrivato in ritardo...
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IMPOSSIBILE rispondere perchè manca la legge delega (che sarà approvata nei prossimi giorni) cui seguirà il decreto delegato e lì sapremo i contenuti.
Di certo NON si applicherà al pubblico impiego (a cui non si applica nemmeno l'attuale art. 18)
COSA NE PENSATE?
http://rilievoaiaceblogliveri.wordpress.com/2014/12/27/riforme-lavoro-articolo18-pa-riforme-a-tanto-al-chilo-confusione-garantita-licenziamenti/
Adesso, si aggiunge l’ennesima riforma del mercato del lavoro, mediante il JobsAct, ovvero il d.lgs di attuazione della legge 183/2014 in materia di contratto asseritamente a “tutele crescenti”, che non fa in tempo ad essere approvato in Consiglio dei Ministri e già ripropone la diatriba: “l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori si applica o non si applica al lavoro pubblico?”. La risposta la fornisce l’articolo 51, comma 2, del d.lgs 165/2001, sul punto chiarissimo: l’articolo 18 si applica, comprese le sue successive modificazioni ed integrazioni. La tesi secondo la quale l’accesso al lavoro pubblico tramite concorso impedirebbe l’estensione dell’articolo 18 al lavoro pubblico (ma, se è così, perché, allora, l’articolo 51, comma 2, citato esiste?), appare oggettivamente debole e solo artificio retorico. Ciò che si nota è che la riforma dell’articolo 18, ma, meglio dire, della tutela dei licenziamenti illegittimi, si presenta carente, frettolosa sotto molti aspetti, compreso anche quello della definitiva regolazione del rapporto tra articolo 18 e lavoro pubblico. Eppure, l’esperienza della legge Fornero c’era e i contrasti interpretativi insorti erano noti e conosciuti. Perché, dunque, incorrere nuovamente nell’errore di lasciare dubbi, anche se dubbi non ve ne potrebbero essere?
Riforma del lavoro e licenziamenti: cosa cambia. Il nodo: le nuove regole valgono anche per i dipendenti pubblici?
http://www.sivempveneto.it/leggi-tutte-le-notizie/25556-riforma-del-lavoro-e-licenziamenti-cosa-cambia-il-nodo-le-nuove-regole-valgono-anche-per-i-dipedenti-pubblici
Secondo il giuslavorista Pietro Ichino, che ha collaborato all’estensione del testo del decreto legislativo, il contratto a tutele crescenti si applica a tutti i lavoratori dipendenti, compresi quelli pubblici. Secondo il ministro della Pubblica amministrazione, Marianna Madia, no. Si ripropone quindi lo scontro già avvenuto in occasione della riforma Fornero dell’articolo 18. In mancanza di norme che facciano chiarezza, la giurisprudenza è tuttora divisa sull’applicabilità delle norme sui licenziamenti ai dipendenti pubblici