Con un provvedimento di diffida il dirigente dell’ufficio commercio ha trasmesso una lettera al proprietario di un pubblico esercizio diffidandolo ad esercitare la propria attività in conformità a quanto indicato nella valutazione di impatto acustico ed in particolare a rispettare le prescrizioni impartite da ARPA.
Avverte poi che se non rispettate tali prescrizioni si procederà alla sanzione in base all'articolo 9 del tulps unitamente quindi agli articoli 17 bis e ter dello stesso finalizzato alla chiusura temporanea dell'esercizio.
Premesso che il pubblico esercizio è stato aperto con semplice SCIA, e che questa mi sembra ormai assodato non sia una Autorizzazione, tale procedimento può essere legittimo.
Grazie
Secondo me non è corretto. In materia trova applicazione la legge 447/1995 e le sanzioni dell'art. 9 e non le norme del rulli.
riferimento id:21092Confermo quanto dice Simone, quindi art. 9 e 10 della legge n. 447/95.
La materia dell'acustica è disciplinata e sanzionata da norme specifiche.
Gli atti di diffida non vanno immediatamente impugnati
"Gli atti di diffida hanno lo scopo di mettere a conoscenza il loro destinatario dei profili di carenza/illegittimità riscontrati nella sua condotta e di assegnare un termine per provvedere a colmare le carenze o eliminare le illegittimità, e che, di conseguenza, la giurisprudenza nega che siano immediatamente lesivi e comportino un onere di immediata impugnazione (cfr. di recente, in tema di impianti di comunicazione, Cons. Stato, III, n. 5480/2015)." Lo ha ribadito la Terza Sezione del Consiglio di Stato nella sentenza del 5 maggio 2017. Per approfondire vai alla sentenza.
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